- Info
LETTURE CONSIGLIATE
-
Antonella Stirati, Lavoro e salari – Un punto di vista alternativo sulla crisi, L’asino d’oro edizioni, Roma 2020
-
E' uscito un bel libro che propongo alla attenzione di voi tutti.
Antonella Stirati, Lavoro e salari – Un punto di vista alternativo sulla crisi, L’asino d’oro edizioni, Roma 2020, 279 pagine, 18 €.
La ottima recensione di Sergio Cesaratto e' un invito alla lettura.
In particolare la consiglio ai piu' giovani che segneranno il futuro dei nostri insegnamenti.
Sperando che non solo certe idee cardine, teorie e analisi vengano trasmesse alle generazioni future, ma che questi insegnamenti possano servire per le loro ricerche economiche e sociali!
La recensione la potete leggere qui:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/da-sraffa-al-coronavirus-attraverso-il-jobs-act-da-antonella-stirati-un-vademecum-per-la-rifondazione-della-sinistra/
-
Sergio Cesaratto, Heterodox Challenges in Economics Theoretical Issues and the Crisis of the Eurozone, 2020
-
Emiliano Brancaccio, Non sara' un pranzo di gala, 2020
-
“Il mercato rende liberi, e altre bugie del neoliberismo”, di Mauro Gallegati (2020)
-
“Il mercato rende liberi”, il nuovo libro di Mauro Gallegati, è un corpo a corpo con la teoria economica dominante per mostrarne tutti i limiti concettuali e metodologici, insieme alle gravi conseguenze sociali e ambientali prodotte dalla sua acritica e fideistica accettazione. Ma un’alternativa esiste.
-
Tutte le bugie del neoliberismo, di Lucrezia Fanti (2021)
-
Tornare a Keynes. Gli scritti di Fausto Vicarelli, di Claudio Gnesutta (2021)
-
Fausto Vicarelli ha rappresentato un punto di riferimento nel dibattito sul pensiero keynesiano e l’indicazione che viene dal volume appena pubblicato dalla Banca d’Italia e che raccoglie i suoi studi arriva l’indicazione di tornare al genuino pensiero di di J. M. Keynes.
-
Rotta Next Generation: tra narrazioni ed evidenza empirica, le sfide del possibile orizzonte della politica economica italiana, di ANNA MARIA VARIATO, PAOLO MARANZANO e ROBERTO ROMANO (settembre 2020) - Moneta e Credito
-
Il presente contributo rappresenta le caratteristiche settoriali del paese per identificarne punti di forza e di debolezza, così da delineare proposte coerenti con il piano “Next Generation EU”. La trattazione verte sul posizionamento dei settori produttivi rispetto a Francia, Germania, e Spagna, osservato per tutte le categorie NACE2 in due sottoperiodi (2002-2007, 2013-2018). Dalle analisi empiriche emerge una ambivalenza statica ed evolutiva: a fronte della tenuta dei livelli e della apparente similarità di struttura produttiva, si amplia il divario tra l’Italia e gli altri paesi di confronto. Dalle propensioni all’investimento e all’innovazione si evince che la riduzione dei costi prevale sulla ricerca di nuove opportunità di crescita indotte da investimenti e R&S; le differenze settoriali sono però marcate. L’indicazione di politica economica è che, per una gestione efficace dei fondi NGEU, è necessaria un’azione strutturata con criteri di settorialità, territorialità, e di integrazione nazionale delle catene del valore.
-
Teodoro Dario Togati: Recensione a S. Cesaratto, La politica monetaria com'è e come viene raccontata, 2021
-
RIFORMARE LE REGOLE EUROPEE, di Andrea Boitani e Roberto Tamborini, Dicembre 2021
-
Riflessioni sull’economia. Per uno sviluppo inclusivo e sostenibile, di VITTORIO VALLI (2022)
-
Questo saggio bio-bibliografico presenta gli aspetti principali della formazione economica dell’autore, dei rapporti avuti con noti economisti italiani e stranieri, della maturazione della sua ricerca su temi relativi alla politica economica, alla teoria della crescita e dello sviluppo economico, agli studi di sviluppo economico comparato ed alla economia e politica del lavoro. Tutto ciò è accompagnato da elementi della storia economica contemporanea della seconda metà del secolo XX e dei due primi decenni di questo secolo e da analisi e riflessioni, in ottica comparativa, sulle politiche e le tendenze di sviluppo dell’economia italiana e di quella europea, nonché alle fasi di crescita o di crisi economica degli Stati Uniti, della Germania e delle maggiori economie dell’Asia. Le conclusioni generali sono che senza una politica sufficientemente inclusiva e sostenibile ogni processo di sviluppo economico tende nel lungo o lunghissimo periodo a deteriorarsi o implodere, e che i mutamenti economici di fondo sono strettamente intrecciati con l’evoluzione della storia, delle istituzioni e dei fenomeni politici e sociali.
