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Polo universitario penitenziario | Rinnovata la convenzione tra l’Università di Ferrara e la Casa Circondariale

15/12/2025

Unife, le imprese e il territorio

Un Polo universitario penitenziario che continua a crescere, nei numeri e nelle opportunità che offre. È in questo contesto che si inserisce il rinnovo della convenzione tra l’Università di Ferrara e la Casa Circondariale della città. L’accordo garantisce continuità a un percorso decennale, che ha visto, solo nell’ultimo anno, un aumento significativo degli studenti, da 15 agli attuali 25 impegnati in 13 diversi corsi di laurea, insieme al potenziamento dei servizi e degli strumenti didattici. Ulteriori importanti azioni che testimoniano il continuo impegno per rendere il diritto allo studio pienamente accessibile anche a chi vive una condizione di privazione della libertà.

“Il rinnovo di questa convenzione rappresenta molto più di un semplice atto formale – afferma la Rettrice di Unife, Laura Ramaciotti –. È la conferma di una visione che l’Ateneo porta avanti da anni: l’università come motore di crescita personale e sociale, come spazio di conoscenza che deve essere realmente accessibile a tutte e a tutti, anche a chi si trova in condizioni di maggiore fragilità o privazione. Crediamo fortemente che il diritto allo studio non possa conoscere barriere e che la formazione sia uno strumento essenziale per restituire dignità, opportunità e prospettive concrete. Portare lo studio dentro il carcere significa investire in percorsi autentici di crescita personale, culturale e professionale delle persone detenute, offrendo loro strumenti per ripensarsi e per costruire un futuro rientro in società più consapevole, responsabile e partecipato. È un impegno che richiede continuità e una collaborazione piena tra università, amministrazione penitenziaria e tutti coloro che, a vario titolo, rendono possibile questo progetto. La crescita del Polo universitario penitenziario, nei numeri, nei servizi, negli spazi, nella qualità dell’offerta formativa, dimostra la validità di questo lavoro condiviso. Ogni nuovo studente, ogni esame sostenuto, ogni attività di tutorato o orientamento svolta in carcere, rappresenta un passo avanti verso un’idea di formazione che non esclude, ma include e che non si limita alla trasmissione di saperi, ma promuove partecipazione e responsabilità. Oggi confermiamo con convinzione il nostro impegno, certi che investire sull’istruzione universitaria in carcere significhi investire sulla società nel suo complesso.”

Negli ultimi anni il Polo universitario penitenziario ha continuato a crescere, arricchendo l’offerta formativa e i servizi a disposizione degli studenti detenuti. Il gruppo dei tutor si è ampliato, garantendo un supporto più costante nei diversi passaggi del percorso accademico. Accanto a questo, è stata creata in carcere una biblioteca universitaria con tutti i testi necessari per la preparazione degli esami, affiancata da materiali informativi e da strumenti didattici e informatici compatibili con le condizioni detentive. Inoltre, gli spazi sono stati riorganizzati con la creazione di tre sale studio, allestite con arredi messi a disposizione dall’università, per offrire ambienti più funzionali e accoglienti per lo studio quotidiano.

“La sottoscrizione della convenzione tra la Casa Circondariale di Ferrara e l’Università di Ferrara per la prosecuzione del Polo Universitario all’interno dell’istituto penitenziario, conferma l’importanza della formazione universitaria quale elemento essenziale del trattamento rieducativo dei detenuti - spiega Maria Martone, Direttrice del carcere -. Il progetto si è consolidato nel tempo grazie al supporto didattico dei tutors universitari e della referente Unife Professoressa Stefania Carnevale, che assicurano in modo stabile e continuativo azioni di orientamento e di sostegno degli studenti nei percorsi di studio individuali con risultati eccellenti che sono testimoniati anche dal numero dei detenuti attualmente iscritti ai vari corsi di studio universitari. La direzione della casa circondariale di Ferrara garantisce il massimo impegno organizzativo e gestionale per la prosecuzione del progetto, prevedendo anche aree detentive per ospitare gli studenti detenuti, facilitando lo studio in autonomia in spazi più adeguati. Questo progetto offre un’immagine diversa del carcere, positiva e basata sui valori dell’istruzione e della cultura come volani di cambiamento, contrapponendosi alla percezione negativa legata al sovraffollamento e all’emarginazione, trasformando il carcere in un luogo di apprendimento accessibile a tutti senza distinzioni”.

