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Fuor di metafora

Fuor di metafora

Cosa per me è uscito dal Summit conferma il giudizio che ho dato su come l'Europa affronta la crisi.Non si vedono fiori dove c'è letame. E da quel letame non vedo semi che possano crescere perché il letame non è concime, ma brucia i semi.

1. Si confermano i tre strumenti MES SURE BEI che sono deboli sul piano del volume delle risorse e sbagliati sulla scelta di privilegiare il canale prestiti quando i paesi, come il nostro, hanno problemi di debito. Non vedo cosa ci sia di positivo per far gioire anche gli europeisti convinti

2. Sul Mes non vi sono novità di alcun tipo per cui rimango fermo nella mia posizione contraria al suo utilizzo anche per le spese sanitarie perché non vi è alcuna garanzia circa le condizionalità assenti, il quadro non cambia, Si rinvia ad una eventuale negoziazione ma ciò che è scritto nel punto 16 dell'accordo Eurogruppo rimane scritto e mi riferisco alla seconda parte di quel punto dove si richiama che le regole devono essere applicate appena si esce dall'emergenza. E ciò che è scritto nei Trattati, rimane pure scritto. Come ha detto la Merkel cambiare i Trattati è un percorso lungo, molto lungo, troppo lungo.

3. Sul Recovery Fund si rinvia ad una ulteriore fase di negoziazione per maggio e giugno. Qualcuno qui vede aperture possibili, altri rischi di tempi lunghi comunque. Io vedo che anche questo strumento che poteva uscire dalla logica dei prestiti, è invece ingabbiato dai paesi del nord nei prestiti, mentre vedo forti azioni per non attivare l'ipotetico fondo per trasferimenti. Inoltre il fondo è pensato come legato al bilancio pluriennale dell'unione prossimo venturo che è tutto da costruire nel 2021, e che poi parte nel 2022, ma sappiamo bene anche che da circa l'1% non si andrà a percentuali alte, per cui si giocherà sui trasferimenti tra voci di bilancio, perché la coperta è corta. Oppure ci si chiede di mettere flussi di reddito sul bilancio europeo, questi si a fondo perduto, per farli poi gestire ai tecnocrati europei. Poi con quello che si racimola, si andrà sul mercato per mobilitare risorse, qui il mio pensiero corre al piano Juncker del decennio passato, che è passato nel dimenticatoio perché le centinaia di miliardi che avrebbe dovuto mobilitare non sono stati mobilitati e quindi gli effetti del piano sono evaporati ancora prima di nascere. Oltre a ciò tante cose sono ancora da definire per questo Recovery Fund ed infatti si auspica che possa partire qualcosa prima del 2021, ma al suo interno, per affrontare l'emergenza, in estate, ma di deciso non vi è nulla.

4. Una scelta sugli Euronond non è stata fatta e neppure mi aspettavo potesse essere fatta, ed anche questa avrebbe implicato tempi lunghi per progettarla e realizzarla, mentre i paesi che stanno spendendo e andranno a spendere deficit e debito li vedono crescere da subito

5. La monetizzazione del debito futuro (non quello passato, di cui pero' il problema rimane) legato agli interventi per affrontare la crisi mi pare evidente che non sia oggetto neppure di discussione

6. Bce continuerà a svolgere il suo ruolo di supplenza alla politica fiscale come forse ha fatto in passato perché è sotto minaccia di crisi del sistema monetario, peraltro l'euro lo deve difendere e per difendere l'euro deve controllare gli spread. Ha certo dei vincoli ma se la pressione per rischi sistemici nell'Eurozona prevarranno, non potrà non intervenire, altrimenti sarebbe lei responsabile ultima del crollo dell'euro. Contrasterà ciò con le regole scritte ed anche lo statuto Bce ? Forse si. Potrà fare diversamente ? Forse no. Non vi è certezza sul suo intervento, ma credo non potrà esimersi da farlo. Questo non vuol dire che mi aspetto una Bce come la Fed o o la BoO, perché gli statuti sono chiari, carta canta e qui ritorniamo agli errori costitutivi iniziali.

7. L'Europa si conferma quella che è; una costruzione pensata male e realizzata peggio, che con l'euro è persino ulteriormente peggiorata perché da ciò son seguite regole fiscali che sono volte a garantire no trasferimenti tra stati europei, e quindi evitare rischi di mutualizzazione dei debiti che rimangono nazionali. Fatta male per alcuni e fatta bene per altri almeno nel breve-medio periodo. Potremmo dire che nel lungo periodo i nodi verranno al pettine ed il sistema farà crack. Ma siccome il lungo è fatto da tanti brevi e medi periodi, l'Europa è sempre li ad evitare almeno il collasso e metterci una pezza, che può costare cara ad alcuni (caso Grecia) oppure che sono meno percepiti e percepibili per altri (caso Italia), ma che consente di tirare a campare od allungare l'agonia di alcuni, a vantaggio di altri che ci guadagnano

8, A chi chiede di smettere di parlare di uscita dall'euro, o dall'Europa, oppure a chi sollecita che se qualcuno vuole uscire inizi davvero a progettare il piano B dico che smettere di discutere della crisi dell'euro per discutere solo di come stare dentro è un grave errore perché tutti gli scenari devono essere discussi, a chi invita a formulare un piano B dico che ha ragione, dovremmo farlo ... dovremmo porci seriamente questo tema e smettere di far finta che che non esista il problema.

9. Ma al contempo, a tutti coloro che amano l'europa ed anche il +europa dico solo che è venuto il tempo che si ponga a loro una domanda e pretendere una riposta seria e che sia vantaggiosa per il paese nostro, e non per il paese loro: ovvero come pensano di stare dentro a questa struttura con le regole che ci sono e con le estreme difficoltà a cambiarle, perché ogni cambiamento passato è stato un peggioramento e non un miglioramento, senza evitare al contempo le politiche di austerità che la stessa Europa prevede con i Trattati ed i regolamenti. Vorrei che avere risposta a questa domanda. Ovviamente spero che non mi dicano che occorre fare interventi strutturali nei singoli paesi perché i problemi che abbiamo in casa nostra sono enormi e non li abbiamo mai affrontati. Questa tiritera sulle rigidità di offerta e sulle inefficienze e quanto altro, e sulle politiche strutturali, sono una litania che suona come una campana rotta. Lo so benissimo che i problemi ci sono, ma mai ho visto un paese risolverli con le ricette del liberismo che l'Europa ci propone come un mantra ad ogni crisi, e subito dopo ogni crisi.I famosi compiti a casa li rispedisco al mittente, perché i primi a dover fare i compiti a casa sono quelli che ci chiedono a noi di farli

10. In tutto ciò pero' c'è la realtà che supera le chiacchere: alcuni paesi ripartono, noi pure ripartiremo a strappi ed a macchia di leopardo, e con zavorre enormi. Gli interventi del governo mi sembra facciano acqua da molte parti, nonostante la buona volontà, .. la cassa integrazione non arriva, il credito alle imprese garantito dallo Stato evidenzia difficoltà a procedere, e via a seguire, Ma non è questo il tema di questo post.