-
Passo d’addio, di ROBERTO ARTONI (2022)
-
Nelle scuole di danza il passo d’addio è il saggio finale che chiude il periodo di formazione dei giovani ballerini, ormai pronti a intraprendere la carriera professionale. Nel mio caso il passo d’addio ha un significato del tutto diverso: è il momento finale di una lunga esperienza, rappresentando la presa d’atto dell’itinerario culturale che è stato seguito nel corso di cinque decenni.
-
Russia's War and the Global Economy Feb 25, 2022, DI NOURIEL ROUBINI
-
Russia's War and the Global Economy by Nouriel Roubini - Project Syndicate
-
Rivista online FuoriCollana, numero dedicato alla Russia e conflitto Ukraino (aprile 2022)
-
Non sappiamo ancora quando la guerra, questa fase della guerra, cesserà. Sappiamo, anche se troppi osservatori lo dimenticano, che la questione russa e la questione ucraina resteranno nei prossimi decenni. Aggravate e complicate dal peso degli avvenimenti di queste settimane, non solo quelli strettamente bellici. Un tema enorme, Russia ieri oggi domani, che costituisce il filo conduttore dei contributi contenuti in questo numero uno di fuoricollana.it . Dopo lo straordinario e inatteso favore raccolto dal numero zero dedicato al “virus atlantico”, i cui contributi i nostri lettori ed amici troveranno sempre nel sito.
-
Sergio Cesaratto, Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa
-
Aspetti politici del pieno impiego, di Michail Kalecki (1943)
-
Inflation in the Time of Corona and War, di Servaas Storm (Working Paper No. 185 May 30, 2022)
-
Inflation in a Time of Corona and War, by Servaas Storm (June 2022)
-
Neoliberalism. A Navigation Guide for Educators
-
While the world we live in has always been changing, it appears that the last few decades have seen some truly remarkable changes that are as wide ranging as they have proved to be transformative. Some of these changes have indeed been positive. For example, we have seen a steady, notable decline in worldwide hunger and poverty levels, along with a concomitant increase in access to clean drinking water and electricity among poor communities across the world. Unfortunately, these few bright spots have been crowded out by the steady, relentless onslaught of negative developments that appear to diminish our collective hopes for a peaceful, socioecologically just and sustainable planet.
So, for instance, while on the one hand, rampant commodification of the natural world has led to climate change, sixth mass extinction, and worldwide ecological ruin. At the same time, increasing wealth and income inequality, gig economy, weakening of labor protections and rights, and fraying of the social safety nets have decimated the middle class and made precarity of existence a fact of life for most people around the world.
Scholars connect these momentous changes – both good and bad – with the unparalleled and dominance of global capitalism in the world today. Interestingly, while people may feel anxious about their present and even dread the future, this unease is often accompanied by a fatalistic sense of resignation that Mark Fisher memorably labeled as “capitalist realism” – an acceptance that there might not be an alternative to capitalism. Not surprisingly, the calls for change have, therefore, been mostly sporadic and scattered, and it appears difficult to imagine that alternative futures are not just desirable but also achievable.
The capitalist realism rests on a “common sense” understanding of the world that has become increasingly normalized in most advanced capitalist societies. Though there are varied and complex reasons for this normalization, we hold the individuals and groups holding political-economic power as especially responsible for this development. This is because there is strong evidence that normalization of this “common sense” has helped the political-economic elite in advanced capitalist societies to enrich themselves often at the expense of the poor and marginalized, and maintain their cultural hegemony over the masses. Further, though there are notable exceptions, by and large the political-economic elite has actively contributed in decades long efforts to normalize this “common sense” among people of all socioeconomic backgrounds.
This “common sense” rests on an unwieldy set of ideas that dictate how one must live and how best to build a prosperous and just society. Collectively, sociopolitical philosophers have labeled these ideas as NEOLIBERALISM. In the last few decades, neoliberalism has had a profound influence on shaping the “common sense” in almost every facet of our lives. Educators, in particular, have witnessed how neoliberal ideas have seeped into the “common sense” that dictates our understanding of education and the best ways to impart it the children. This “common sense” resides in a relatively new neoliberal language of schooling that is increasingly becoming the norm in hallways, offices and classrooms in the United States and many other advanced capitalist societies. This language is populated by words that are usually very familiar, but often have profound and adverse implications that are not always visible on the surface.