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Brigantaggio: una guerra italiana
Il brigantaggio è stato fenomeno che ha caratterizzato il Mezzogiorno nei primi anni dell’Unità d’Italia. La storia comincia nel 1860 con la comparsa al Sud delle prime bande armate e termina il 21 dicembre 1863, quando Garibaldi si dimette dalla Camera per protesta contro la repressione nel Meridione. Una parte importante del suo sogno risorgimentale era stato ridare le terre ai contadini del Mezzogiorno. Ma all’indomani dell’unità d’Italia la realtà si dimostra diversa: il nuovo Stato italiano vende all’asta le terre e aumenta le tasse e i contadini si ritrovano di nuovo a lavorare la terra per conto di aristocratici e latifondisti. Una parte del popolo meridionale si sente tradito e risponde con la lotta armata contro i nuovi governanti. È il brigantaggio. Una guerra tra italiani che conterà migliaia di vittime. Secondo il prof. Alessandro Barbero: “Il brigantaggio è stato al tempo stesso un fenomeno criminale, una rivolta contadina, repressa dall'esercito italiano con una violenza inimmaginabile e una guerra civile. Se cerchiamo di semplificarlo, riducendo tutto a una sola dimensione, non capiamo nulla di questo fenomeno del quale, per decenni, non si è mai più parlato”. Il tempo e la storia Brigantaggio: una guerra italiana di Fabio Bottiglione con il prof. Alessandro Barbero
Un secolo di lotte contadine: Il brigantaggio (prima puntata)
Rai Replay Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione La storia del sindacato contadino è una storia di sconfitte: nella prima puntata, Giorgio Bocca affronta il tema del brigantaggio nell'Italia meridionale dopo l'unità, fenomeno nato anche dal mancato ottenimento, da parte delle masse contadine del Sud, di quelle terre per cui Garibaldi aveva lottato.
Un secolo di lotte contadine: La boje (seconda puntata)
Rai reply Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione La puntata del 20 novembre 1970 è intitolata Le boje: per boje si intendeva una pentola posta sul fuoco il cui coperchio saltella per via dei vapori emanati da ciò che vi è contenuto. Allinizio della puntata, due contadini ricordano i pochi pasti a base di carne della loro infanzia. Come ricordato da Bocca, la borghesia dei primi decenni dellunità dItalia era totalmente indifferente nei confronti della campagna e delle masse contadine. Il giurista Guido Neppi Modona sottolinea latteggiamento dellallora presidente del Consiglio Agostino Depretis che fu di dura repressione delle agitazioni contadine. Il giornalista Roberto Leydi racconta dellassenza nei programmi scolastici della storia di tali agitazioni, mentre il direttore de "La Gazzetta di Mantova", Gian Carlo Eramo, legge un articolo del 1886 sul processo ai capi dei moti.
Un secolo di lotte contadine: I fasci siciliani (terza puntata)
Rai Replay Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione La puntata è dedicata alle condizioni disumane in cui vivevano i contadini siciliani, poverissimi, arretrati, ancora pienamente nella tradizione dei matrimoni combinati dai genitori e in balia dell’aumento dei prezzi e dell’instabilità dei salari. A questa difficile situazione i braccianti dell'isola risposero con la creazione dei fasci, associazioni spontanee di lavoratori nate con lo scopo di combattere i soprusi, progenitrici delle organizzazioni sindacali e delle lotte operaie.
Un secolo di lotte contadine: Tra guerra e fascismo (quarta puntata)
Rai reply Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione La puntata è dedicata al ruolo dei contadini durante la Prima Guerra Mondiale: molti di loro parteciparono al conflitto combattendo in prima linea, altri dovettero disertare per via delle gravi difficoltà economiche in cui le loro famiglie versavano. Vengono poi raccontati la riconversione post-bellica delle industrie e lo squadrismo fascista. In studio, Giorgio Bocca intervista gli storici Brunello Vigezzi e Lorenzo Bedeschi, nonché i politici Andrea Marabini e Luigi Arbizzani e il consigliere comunale Ezio Antonioni.
Un secolo di lotte contadine: La resistenza (quinta puntata)
Rai Replay Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione In questa puntata viene ripercorso il periodo della Resistenza in Italia visto dal punto di vista dei braccianti agricoli, molti dei quali furono uccisi dai soldati nazisti. I contadini furono protagonisti di una dura rivolta nei confronti del fascismo: su questo tema vertono le interviste al membro del CLN Valdo Fusi, al giornalista Guido Nozzoli, allo storico Franco Catalano, al politico Luigi Arbizzani, al giornalista Davide Lajolo.
