Evento

Anatomie della mente | Terzo appuntamento "Morte di un Commesso Viaggiatore"

Conferenze e dibattiti

Terzo appuntamento del ciclo Anatomie della mente - Conferenze dei Giovedì di Psicologia - Anno XVIa cura del Professor Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell'Università di Ferrara.

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica della Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione di Unife e la Biblioteca Comunale Ariostea.

Anatomie della mente anche quest’anno si propone di esplorare paesaggi straordinari come la storia, la follia, la musica, la malattia, l’anima, il cinema, la poesia, la morte e la vita attraverso la lente della PsicologiaSei nuove tappe del percorso di un viaggio con la psicologia e altre storie.

Programma

"Morte di un Commesso Viaggiatore. Contrappunto fra vita e finzione nella vita di Arthur Miller, con un intermezzo teatrale"

Relatore: Professor Stefano Caracciolo

Abstract

Quando ti siedi nella poltroncina in platea e il sipario non si è ancora alzato sai già cosa succederà. Quando vedi comparire Willy Loman, il Commesso Viaggiatore, anziano, stanco e sbuffante con le sue pesanti valigie di campionario, hai già capito che ha imboccato una strada senza ritorno, mentre la melodia di un flauto fa da sottofondo al suo ennesimo e definitivo ritorno a casa. Quello che non sai ancora, ma che ogni volta rivivi come fosse la prima volta nei due atti più il requiem finale del dramma, è come, quando, perché la fine arriverà. Seguendo Eduardo De Filippo: il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita. Compresa, naturalmente, la fine: in questo caso attraverso un suicidio. Il suicidio compare praticamente in tutti i drammi di Arthur Miller, a volte messo in scena, altre volte dietro le quinte, altre ancora minacciato, altre ancora travestito sotto un’altra modalità di tragica scomparsa:  si tratta di un suicidio ‘eroico’ in cui la morte del protagonista significa salvezza di altri come nel ‘Il Crogiuolo’, oppure di una morte affrontata per senso di colpa, o di una morte che intende riparare al disonore, come in ‘Uno Sguardo dal Ponte’, o come in ‘Erano Tutti Miei Figli’, dove il senso di colpa a lungo negato esplode, fuori scena, con un colpo secco di pistola.

Nel caso di Willy Loman, il commesso viaggiatore, il Sé grandioso artificialmente costruito per tutta una vita, basato sui successi lavorativi e sulla immaginata realizzazione narcisistica attraverso i figli, si incrina sotto i colpi della realtà esterna, non più eludibili con l’autoinganno, mostrando il crudo panorama di una vecchiaia insoddisfacente e fallimentare.  Così si arriva al crollo finale che però mantiene uno spiraglio di autorealizzazione, nel trasferire ai figli un’eredità legata alla cospicua cifra della polizza di assicurazione, all’insegna dell’American Dream che sembra comunque trionfare.

Ma perché nelle opere di Arthur Miller ricorre il tema del disonore, della colpa, della rovina che spesso culmina nella morte, quasi sempre del padre? Per ipotizzare alcune radici della genesi di questo elemento drammatico e narrativo bisognerà riesplorare la vita del drammaturgo, ripercorrere le vicende della sua famiglia, al momento della sua nascita ricca e prospera protagonista della vita newyorchese degli anni’20 del secolo scorso, con autista in Limousine e villa nel cuore di Manhattan, di fronte a Central Park, e in seguito, dopo il terribile crollo di Wall Street del 1929, ridotta in bancarotta e costretta ai lavori più umili. Sarà necessario prendere in esame la faticosa crescita e la formazione scolastica del piccolo Arty, che studiò fino all’Università mantenendosi con lavori umili mentre al fratello maggiore tale carriera fu preclusa. Si dovrà valutare la sua vita fatta di stenti prima e poi di sacrifici, per lunghi anni di apprendistato letterario e teatrale, il suo primo matrimonio e poi, con il successo nei teatri statunitensi ed europei, finalmente una vita agiata, e infine la celebrità e l’inserimento nel Jet-set fino al suo secondo matrimonio, nel 1956, con Marilyn Monroe ed il suo tragico epilogo con la morte di lei.

Ad accompagnare e arricchire questo percorso psicobiografico su Arthur Miller sarà una lettura scenica interpretativa di alcuni passi salienti di “Morte di un Commesso Viaggiatore”, grazie alla partecipazione di alcuni attori della Compagnia di prosa ‘Arte e Salute’ di Bologna, diretta dal regista Nanni Garella, che si è cimentata negli anni nella messa in scena di numerosi spettacoli con testi classici e contemporanei rappresentati su tutto il territorio nazionale e in tournèe e Festival Teatrali Europei e Internazionali, ottenendo prestigiosi riconoscimenti come il Premio UBU (2004) e  il Premio Anima – Sezione Teatro (2013)e  sperimentando un modello operativo inconsueto e innovativo in una realtà artistica nata nell’ambito del disagio e dell’esclusione sociale.

Come partecipare 

L'accesso è libero.

Materiali utili