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Salvaguardia del mare | Intervista a Lauria Costanza, laureata Unife e ambasciatrice della Surfrider Foundation Europe

10/03/2022

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Salvaguardia del mare | Intervista a Lauria Costanza, laureata Unife e ambasciatrice della Surfrider Foundation Europe
Lauria Costanza nel corso di un’operazione di pulizia del fondale

Giovani, europei e altamente specializzati. È questo l’identikit delle/dei "ambasciatrici e ambasciatori del mare" che operano nell'organizzazione non governativa (ONG) Surfrider Foundation Europe, tra cui quest'anno figura anche la laureata Unife in biotecnologie ambientali Lauria Costanza.

Se le nuove generazioni hanno un ruolo preponderante nel vasto campo della lotta ai cambiamenti climatici, la Surfrider Foundation Europe da trent’anni punta sui giovani per combattere contro l’inquinamento marino.  Sviluppata in collaborazione con il ministero del Mare francese, la ONG formerà giovani europee/i, tra cui sei italiane/i, sugli aspetti della transizione ecologica, del trasporto marittimo e delle professioni legate al mondo del mare.

Il giovane equipaggio è stato formato dopo una selezione cui hanno partecipato studentesse e studenti di scienze ambientali, oceanografia e biologia marina, ma anche scienze politiche e gestione del territorio. 

Abbiamo incontrato Lauria Costanza per farci raccontare questa sua nuova grande avventura.

 

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Lauria Costanza il giorno della sua Laurea conseguita all'Università di Ferrara

Ciao Lauria, raccontaci qualcosa della missione che stai per intraprendere.

A novembre del 2021 sono stata selezionata per entrare a far parte di un network di 120 giovani europei under-30 per il progetto Eurocean’s Youth Ambassador, organizzato dall’associazione Surfrider Foundation Europe, che si trova in 12 Paesi europei, in collaborazione con il ministero del mare francese. Il fine è essere preparati a diventare i nuovi ambasciatori del mare per dialogare con le più alte cariche internazionali in un fitto calendario d’incontri a partire da febbraio 2022.
Dalla selezione ho seguito diversi seminari e workshop, insieme a colleghe e colleghi, per prepararci alla conferenza interministeriale che si è tenuta lo scorso 9 febbraio. In questi mesi abbiamo lavorato molto su due tematiche principali: le blue careers (tutti i settori e lavori dedicati al mondo marittimo) e la transizione ecologica di tutto ciò che riguarda i trasporti marittimi, dalle crociere ai commerci. Il lavoro è consistito nel formulare 11 raccomandazioni che abbiamo presentato a diversi esponenti, come il ministro dei trasporti e la ministra del mare francese, per migliorare e rendere più sostenibili l’utilizzo delle risorse del mare.

Come si è svolta la selezione? È stata dura aggiudicarsi un posto?

Sicuramente per i selezionatori la scelta è stata fatta su un ampio range di candidati. A fare domanda eravamo circa 450 persone e nel processo di selezione credo sia contato anche quanto eravamo appassionati alle tematiche di cui avremmo dovuto occuparci e vogliosi di intraprendere questa esperienza.
Inoltre, hanno tenuto conto delle conoscenze nei relativi ambiti e del percorso di studi che avevamo alle spalle. Nel mio caso ho conseguito una Laurea triennale in Scienze della Natura e dell’Ambiente all’Università di Palermo con una tesi sulla ‘Marine Strategies’, politiche europee sui programmi di monitoraggio per le coste e il mare. Poi ho completato il mio percorso di studi a Unife con la Laurea Magistrale in Biotecnologie per l’ambiente e la salute.

Come hai scoperto questo progetto? E perché hai deciso di farne parte?

Ho scoperto questa opportunità durante un’esperienza di volontariato intrapresa dopo la laurea legata ai progetti promossi dall’European Solidarity Corps, creato dall’Unione Europea. Mi trovavo in Croazia per occuparmi di fare divulgazione scientifica con i bambini. È durante questa esperienza che mi è cresciuta la passione per il settore marittimo e la mia supervisor mi ha consigliato di candidarmi per l’Eurocean’s Youth Ambassador.
Ho subito pensato che potesse essere interessante per il mio settore e in linea con il mio pensiero. Prima di tutto è un contesto multiculturale e multidisciplinare, composto da tante/i giovani europei accomunati da una passione per migliorare la sostenibilità del settore marittimo, provenienti da vari ambiti diversi.Un’opportunità per avere una visione a 360 gradi del settore che mi interessa approfondire e per avere un fruttuoso scambio d’idee provenienti da diversi punti di vista.  

Come nasce la tua passione per il mare?

Io sono di Palermo. Sono nata e cresciuta su un’isola sempre a contatto con l’ambiente marino. Da parte mia prima ancora di una conoscenza e un interesse scientifico c’è proprio un trasporto culturale.
La passione per il nuoto e per il mare ha sempre fatto parte di me. Questo interesse e trasporto si è poi evoluto in una curiosità scientifica che mi ha portato a studiare l’ambiente e le biotecnologie, cioè l’utilizzo dei processi ambientali per poter ricavare biomolecole che possano servire all’uomo a migliorare dei processi o prodotti.

Parlaci un po’ del tuo percorso universitario a Unife.

Nel 2018 ho deciso di immatricolarmi a Ferrara perché era l’unica Università in Italia che forniva un corso di biotecnologie specializzato sull’ambiente e la salute, non collegato a biotecnologie industriali e farmaceutiche.
Unife perciò mi ha dato la possibilità di sviluppare le mie conoscenze nell’ambito del mio interesse principale. Inoltre, questo percorso di studi magistrali nella città estense mi ha dato la possibilità di fare due tirocini importanti.
Uno di 150 ore con la Professoressa Cristina Munari in un laboratorio di ecologia marina e il tirocinio al fine della redazione della tesi con la Professoressa Silvia Fuselli, la mia relatrice, in bioinformatica.
Questo mi ha concesso in entrambi i casi di studiare e sperimentare due approcci diversi che hanno come fine ultimo il monitoraggio degli ambienti acquatici e mi ha formata sotto molti punti di vista.

Quanto hanno influito i tuoi studi sulla tua scelta?

Sicuramente mi hanno dato una preparazione approfondita dal punto di vista scientifico. Mi hanno formata in un contesto multidisciplinare ampio, dall’economia ecologica alla valutazione di impatto ambientale.
In più le esperienze fatte con i tirocini curricolari mi hanno fatto appassionare alla storia del monitoraggio ambientale.
Ora avere la possibilità di entrare a far parte di questo network di giovani ambasciatori europei per me significa avere la possibilità di poter dare il mio contributo attraverso le mie conoscenze scientifiche. E poter condividere le mie idee riguardo al futuro sostenibile che mi auguro riusciremo a creare nei prossimi anni per il bene delle carriere emergenti legate alla sostenibilità e all’uso sostenibile dell’oceano e degli altri ecosistemi naturali del Pianeta.

Che esperienze hai avuto dopo la laurea e come ti hanno arricchito per arrivare dove sei oggi?

Subito dopo essermi tolta la corona d’alloro, a dicembre 2020, ho partecipato all’esperienza di volontariato in Croazia con l’associazione Argonauta. Ho cominciato a maggio 2021 e finito a dicembre scorso, e mi ha aiutato molto perché mi ha lanciata in un contesto multiculturale. Ciò mi ha permesso di migliorare la lingua inglese e di fare nuove connessioni con giovani di tutta Europa.  

Che ambizioni hai per questa esperienza e per il tuo futuro professionale?

Spero che questo progetto contribuisca a far rendere conto i politici europei che devono dare una voce ai giovani che si occupano di temi ambientali e sostenibilità. Siamo i diretti interessati delle tematiche che riguardano il futuro e possediamo una mente più elastica sui temi urgenti che dobbiamo affrontare.
Siamo in grado di pensare ‘out of the box’ per trovare risposte a problematiche di difficile risoluzione. Mi auspico quindi che le nostre 11 raccomandazioni vengano ascoltate e che si faccia presto concretamente qualcosa per un futuro sostenibile non solo per il mare.
Per la mia carriere invece, sto studiando per diventare una biotecnologa a tutti gli effetti e continuare a studiare e lavorare nel settore marino emergente.

C’è qualcosa che vorresti aggiungere?

Vorrei rivolgermi a tutte le giovani laureate, laureati e laureande/i che come me all’inizio non si rendono conto del potenziale che hanno e che possono sfruttare, e che si ritrovano con una visione un po’ caotica dopo l’università.
Consiglio di viaggiare tanto e di fare esperienze multiculturali, come quelle di volontariato, scambiare quante più idee possibili con tante persone provenienti da vari contesti, anche molto differenti dal proprio.
Questo apre molto la mente e fa scoprire opportunità che non immaginavamo.

Intervista a cura di Matteo Bellinazzi, tirocinante dell'Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale