Progetti Young Researchers

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Con D.D. n. 502 del 25/11/2022, il Ministero dell'Università e della Ricerca ha pubblicato la graduatoria delle proposte progettuali presentate da giovani ricercatori beneficiari di “Seal of Excellence” ammissibili al finanziamento. L'Università di Ferrara è stata scelta come Host Institution per due proposte progettuali finanziabili.

EXSALP - Upland and lowland exploitation strategies of the Alpine area in the final Palaeolithic and Mesolithic

Ricercatore: Dott. Davide Visentin

Finanziamento concesso: € 150.000

Durata: 24 mesi

Il progetto

Il progetto EXSALP mira a comprendere come gli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori europei sfruttarono l’ambiente montano durante la transizione tra Pleistocene ed Olocene (15.000-8500 anni fa), ossia nella fase di riscaldamento climatico che segue l’Ultimo Massimo Glaciale. Questi millenni sono un periodo critico nella storia dell’umanità per i rapidi e significativi cambiamenti climatici ed ambientali che li contraddistinguono. Attraverso l’applicazione di metodologie innovative per lo studio tracceologico degli strumenti in pietra scheggiata, il progetto EXSALP permetterà di investigare e ricostruire l’importanza delle aree montane all’interno del sistema socio-economico delle popolazioni paleo-mesolitiche.
L’area di studio è rappresentata dalle Alpi sud-orientali, una delle regioni Europee più ricche di evidenze attribuibili a questo periodo e in cui il fenomeno di rioccupazione delle alte quote è particolarmente precoce. Una serie di siti chiave saranno studiati utilizzando un approccio innovativo che combina analisi tracceologiche qualitative con tecniche di microscopia confocale per ricostruire lo spettro di attività che venivano svolte nei siti scelti.
La tracceologia è una disciplina che, tramite un approccio multi-scalare, studia tutte le alterazioni che avvengono in seguito al contatto fra uno strumento ed un materiale. Nel caso in cui quest’ultimo sia il materiale lavorato, le “tracce d’uso” ci danno informazioni sulla funzione dello strumento. In altri casi le tracce si sviluppano in seguito a contatti più o meno accidentali con altri oggetti o materiali (ad es. un manico, una sacca, il suolo, etc.). Nel complesso, lo studio di tutte queste tracce di “alterazione” degli strumenti in aggiunta a quelle di fabbricazione, ci permette di ricostruire una sorta di biografia dei reperti archeologici e interpretare una parte della loro storia.

Nell’ambito di EXSALP, a questo approccio di tipo qualitativo che vede la combinazione di osservazioni macro-, meso- e microscopiche utilizzando uno stereomicroscopio (8-50X) e un microscopio metallografico (50-400X), si andrà a combinare una tecnica di tipo quantitativo. Nello specifico verranno realizzate con un microscopio confocale le scansioni delle superfici di una serie di strumenti (sia sperimentali che archeologici) utilizzati per la lavorazione della pelle. Le aree campionate verranno poi processate tramite programmi di metrologia per estrarre una serie di valori ISO utili a descrivere la morfologia delle superfici. Infine, questi saranno analizzati statisticamente per verificare la possibilità di distinguere lo stato della pelle lavorata (fresca o secca, con o senza additivi, etc.) e quindi andare oltre le possibilità dell’analisi qualitativa.

Risultati attesi

Tramite l’analisi tracceologica dei manufatti in pietra scheggiata sarà possibile identificare quali manufatti rappresentano effettivamente degli strumenti e comprendere la funzione principale che hanno assolto nel passato (macellazione delle prede di caccia, lavorazione del legno, etc.) e la modalità di utilizzo. L’applicazione sistematica di questa tecnica permetterà di comprendere quali attività venivano svolte all’interno dei vari siti studiati e quindi di avanzare un’interpretazione sulla loro funzione ed eventuale specializzazione. Incrociando questi dati con quelli già presenti sulla circolazione delle materie prime, le faune sfruttate e la distribuzione dei siti, sarà possibile investigare la mobilità, i sistemi insediativi e la struttura sociale di quei gruppi preistorici che colonizzarono la regione alpina nel periodo di riferimento.
A livello più generale, i risultati di EXSALP rappresenteranno sicuramente un’importante punto di riferimento sullo sfruttamento degli ambienti montani in Europa. In particolare sarà possibile identificare i fattori attrattivi del paesaggio alpino, che spinto gli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori ad occupare intensamente tutti i principali massicci montuosi europei in questa fase di significativi cambiamenti ambientali.

Impatto previsto

Scientifico
Le attività di disseminazione a livello scientifico che saranno implementate nell’ambito del progetto EXSALP sono le seguenti:
- Pubblicazione di almeno 5 articoli su riviste internazionali inerenti lavori di sintesi sui sistemi insediativi paleo-mesolitici, aspetti metodologici e specificità dei singoli insiemi considerati.
- Presentazioni orali o tramite poster presso vari convegni internazionali.
- Pubblicazione di informazioni sul progetto su social networks dedicati (ad es. ResearchGate).
- Pubblicazione dei database su repository open-access come Zenodo.

Divulgazione
Per quanto riguarda le attività di comunicazione al grande pubblico, EXSALP trarrà beneficio dalla localizzazione della regione di studio all’interno dell’area alpina ed in particolare nelle Dolomiti. Nell’ambito del progetto, infatti, si cercherà di andare incontro alle varie comunità mettendo a disposizione i dati scientifici ottenuti con il fine di accrescere la conoscenza sul patrimonio archeologico locale e l’offerta turistica delle strutture museali del territorio. Questo obiettivo verrà raggiunto tramite diverse azioni quali conferenze divulgative e la partecipazione a progetti espositivi di varia entità.

Modern Byzantiums. Receipting and Reinventing Byzantine Architecture in France and Italy, XIX- XX centuries

Ricercatore: Dott. Francesco Lovino

Finanziamento concesso: € 150.000

Durata: 24 mesi

Il progetto

Modern Byzantiums indaga come l’architettura bizantina sia stata studiata, percepita e reinterpretata in Francia e Italia nell’Ottocento e fino alla Seconda Guerra Mondiale. In particolare, il progetto vuole approfondire il rapporto che i due paesi instaurarono con il patrimonio architettonico bizantino, osservando gli usi (ed abusi) dell’appropriazione culturale per ragioni politiche, religiose, e culturali.
L'architettura costituisce un punto di vista privilegiato per comprendere il posto di Bisanzio nella storia europea, oggi e allora. Il moderno culto dei monumenti agita ancora le coscienze e permea le relazioni geopolitiche, come hanno dimostrato nel recente passato l'incendio di Nôtre Dame a Parigi e la conversione di Santa Sofia in moschea. Ancora più urgente, l'abuso della storia medievale (come nel tragico caso delle presunte ragioni storiche della guerra in Ucraina) e il sorgere di neo-nazionalismi nell'UE richiedono una comprensione approfondita del medievalismo del XIX e XX secolo e, in particolare, di quanto la rievocazione dell'architettura medievale abbia influito sulla formazione di una coscienza culturale, sia in termini di identità che di differenziazione culturale. Approfondendo il caso dell'architettura bizantina, il progetto Modern Byzantiums mira a far luce su questo fenomeno, analizzando come studiosi e architetti in Francia e Italia mediarono la secolare ambiguità della dicotomia Oriente/Occidente di Bisanzio, e assimilarono lo stile architettonico nel discorso identitario nazionale — in Francia, evidenziando le connessioni fra Bisanzio e l’architettura medievale francese; in Italia, sottolineando il carattere nazionale dei monumenti bizantini a Ravenna, Venezia e in Sicilia.

Per ottenere una comprensione accurata di questi aspetti, il progetto si propone di rispondere a le seguenti domande:

  1. qual era l'effettiva conoscenza dell'architettura bizantina in Europa nel XIX e XX secolo e come è stata reinventata dagli architetti moderni?
  2. quali significati ha acquisito l'eredità bizantina e come ha influito sul dibattito nazionale in Francia e in Italia?
  3. in che misura il contesto geopolitico internazionale, come l’indipendenza greca o la caduta dell’Impero ottomano, ha alimentato l'interesse per Bisanzio da parte degli europei occidentali?

Il progetto coniuga analisi storico-artistica con tecniche di digitalizzazione e fotogrammetria, con lo scopo di realizzare un Atlante online dell’architettura neobizantina in Italia e in Francia, utile sia agli studiosi che ad un pubblico generalista, oltre a un approfondimento storiografico dell’architettura bizantina negli studi francesi e italiani nel periodo in considerazione.

Risultati attesi

Il progetto prevede anzitutto la realizzazione di un Atlante online dell’architettura neobizantina, disponibile open-access sul sito www.modernbyzantiums.eu. L’Atlante raccoglierà le fotografie scattate durante le campagne di studio dei monumenti in Italia e in Francia, integrando i modelli 3D ottenuti attraverso le campagne fotogrammetriche degli edifici, assieme a fotografie d’epoca, piante e altre immagini raccolte negli archivi e nelle biblioteche nel corso del progetto.
Il database seguirà i protocolli stabili dall’Unione europea, in modo che l’Atlante possa essere condiviso su Europeana per raggiungere il più ampio pubblico possibile. Allo stesso tempo, la sua struttura open-sources permetterà in futuro di allargare l’Atlante includendo monumenti neobizantini di altre aree geografiche.

Oltre all’Atlante, i risultati previsti sono:

  1. una serie di articoli scientifici dedicati agli aspetti più rilevanti del progetto;
  2. la partecipazione a convegni internazionali di studio;
  3. una serie di incontri pubblici dedicati a singoli monumenti, per presentare i risultati della ricerca e far conoscere i monumenti alle comunità locali;
  4. una rassegna cinematografica dedicata ai film di inizio Novecento ambientati nel Medioevo, ed in particolare soggetto bizantino.

Impatto previsto

L’approccio multidisciplinare di Modern Byzantiums mira a definire un nuovo standard nello studio del patrimonio architettonico, integrando il potenziale delle Digital Humanities ai tradizionali studi storico-artistici, un aspetto non ancora pienamente assorbito dagli studi umanistici. In particolare, il progetto mira a costruire un Atlante dell’architettura neobizantina in Italia e in Francia, disponibile online al sito www.modernbyzantiums.eu ed espandibile in futuro ad altre aree. L’Unione europea ha evidenziato l’importanza della digitalizzazione nella salvaguardia del patrimonio culturale e il suo contributo allo sviluppo economico sostenibile e inclusivo delle comunità in cui questi monumenti si trovano. Il progetto mira quindi a rendere questi edifici accessibili ai cittadini europei e, attraverso una serie di incontri organizzati localmente, a sensibilizzare anche le comunità che vivono nei loro dintorni, con l'obiettivo di creare opportunità per il turismo e le industrie culturali della zona.