“Sono molto soddisfatta dell’andamento del Polo universitario penitenziario – dichiara Stefania Carnevale, Delegata al Polo Universitario Penitenziario e ai rapporti istituzionali con l'Amministrazione penitenziaria. Con il sostegno dell’Ateneo, delle sue risorse e professionalità, e con il supporto dell’Amministrazione penitenziaria e dei suoi operatori, stiamo garantendo il diritto allo studio universitario a un numero crescente di persone, offrendo sempre più servizi e migliorando quelli esistenti. I nostri studenti crescono, l’accesso ai libri e al materiale didattico è più fluido, le attività di orientamento si sono perfezionate e gli spazi dedicati al Polo all’interno della Casa circondariale sono cresciuti. La collaborazione con la Direzione del carcere sta dando grandi risultati e la governance di Ateneo sostiene sempre di più il progetto. Docenti e personale amministrativo sono ormai consapevoli dell’esistenza di una università nell’università, con esigenze particolari che richiedono sforzi costanti. Decisivo quest’anno il sostegno di ER.GO, che ha assicurato borse di studio ai nuovi iscritti e ai meritevoli. Fondamentale l’apporto dei nostri tutor, studentesse e studenti, dottorande e dottorandi animati da una passione encomiabile”.

Ulteriore novità è l’ingresso di ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, che sostiene, con borse dedicate, gli studenti privi di mezzi e meritevoli. 

“Siamo molto orgogliosi della collaborazione con l'Università di Ferrara  per gli interventi a supporto del Polo Universitario Penitenziario, al fine di favorire e promuovere l'accesso all'Università - evidenzia Francesco Scaringella, Direttore ER.GO, Azienda regionale per il diritto agli studi superiori -. ER.GO interviene con un contributo economico e con  interventi legati alla ricerca del lavoro e dell'alloggio nel periodo di fine pena. E’ un progetto che rappresenta un tassello importante  del diritto allo studio che  fa  dell’inclusione degli studenti più fragili un punto di valore irrinunciabile”. 

Le attività svolte a Ferrara si inseriscono in una rete più ampia, quella della Conferenza nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli universitari penitenziari (CNUPP), che raccoglie oggi quasi 50 Atenei impegnati nel garantire il fondamentale diritto allo studio anche a chi è privato della libertà e vuole sfruttare il tempo della restrizione per acquisire competenze e cultura, strumenti preziosi per un positivo, futuro rientro in società.

“La firma di questa convenzione rappresenta un passaggio fondamentale per garantire l’effettivo esercizio del diritto allo studio universitario, elemento centrale nei processi rieducativi e di reinserimento sociale e lavorativo delle persone private della libertà – sottolinea Giancarlo Monina, Presidente CNUPP. L’azione svolta dalle università negli istituti penitenziari è un volano prezioso per la crescita culturale e la consapevolezza della comunità carceraria. Rendere fruibile il diritto allo studio stimola, infatti, un miglioramento continuo delle condizioni di vita penitenziarie. I Poli universitari penitenziari sono una risorsa preziosa perché portatori di cultura, capaci di rendere il carcere un luogo più aperto, spazio di scambio e laboratorio di nuove identità, dove si educa all’autonomia di pensiero e d’azione, premessa della responsabilità individuale e sociale. Lo studio universitario si configura dunque come un concreto 'trattamento di recupero' e come modalità di esecuzione orientata al reinserimento sociale. Lo scambio e la condivisione di saperi svolgono un ruolo civilizzatore e fanno dell’università in carcere un laboratorio di convivenza, dove si apprende il rispetto degli interessi collettivi fondamentali.”

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La firma della convenzione con la Rettrice di Unife Laura Ramaciotti e la Direttrice della Casa Circondariale di Ferrara Maria Martone

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Un momento della conferenza stampa di presentazione