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EU Law Moot Court Competition | Intervista alle studentesse vincitrici

20/01/2023

Persone

EU Law Moot Court Competition | Intervista alle studentesse vincitrici
La squadra vincitrice alla Corte di Giustizia dell’UE e al centro in prima fila il Professor Jacopo Alberti

Samantha Lazzarini e Giulia Maria Parrella sono due delle sei studentesse del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara vincitrici della "EU Law Moot Court Competition" insieme a Sara Gaspari, Ilaria Grassi, Francesca Pasti, e Greta Rago.

Le abbiamo intervistate, invitandole a parlare della competizione a cui hanno preso parte, che ha previsto la simulazione di un processo pendente di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (UE) e che quest'anno ha riguardato un caso di valutazione di PNRR.

Buongiorno a entrambe. Vi ringrazio innanzitutto per aver accettato il nostro invito.

In che cosa consiste la competizione a cui avete partecipato?

Giulia: La EU Law Moot Court Competition consiste nel mettere in pratica, in una simulazione, alcuni degli argomenti trattati durante il corso di diritto dell’Unione europea tenuto dalla Professoressa Cristiana Fioravanti. In particolare, ci siamo cimentate nella scrittura di un atto, più di preciso, di un ricorso che chiedeva l'annullamento di un atto di diritto di un’istituzione europea. Abbiamo dovuto quindi analizzare le condizioni per chiedere tale annullamento. Siamo stati suddivisi in piccoli gruppi, nei quali abbiamo potuto analizzare la questione in un’ottica a 360 gradi, seguendo quella che è la struttura di un ricorso all’interno del diritto dell'Unione europea.

Samantha: Dopo aver strutturato l’atto, abbiamo inoltre potuto dibattere in quella che è stata una vera e propria simulazione processuale.

E nello specifico, a quale caso avete lavorato?

Samantha: Abbiamo lavorato all’annullamento della decisione del Consiglio dell’Unione europea riguardante l’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Polacco.

Giulia: Per essere più specifici, l’Unione europea ha deliberato l’erogazione di alcuni fondi, particolarmente ingenti, a favore degli Stati UE. Erogazione che è però subordinata al raggiungimento di determinati obiettivi da parte degli Stati stessi. In particolare, nel corso della simulazione, abbiamo contestato la decisione con la quale il Consiglio ha approvato gli obiettivi predisposti dalla Polonia per ottenere i fondi. È stato molto interessante potersi immedesimare nel sistema e poter applicare in modo concreto lo studio fatto al caso in questione, nonostante il nostro percorso di studi sia solo all'inizio e ci siano ancora molte cose da studiare e approfondire.

Come vi siete preparate per la competizione?

Samantha: Inizialmente abbiamo seguito attentamente le lezioni di approfondimento tenute dal Professor Jacopo Alberti e, successivamente, con il materiale fornitoci, abbiamo iniziato ad applicarci alla causa per la simulazione e a trascrivere i punti che secondo noi erano fondamentali per richiedere l’annullamento dell’atto. Fase fondamentale che ha fatto da traccia a quella che è poi stata la parte pratica.

Com’è stato lavorare in team? Lo avete trovato difficile?

Samantha: Personalmente mi sono trovata davvero molto bene. A dire il vero, mi sono iscritta al progetto proprio perché il lavoro si sarebbe svolto in gruppo. Per prima cosa, volevo capire se ciò che stavo studiando mi piaceva e se veramente ero portata per questa disciplina. In secondo luogo, strutturare un lavoro di giurisprudenza, soprattutto in gruppo, è molto più complesso rispetto a quello che ho affrontato fino ad ora, e il mio scopo era proprio quello di mettermi alla prova. Trovo sia stato molto produttivo lavorare in team, innanzitutto perché ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone nuove, con cui ho potuto argomentare e ponderare le mie opinioni e decisioni.

Giulia: Sinceramente non sono mai stata abituata a lavorare in gruppo, motivo per il quale trovo questa esperienza sia stata per me molto formativa e preziosa, oltre che stimolante. Il confronto con il resto del gruppo è stato costante in tutto il processo di preparazione alla simulazione, in quanto gli argomenti trattati si prestavano a più interpretazioni. Inoltre, non ci è stata data la possibilità di scegliere con chi lavorare proprio perché sviluppassimo l’attitudine a lavorare in gruppi casuali.

C’è qualcosa di rilevante che non è stato affrontato e che ritenete sia importante aggiungere?

Giulia: sì, sicuramente spenderei qualche parola sull’esperienza a Lussemburgo. La squadra vincitrice ha avuto la possibilità di visitare la Corte di Giustizia dell’Unione europea grazie ai fondi premialità messi a disposizione dalla Professoressa Fioravanti e dal Professor Alberti. È stata un’esperienza sicuramente molto formativa perché ci ha permesso di vedere e capire come si svolge realmente un processo, in questo caso, in un’ottica pienamente europea. Abbiamo infatti avuto un impatto diretto con la dimensione multiculturale dell’esperienza sotto tutti i punti di vista. Durante il processo, giudice e avvocati parlavano in due lingue diverse.  Abbiamo persino avuto la possibilità di scambiare qualche parola con i giudici del tribunale della Corte e con i loro referendari, ovvero coloro che lavorano all’interno del Gabinetto dei giudici, figure professionali che a lezione ancora non avevamo approfondito. Quindi grazie a questa esperienza abbiamo potuto perfezionare e imparare cose nuove.

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A cura di Lisa Zagato, tirocinante Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale