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Biodiversità | Unife, Orto Botanico e Garden Club salvano una rara popolazione di orchidee spontanee del Delta del Po

11/10/2025

Unife, le imprese e il territorio

Biodiversità |  Unife, Orto Botanico e Garden Club salvano una rara popolazione di orchidee spontanee del Delta del Po
Un esemplare di una delle popolazioni di orchidee salvate: Neotinea tridentata

Una piccola e preziosa popolazione di orchidee spontanee del Delta del Po, altrimenti destinata alla distruzione insieme al suo habitat naturale, è stata salvata grazie a una sinergia virtuosa tra l’Università di Ferrara, il suo Orto Botanico e il Garden Club di Ferrara.

Grazie a una donazione, il Club, realtà molto attiva sul territorio per la salvaguardia del patrimonio botanico, ha sostenuto un’azione di tutela di questi esemplari, permettendone la sopravvivenza.

Questo intervento si inserisce nel più ampio impegno dell’Ateneo estense verso la conservazione della biodiversità, che trova massima espressione nel progetto NATURb-Orchids del National Biodiversity Future Center - NBFC, primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità e finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU, di cui l’Università di Ferrara è capofila. Obiettivo del progetto è studiare le orchidee come indicatrici di biodiversità vegetale.

“Nel Delta del Po crescono circa 30 specie di orchidee diffuse in prati, retrodune, boschi e pinete. Quando però questi habitat sono a rischio, in automatico la minaccia si estende alle specie. La perdita dell’habitat è infatti tra le principali cause del calo della biodiversità assieme ai cambiamenti climatici e all’impatto delle specie aliene invasive. Di fronte a questo scenario una possibile soluzione viene dalla conservazione ex situ, ossia dalla conservazione delle specie al di fuori del loro habitat naturale”, spiega Lisa Brancaleoni, docente di Botanica ambientale e applicata di Unife, da anni impegnata con il gruppo di Ecologia Vegetale del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione, assieme al Professor Renato Gerdol, nello studio di queste presenze sorprendenti anche nei Lidi ferraresi e nelle zone residenziali, dove spuntano in mezzo a margherite e trifogli.

Tutelare la flora spontanea in generale e ancora di più le specie rare e minacciate come le orchidee, è un dovere riconosciuto con la firma della Convenzione sulla Biodiversità nel 1992 al primo Summit della Terra a Rio de Janeiro – aggiunge Brancaleoni -. Le orchidee sono protette anche dalla Cites, la convenzione contro il commercio illegale di flora e fauna selvatiche. Inoltre, tutta la Famiglia delle orchidee in Emilia-Romagna è protetta dalla L.R. n 2 del 1977”.

Quando la conservazione in situ, nel proprio habitat naturale, non è più possibile, diventano cruciali le azioni di conservazione ex situ, come quelle condotte presso l’Orto Botanico dell’Università di Ferrara. “In questi casi, la conservazione presso gli Orti Botanici diventa un valore aggiunto. Gli Orti Botanici nel mondo sono riconosciuti come le principali strutture per la conservazione delle collezioni in vivo, riconosciute anche come beni culturali dal Codice Urbano”, evidenzia Renato Gerdol, Prefetto dell’Orto Botanico di Unife.

Fondamentale, dunque, il contributo del Garden Club di Ferrara, attivo promotore del verde come bene comune. “I rapporti con la bellezza e le risorse della natura devono evolvere. In condizioni di difficoltà come le attuali, l’attenzione sulla flora e il valore della biodiversità come patrimonio naturale e sociale deve essere mantenuta alta. Sono valori da tutelare perché ‘cantieri perenni’ di una vita responsabile e progettuale nei confronti del pianeta”, afferma Paola Roncarati del Garden Club.

“La donazione del Garden Club, in sinergia con il Parco del Delta del Po, ci ha permesso di salvaguardare una piccola popolazione di orchidee spontanee che altrimenti sarebbe stata distrutta assieme al suo habitat – conclude Lisa Brancaleoni -. Un domani si potrà procedere alla loro reintroduzione in natura, una volta individuato un habitat consono e stabile. La tutela della biodiversità deve essere percepita come una responsabilità comune, non appannaggio dei botanici o delle associazioni legate al mondo delle piante perché non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale delle piante e della biodiversità per la nostra esistenza”.