Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Strumenti personali

Descrizione

 

Proiettato per la prima volta al festival dell’Economia di Trento nel maggio del2016, In the Same Boat è un film-documentario in cui alcuni tra i più autorevoli studiosi internazionali, tra cui il sociologo Zygmunt Bauman, gli economisti, Sir Tony Atkinson, Erik Brynjolffson, Mauro Gallegati, Serge Latouche, Mariana Mazzuccato, s’interrogano sulle grandi trasformazioni (globalizzazione, progresso tecnico, tecnologie dell’informazione, robotica, intelligenza artificiale) in atto nei sistemi economici e sull’impatto che tali trasformazioni hanno ed avranno sul mercato del lavoro, sulle diseguaglianze, sui sistemi di sicurezza sociale, sui diritti sociali e di cittadinanza.

Trailer:

https://www.unife.it/economia/lm.economia/insegnamenti/economia-del-lavoro-e-dellinnovazione/corso-eli-anno-accademico-2023-2024/film/trailer-del-film

In the Same Boat racconta di come l’umanità – che viaggia su una stessa barca, per l’appunto – stia attraversando una fase critica e le risposte che darà ad alcune domande fondamentali la porteranno ad un cambiamento radicale.

Le nuove tecnologie e le innovazioni potrebbero essere la chiave per vivere in un mondo migliore e più giusto, con più tempo libero, come già negli anni trenta auspicava J.M.Keynes, ma se non ri-dirigiamo il timone di questo vascello, il futuro potrebbe essere invece più incerto e minaccioso.

La liberazione dal lavoro rischia così di divenire quella fine del lavoro di cui parlava J.Rifkin: si potrebbe tradure in più disoccupazione, più diseguaglianza sociale ed economica, più povertà per una ampia maggioranza della popolazione, accompagnata da più ricchezza per una ristretta minoranza.

E poi, vi è un’altra questione fondamentale: anche se a livello mondiale riuscissimo a riorganizzarci e a far sì che le nostre vite non ruotino tutte attorno alla produzione, se riuscissimo insomma a rallentare il motore della nostra barca, poi cosa faremo? Saremo in grado di migliorare la qualità della nostra vita?

Le risposte e i punti di vista qui si dividono.

Da un lato, c’è chi pensa che stabilire un salario universale minimo garantito e avere più tempo libero, migliorerebbe la qualità della vita, la crescita equilibrata dell’economia, salverebbe il pianeta dall’autodistruzione e ci consentirebbe di esprimerci al meglio come esseri umani.

Dall’altro chi invece crede che tutto ciò non sarà possibile senza prima realizzare un cambiamento culturale, educativo e personale, senza il quale trovare una nuova rotta sarà veramente problematico.