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Sport e inclusione | Intervista ad Arianna Roncarati, studentessa Unife vincitrice del premio Bratti

10/06/2022

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Sport e inclusione | Intervista ad Arianna Roncarati, studentessa Unife vincitrice del premio Bratti
Arianna Roncarati mentre presenta la tesi che le è valsa il premio Luciano Bratti

Grazie alla sua tesi di laurea dedicata al tema del valore sociale e dell'inclusività nello sport, Arianna Roncarati ha vinto il premio “Luciano Bratti”,  istituito dall'Università di Ferrara con l’intento di onorare la memoria di una figura storica del mondo sportivo e sociale della città di Ferrara.

Arianna ha studiato Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata dell'Università di Ferrara, e la sua tesi si intitola “Differenza di genere nello sport. Rappresentazioni, media e stereotipi”.

In occasione della cerimonia di consegna del premio, che si è svolta stamattina (10 giugno 2022, ndr) nell’Auditorium del Rettorato di via Ariosto, l'abbiamo intervistata per farci raccontare il suo percorso e gli obiettivi della sua tesi. 

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Da sinistra Alessandro Bratti (figlio di Luciano e docente Unife), Arianna Roncarati e Consuelo Mangifesta

Buongiorno Arianna, grazie per aver accettato il nostro invito. Partiamo da te, com’è iniziato il percorso che ti ha portata a diventare Dottoressa in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata?

Grazie a voi per l’invito. Lo sport mi ha appassionata fin da piccola: appena avevo un attimo di tempo andavo in giardino a giocare. Finite le superiori mi sono iscritta alla Triennale di Scienze Motorie, il mio obiettivo era quello di diventare professoressa di ginnastica e, più in generale, avevo un debole per il funzionamento del corpo umano.
Dopo aver conseguito la Laurea Triennale il mio percorso universitario si è fermato, avevo deciso di provare altre strade. Dopo qualche anno, però, ho preferito tornare sui miei passi e mi sono iscritta alla Magistrale. In questa seconda fase del percorso universitario ho incontrato il Professor Giorgio Cappello e, grazie a lui, la Sociologia dello Sport. L’argomento della differenza di genere nello sport mi ha colpita fin da subito. Quindi ho deciso di portarlo alla tesi finale.

Su quali ambiti verte la tua tesi e perché hai scelto proprio questo ambito?

La mia tesi verte su un tema molto dibattuto al giorno d’oggi: le differenze di genere nello sport.
Nello specifico sono andata a trattare gli stereotipi e le varie rappresentazioni che ha avuto la donna nel passato, i successi che sono stati raggiunti fino a ora e le lotte per abbattere i pregiudizi.
La mia tesi si conclude con l’intervista ad una calciatrice famosa, Eleonora Goldoni, che mi ha aiutata a riflettere molto, dandomi anche uno spunto su quello che può essere il mio futuro.
Ho deciso di trattare questo tema in primis perché mi piacerebbe insegnare, e credo che l'attenzione per questi temi sociali sia fondamentale anche nelle scuole. Vorrei insegnare alle/ai giovani fin da subito ad abbattere queste barriere.
Inoltre, essendo io donna e avendo provato diversi sport in passato, è un tema che sento molto sulla mia pelle. So che ci sono stati dei progressi e si sta lavorando tanto per questo, ma con la mia tesi volevo far sapere a tutti che per le donne è stato ed è ancora molto difficile farsi strada nel mondo dello sport. 

Cosa rappresenta per te questo premio? E come ci si sente ad averlo vinto?

Vincere questo premio è un enorme traguardo personale. Vedere valorizzato un argomento che mi sta tanto a cuore è una grandissima soddisfazione perché vuol dire che qualcosa smuove nelle persone. Inoltre, sono felice di averlo ricevuto perché è un tema che ho elaborato io; avevo tanto timore, avevo paura che sarebbe stato criticato e invece è stato premiato. Questo premio per me rappresenta una rivincita per tutte le donne. 

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Arianna riceve il premio dalla signora Fosca, moglie di Luciano Bratti

Che ruolo ha l’Università di Ferrara nel tuo percorso? 

Il percorso per la laurea magistrale è stato molto soddisfacente. Con la didattica a distanza ho avuto anche l’opportunità di gestire meglio il tempo, e quindi di seguire meglio le lezioni. Purtroppo, sempre per via della DAD, non ho conosciuto i miei compagni, non ho potuto confrontarmi con loro, se non telefonicamente. Però ho avuto la possibilità di iniziare a lavorare negli istituti scolastici.
La laurea magistrale ha dato una direzione più precisa al mio percorso e mi ha fornito le conoscenze opportune, soprattutto nell'ambito della sociologia. Ci tengo a ringraziare l’Università di Ferrara per avermi dato una grande opportunità di crescita personale.

Quali sono i tuoi progetti futuri? 

Il motivo che mi ha spinta a iscrivermi alla magistrale è l’insegnamento. Voglio insegnare perché mi piace l’ambiente scolastico, mi piace stare con i ragazzi, lo trovo un ambiente dinamico.
Vorrei insegnare l’attività fisica perché è molto di più di come appare, dietro ci sono lo spirito di squadra, i movimenti fatti bene, lo stare in gruppo.
Ci sono tante cose legate allo sport che sono sottovalutate. Lo sport genera tantissimi riscontri positivi in altri ambiti della vita. Poi, vorrei insegnare ai ragazzi fin da piccoli che lo sport è di tutte e di tutti, insegnare loro ad abbattere le barriere delle differenze di genere che ancora oggi purtroppo, nonostante i progressi, sono ancora presenti nel mondo dello sport.
Per il futuro non voglio escludere l’ambito riabilitativo, chissà che un giorno non possa aiutare le persone a stare meglio.
Infine, la tesi che ho elaborato mi ha portata anche a riflettere e prendere in considerazione gli aspetti sociali dello sport, anche questo è un campo che mi interesserebbe portare avanti in futuro.  

Cosa ti sentiresti di dire alle/i giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso di studi?

Vorrei dire alle ragazze e ai ragazzi che per fare le cose bene bisogna dedicarsi a qualcosa che piace, se c’è la passione poi si può fare tutto. Puoi anche partire da zero ma se hai passione e interesse per quello che fai riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi. Lo sport poi è fondamentale e va fatto bene, il nostro lavoro di insegnanti è molto importante ed è molto di più di quello che sembra. Vorrei dire di prendere questa strada con responsabilità e passione perché nel loro piccolo possono fare la differenza.

C’è qualcosa che ci vorresti aggiungere?

Ci tengo a dire che in una Magistrale di Scienze Motorie, in un percorso legato allo sport, in cui tutto è centrato sulla parte sportiva e riabilitativa, bisogna dare massima importanza anche alla Sociologia. Io mi sono sentita un po’ in dubbio quando ho deciso la mia tesi, perché era una materia tra tante e il peso che le si dava era minore.
Quando mi sono confrontata con i compagni mi sono bloccata perché criticavano la mia scelta. Poi ho deciso di seguire la mia strada e il riscontro è stato molto positivo. 

Infine, con questa tesi ripongo fiducia in un futuro che non si basi sulle differenze di genere. Spero in un futuro che non scelga sulle differenze ma al contrario avvicini le persone con ciò che di più le accomuna, in questo caso lo sport, perché lo sport abbraccia tutti gli individui per quello che sono.

Intervista a cura di Ginevra Criveto, tirocinante del corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione.

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