Un secolo di lotte contadine: La riforma agraria (sesta puntata)
Rai Replay Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione Giorgio Bocca indaga in questa puntata la condizione dei contadini dopo la Seconda Guerra Mondiale: nella strage di Portella della Ginestra (PA), nel 1947, morirono undici braccianti che dimostravano contro il latifondo e per ottenere il possesso delle terre. Vi era all’epoca la profonda esigenza di una riforma agraria, che sarebbe stata attuata soltanto nel 1950. Il sindaco di Melissa viene intervistato sulla storia della lotta contadina; il sindacalista Francesco Caruso sul bilancio della riforma agraria a vent’anni dalla sua introduzione; il sociologo Corrado Barberis e l’economista Manlio Rossi Doria sulle conseguenze della riforma nel secondo dopoguerra.
Un secolo di lotte contadine: La grande fuga (settima puntata)
Rai Replay Occorre registrarsi con email e password molto semplice, poi si vede la trasmissione Nella puntata conclusiva del ciclo viene raccontata la grande fuga dei contadini dalle terre, un esodo, causato dalla crisi, che vide una massiccia emigrazione in Germania, Francia e Svizzera. Tale emigrazione comportò non solo la riconversione da braccianti agricoli a operai, ma spesso anche la nascita di focolai razzisti nei Paesi in cui i contadini erano andati a cercare fortuna. Vengono intervistati su questo tema lo psicologo Renato Pozzi e don Luciano Allais, direttore dell’Ente Italiano Servizio Sociale.
IL MOVIMENTO SINDACALE ORGANIZZATO: DAI MOTI DEL 1898 AGLI SCIOPERI DEL 1903
L’excursus storico tracciato dall’unità didattica si riferisce agli ultimi anni dell’Ottocento in Italia. Il 1896 è l’anno della sconfitta delle truppe italiane ad Adua, in Africa. È in seguito a tale disfatta che il movimento socialista, capeggiato da Andrea Costa (Imola, 1851 – 1910), inasprisce la sua critica alla politica coloniale. Due anni dopo, nel 1898, scoppiano a Milano i moti popolari che, diffusisi presto nel resto del Paese, portano Crispi alle dimissioni. Anche il Sud diviene teatro di scontri e di proteste. La repressione è durissima; si calcola addirittura lo scioglimento di 46 Camere del lavoro su 52; le condanne ai capisaldi dei moti sono numerosissime. Le elezioni politiche del 1900 e la nomina a capo del governo di Giuseppe Zanardelli (Brescia, 1826 – Maderno, 1903) segnano una tappa fondamentale. La politica liberalista e progressista di Zanardelli, che sostiene la necessità di inserire i ceti subalterni a pieno titolo nella vita politica italiana, viene poi raccolta e rinnovata, tra luci ed ombre, dal suo successore, Giovanni Giolitti (Mondovì, 1842 – Cavour, 1928). Gli anni 1901–1902 sono attraversati ancora da scioperi operai e moti contadini, e nel contempo vedono la nascita di numerose leghe ed associazioni di lavoratori (ferrovieri, operai tessili e metallurgici, vetrai).
RIFORMA AGRARIA E LOTTE CONTADINE. COSTITUENTE E COSTITUZIONE
Il filmato, tratto dal progetto di Rai Educational, Storia d`Italia multimediale del 1997, racconta la difficile situazione sociale nelle regioni agricole del Mezzogiorno d`Italia alla fine della guerra. Dal cinegiornale Luce, vediamo le immagini di un piccolo paese agricolo, Grassano in Lucania, preso a campione per un’indagine sull’arretratezza delle regioni meridionali. Emilio Colombo, deputato alla Costituente della Democrazia Cristiana, interviene sui temi del latifondo e della riforma agraria e ricorda i moti scoppiati a Melissa, in Calabria, nel 1948. Mario Assennato, deputato per il PCI alla Costituente, racconta le lotte agrarie avvenute in provincia di Bari con morti, feriti e arresti. Alcune sequenze del documentario Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato, di Carlo Lizzani, del 1949, testimoniano la difficile situazione di quegli anni.