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Retribuzioni e mercato del lavoro: l’Italia a confronto con le maggiori economie dell’Eurozona
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“Retribuzioni e mercato del lavoro: l’Italia a confronto con le maggiori economie dell’Eurozona” di Lorenzo Birindelli (Fondazione Giuseppe Di Vittorio) marzo 2019
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Gli investimenti fissi in Italia sono stati nel 2018 pari a solo i 4/5 del livello del 2008: è questo che tiene bassi salari, non gli immigrati. Uno studio comparativo con le economie più forti dell’Eurozona
Le retribuzioni nel confronto europeo, fra sei dei Principali Paesi che presentiamo sono il risultatodi un’elaborazione dell’OCSE (Annual average wages), nella quale le retribuzioni italiane si caratterizzano rispetto a quelle degli altri Paesi per una stazionarietà di lungo periodo, con oscillazioni contenute. Nella Tabella 1 sono riportati gli anni di “picco” delle retribuzioni italiane dal 2000 (il 2001 e il 2010), il 2008, ossia l’anno iniziale della crisi, e l’ultimo triennio disponibile dellaserie (2015-17). L’evoluzione viene osservata a prezzi costanti per l’intera platea del lavorodipendente, pubblico e privato.
La stagnazione italiana trova pochi riscontri in ambito OCSE, comprese le altre cinque maggiori economie dell’Eurozona, pur in un quadro salariale complessivamente poco dinamico dell’intera area. I dati retributivi sono riportati al livello dei prezzi del 2017. Le retribuzioni medie italiane reali appaiono inchiodate a quota 29 mila euro lordi annui.
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Mille euro in meno in 7 anni. Salari al palo, record precari, di Roberto Ciccarelli (il manifesto, 10.03.2019)