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Economia Italiana -- Gianni Toniolo (2013)

Video completo disponibile su https://www.eduflix.it Nei 150 anni trascorsi dall'unificazione della penisola, l'Italia ha subito enormi trasformazioni, sia dal punto di vista economico che sociale. Al momento dell'Unità, in Italia vi erano circa 22 milioni di abitanti, contro gli oltre 60 milioni del 2011. Il reddito pro capite nello stesso periodo è cresciuto di circa tredici volte e l'aspettativa di vita è quasi triplicata: infatti, all'inizio della nostra storia unitaria, la speranza media di vita di un italiano era all'incirca di 30 anni, contro gli 82 di oggi, una delle più elevate al mondo. Nel 1861, inoltre, solo 5 milioni di italiani possedevano un'istruzione elementare: il tasso medio di analfabetismo era circa dell' 80%, con punte del 90% nel centro e nel Mezzogiorno. Oggi questa percentuale è precipitata al 2%, insieme a quella legata alla mortalità infantile: negli stessi anni i bambini che non raggiungevano il primo anno di vita erano uno su tre, mentre l'attuale proporzione è più bassa anche di quella degli Stati Uniti. La grande maggioranza degli italiani viveva allora nelle campagne e nei piccoli centri rurali, traendo i principali mezzi di sostentamento dalle attività agricole. Nel 1861 infatti, l'agricoltura occupava il 70% della popolazione attiva, l'industria e l'artigianato il 18% e il settore dei servizi il 12%. Oggi siamo di fronte a un totale capovolgimento che vede l'occupazione nel settore agricolo scesa al 4%, l'occupazione nell'industria salita al 29% e quella nei servizi al 67%. Oltre a essere molto poveri, con circa il 40% della popolazione sotto la soglia di povertà assoluta, gli italiani del 1861 erano sempre affamati e il 66% del reddito medio pro-capite veniva impegnato in consumi alimentari. Nel 2011 questa percentuale è scesa al 10%, mentre altri consumi, non legati alla sopravvivenza fisica, costituiscono oggi la maggiore spesa degli italiani.