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Pedagogia | Adultescenza e dintorni. Il saggio Unife sull’immaturità adulta premiato dalla Società Italiana di Pedagogia

03/05/2021

Scienza, cultura e ricerca

Dalla sindrome di Peter Pan alla definizione di eterno bambino, l'immaturità in età adulta è una condizione tanto presente nell’immaginario collettivo di oggi quanto radicata nella nostra società. 

A identificarla precisamente è il termine “adultescenza”, ufficialmente inserito nel dizionario Zingarelli già dal 2014, che deriva dalla fusione tra la figura dell'adulto e quella dell’adolescente. 

libro adultescenza e dintorni

Proprio sul tema dell’adultescenza, particolarmente rilevante in ambito pedagogico, si concentrano le attività di ricerca della professoressa Elena Marescotti, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara

Grazie alla sua monografia “Adultescenza e dintorni. Il valore dell’adultità, il senso dell’educazione” (Milano, FrancoAngeli, 2020), la professoressa Marescotti si è aggiudicata il “Premio Italiano di Pedagogia 2021” rilasciato dalla Società Italiana di Pedagogia (SIPED) per l’originalità e la significatività che ricopre nell'ambito degli studi scientifici sull’educazione.

“Il libro ricostruisce l'evoluzione delle espressioni utilizzate nel tempo per riferirsi alla condizione di adultescente: dal puer aeternus a Peter Pan, passando in rassegna anche il gergo nostrano più allusivo, che comprende termini come mammonebamboccione. Ma non solo. Vengono anche analizzate le rappresentazioni sociali e culturali del fenomeno, sempre più presenti nel nostro immaginario e veicolate da film e fiction, cronaca e pubblicità” spiega la professoressa, e continua:
“Lo scopo è quello di mettere a fuoco i tratti di una adultità in crisi, che rifugge dall'assunzione di impegni e di responsabilità, ristagna in situazioni di dipendenza e fatica a porsi al cospetto dei pari e delle generazioni più giovani in termini di esemplarità”.

Il volume indaga dunque il fenomeno dell’adultescenza nelle sue concause e nelle implicazioni, soprattutto di carattere educativo, e disvela la necessità di una "educazione degli adulti" di stampo esistenziale e sociale, volta a riaffermare il valore dell'adultità e dei suoi ruoli e funzioni.

“La condizione adulta è il banco di prova più significativo e pregnante dell’avventura educativa: è nel modo di essere adulti che si ha prova tangibile del “cos’è” e "a cosa serve" l’educazione stessa. E questo in un’ottica che non può solo essere riferita alla dimensione individuale, delle singole biografie e del loro più o meno circoscritto o circoscrivibile raggio d’azione. L’educazione infatti è affare di tutta una comunità. Allo stesso modo, anche l’immaturità adulta è un problema sociale, perché mina un’intera collettività: in tal senso è anche un problema politico”, illustra Marescotti.

la professoressa Elena Marescotti

Da un punto di vista pedagogico, come si può allora educare all’adultità?

Nel libro la professoressa Elena Marescotti (nella foto a sinistra) argomenta la condizione adulta come bella e desiderabile, alla quale ambire, proprio per le sue prerogative intrinseche.

La consapevolezza di essere cresciuti, ma mai del tutto e definitivamente. La cognizione di ciò che si è acquisito, ma anche di ciò che ancora manca. L'intenzionalità nel perseguire il proprio miglioramento, riuscendo a trasformare la fatica dell'educarsi permanentemente in piacere e gratificazione. La responsabilità per le proprie e le altrui condizioni di vita e l'autonomia nella scelte del proprio personale progetto di vita.

“Quello della maturità, allora, diventa un valore e quindi un fine precipuamente educativo, da coltivare incessantemente nelle sue varie declinazioni e manifestazioni e nei più disparati contesti: nel lavoro così come nella gestione del tempo libero, nelle relazioni sociali ed affettive, nell'esercizio della cittadinanza”, conclude Marescotti.

La cerimonia di conferimento del Premio si terrà per via telematica il 25 giugno 2021, nel corso del Convegno Siped online organizzato dall’Università dell’Aquila. 

A cura di PIERLUIGI GIACOBAZZI, studente del Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza dell'Università di Ferrara