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Ingegneria proteica | Contro l'emofilia una super-molecola coagulante messa a punto a Unife

02/10/2025

Scienza, cultura e ricerca

Una super-molecola ingegnerizzata per conferire maggiore capacità coagulante a chi soffre di emofiliaЀ il risultato ottenuto dallo studio appena pubblicato su Nature Communication da un gruppo di ricerca internazionale in cui l’Università di Ferrara ha avuto un ruolo chiave, insieme all’Università di Oslo e l’istituto San Raffaele di Milano.

“Tutti in un modo o in un altro abbiamo incontrato il processo della coagulazione, quando abbiamo visto guarire una piccola ferita. Esistono purtroppo casi di malattie genetiche ereditarie, come l’emofilia B, in cui uno dei fattori che rendono la coagulazione efficace risulta mancante, in particolare quello che viene chiamato fattore IX.
In questi pazienti, uno degli approcci terapeutici più utilizzati è la cosiddetta terapia sostitutiva, ovvero l’infusione di un fattore IX “ricombinante”, cioè prodotto in laboratorio. Tuttavia, il limite di questa terapia è purtroppo rappresentato dall’efficacia limitata nel tempo che rende necessarie infusioni ripetute” spiega il Professor Alessio Branchini del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife.

Ora, grazie all’ingegneria genetica, le ricercatrici e i ricercatori sono intervenuti sulla molecola terapeutica, il fattore IX “ricombinante” appunto, per renderla una super-molecola e migliorarne le caratteristiche.

“Per migliorare l’efficacia di questa molecola abbiamo agito su più fronti grazie ad un approccio di tipo biotecnologico, ottenendo due nuove molecole ad alta efficacia. Le modifiche apportate ci hanno permesso di rendere queste molecole più “personalizzate” per una potenziale efficacia massima a breve termine, come in casi di emergenza, oppure per un uso a lungo termine tipico della profilassi, dove un’efficacia duratura è di estrema importanza” sottolinea Branchini.

“In particolare, abbiamo creato una combinazione - nello specifico una fusione - tra il fattore IX della coagulazione e l’albumina, una proteina che circola naturalmente nel nostro sangue con alta stabilità, in una sua variante modificata con stabilità ancor più elevata. Non solo, abbiamo anche modificato il fattore IX in modo da conferirgli una capacità coagulante superiore al normale. Infine, con un’altra modifica specifica abbiamo reso queste molecole ancor più personalizzabili dal punto di vista dell’efficacia” specifica ancora Branchini.

"I nostri studi in diversi modelli animali che mimano l’emofilia B umana, hanno dimostrato che le nuove molecole a carattere biotecnologico possiedono caratteristiche innovative e migliori dal punto di vista dell’attività biologica e dell’attività rispetto a trattamenti simili. Queste stesse caratteristiche sono di rilevanza estrema nel campo della coagulazione, soprattutto se pensiamo che le molecole generate possono essere sfruttate in modo personalizzato e personalizzabile a seconda delle esigenze" conclude il professor Mirko Pinotti del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife.


Per saperne di più

L’articolo originale Tailored collagen binding of albumin-fused hyperactive coagulation factor IX dictates in vivo distribution and functional properties” è stato pubblicato il 29 settembre sulla rivista Nature Communications.

La lista completa delle autrici e degli autori è: Kristin Hovden Aaen, Maria Francesca Testa, Jeannette Nilsen, Rebecca Tarantino, Cesare Canepari, Mascia Benedusi, Sopisa Benjakul, Mari Nyquist-Andersen, Marie Leangen Herigstad, Alessio Cantore, Giuseppe Valacchi, Inger Sandlie, Francesco Bernardi, Mirko Pinotti, Alessio Branchini, and Jan Terje Andersen.

A cura di CHIARA FAZIO


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