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Alzheimer | La stimolazione magnetica transcranica dimezza la progressione della malattia. Studio Unife e Santa Lucia IRCCS

07/04/2025

Scienza, cultura e ricerca

Alzheimer | La stimolazione magnetica transcranica dimezza la progressione della malattia. Studio Unife e Santa Lucia IRCCS
Il Professor Giacomo Koch in laboratorio

La stimolazione magnetica transcranica - terapia basata su impulsi elettrici impercettibili per il paziente, opportunamente focalizzati su una precisa area del cervello - è in grado di dimezzare la progressione dell’alzheimer dopo 52 settimane di trattamento, con miglioramenti evidenti sulle funzioni cognitive, l’autonomia della vita quotidiana e i disturbi comportamentali.

È il risultato  dello studio pubblicato sulla rivista Alzheimer’s Research & Therapy dall’equipe di ricerca del Professor Giacomo Koch del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, vice direttore scientifico dell’Ospedale di neuroriabilitazione Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma. 

“Da tempo siamo all’avanguardia a livello internazionale nello sviluppo di terapie basate sulla stimolazione magnetica transcranica (TMS) per il trattamento della malattia di alzheimer” commenta il Professor Koch. “Con questo lavoro, il primo al mondo ad analizzare un periodo di trattamento così lungo, non solo confermiamo i risultati già ottenuti precedentemente in un periodo di sei mesi, ma dimostriamo che le funzioni cognitive e l’autonomia funzionale dei pazienti possono essere preservati più a lungo, con un forte impatto sulla qualità della vita del paziente e dei familiari”. 

Secondo Marco Bozzali, Professore di Neurologia dell’Università di Torino, co-autore dello studio e presidente della SINdem, Associazione autonoma aderente alla SIN per le demenze, “questi risultati aprono nuove prospettive per lo sviluppo di terapie non farmacologiche personalizzate e, in vista dell’introduzione dei nuovi farmaci attualmente in corso di sperimentazione, per terapie complementari efficaci e prive di controindicazioni. Saranno pertanto necessari ulteriori studi multicentrici di Fase 2/3 per confermare la validità clinica di questo nuovo approccio terapeutico e per definire meglio i suoi meccanismi d'azione”.

Indolore, non invasiva, personalizzata. Come funziona la stimolazione magnetica transcranica (TMS)

La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è una terapia non invasiva, indolore e senza importanti effetti collaterali. Si basa sull’utilizzo di impulsi magnetici molto brevi e intensi che riescono a stimolare una debole risposta elettrica nell’area bersaglio. Questi impulsi elettrici, impercettibili per il paziente, attivano i neuroni andando a produrre l’effetto desiderato. In questo studio, la stimolazione ha avuto come bersaglio il precuneo, area del cervello già individuata in precedenti studi del Professor Koch come strategica per la stimolazione dei pazienti con malattia di alzheimer. 

“Il trattamento si è svolto in due fasi: un primo ciclo intensivo prevedeva delle applicazioni quotidiane per due settimane, successivamente, in una fase di mantenimento, la TMS era applicata una volta a settimana per 50 settimane.
La personalizzazione del trattamento con TMS è stata possibile grazie all’utilizzo di avanzate metodiche neurofisiologiche quali la TMS in combinazione con elettroencefalografia (TMS-EEG) che hanno permesso di definire a livello di ogni paziente il punto e l’intensità ottimale di stimolazione per la TMS integrando le informazioni ottenute con la risonanza magnetica del paziente. Prima e dopo il ciclo di 52 settimane di TMS sono state eseguite delle scale cliniche di valutazione dei disturbi cognitivi, delle autonomie della vita quotidiana e dei disturbi comportamentali” precisa il Professor Koch. 

La ricerca ha dimostrato come i pazienti trattati con TMS mostrino un rallentamento della progressione della malattia rispetto al gruppo di controllo, cioè a pazienti non sottoposti al trattamento.

Per saperne di più

L’articolo Effects of 52 weeks of precuneus rTMS in Alzheimer’s disease patients: a randomized trial è stato pubblicato sulla rivista scientifica Alzheimer's Research & Therapy  il 2 aprile 2025. 

Le autrici e gli autori dello studio sono: Giacomo Koch, Elias Paolo Casula, Sonia Bonnì, Ilaria Borghi, Martina Assogna, Francesco Di Lorenzo, Romina Esposito, Michele Maiella, Alessia D’Acunto, Matteo Ferraresi, Lucia Mencarelli, Valentina Pezzopane, Caterina Motta, Emiliano Santarnecchi, Marco Bozzali & Alessandro Martorana.

Lo studio è stato sostenuto dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Università e Ricerca e dalla BrightFocus Foundation.

A cura di CHIARA FAZIO