Aepocalisse | L’eterno ritorno al mito della caverna

Quinto appuntamento del ciclo “Apocalisse: la crisi ecologica come sfida”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

Aepocalisse si candida a fungere da best practice, contribuendo a costruire un dialogo genuino, condiviso e duraturo tra sapere scientifico, sviluppo economico e società civile. Lo si farà chiamando in causa le multiformi prospettive che animano la ricerca del Dipartimento di Studi Umanistici, e cercando di coinvolgere la comunità attraverso il linguaggio stimolante e universale del cinema.

Per il suo quinto appuntamento il progetto Aepocalisse torna ad affidarsi allo sguardo di Werner Herzog, autore di Cave of Forgotten Dreams (2010), opera che documenta magistralmente l’inestimabile scrigno della grotta Chauvet-Pont-d’Arc, dove nel 1994 sono stati rinvenuti i più antichi dipinti dell’umanità, databili fra 32.000 e 25.000 anni fa. Un viaggio a ritroso, rispetto all’uscita dalla caverna platonica, in una “capsula del tempo” dove le immagini diventano “i ricordi di sogni da tempo dimenticati”. Lungo le tracce del mistero (anche scientifico) dell’ominazione, alle origini della Aepocalisse. Tanto lo homo sapiens quanto lo homo spiritualis hanno mosso qui i primi passi.

L'iniziativa rientra nell'ambito degli eventi e le iniziative della rassegna Unife per il Public engagement.