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Biotecnologie | L'Associazione Italiana Sindrome di Shwachman-Diamond finanzia studio Unife

27/10/2022

Scienza, cultura e ricerca

Biotecnologie | L'Associazione Italiana Sindrome di Shwachman-Diamond finanzia studio Unife
La Professoressa Monica Borgatti (al centro) con le Dottoresse Elisabetta D’Aversa e Giulia Breveglieri del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife

L’Associazione Italiana Sindrome di Shwachman-Diamond (AISS) ha stanziato 10.000 euro per finanziare un progetto di ricerca che mira a elucidare alcuni meccanismi molecolari alla base della sindrome di Shwachman-Diamond (SDS), una patologia ereditaria multiorgano per la quale attualmente non esiste una cura.

"La malattia è molto rara e nel 20% dei casi causa mielodisplasia, una carenza di cellule del sangue dovuta al danneggiamento delle cellule staminali del midollo osseo. Ne consegue un rischio elevato di sviluppare leucemia mieloide acuta, una patologia tumorale a progressione molto rapida" spiega la Professoressa Monica Borgatti, Professoressa del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, principal investigator dello studio.

L’obiettivo del progetto, dal titolo dal titolo "Understanding the possible correlation between inflammation and leukemic evolution in SDS", è proprio quello di identificare possibili anomalie molecolari alla base di questa trasformazione maligna, con particolare attenzione agli aspetti di tipo infiammatorio. A questo scopo saranno quindi analizzate colture di cellule del midollo osseo provenienti da pazienti SDS, per valutare la presenza di eventuali disfunzioni a carico delle vie del segnale correlate ai processi infiammatori. 

Lo studio nasce dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca della Professoressa Monica Borgatti, che include le dottoresse Elisabetta D’Aversa e Giulia Breveglieri, e quello del Dottor Valentino Bezzerri del Centro Fibrosi Cistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.

"Il nostro progetto permetterà di comprendere meglio le cause dello sviluppo tumorale in pazienti SDS e quindi di identificare possibili bersagli molecolari di tipo terapeutico e prognostico" conclude la Professoressa Borgatti.

A cura di CHIARA FAZIO