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Agricoltura sostenibile | BIOFACE, la lotta agli sprechi anche nei campi

10/06/2021

Scienza, cultura e ricerca

Meno fitosanitari chimici nei campi, meno sprechi e un’economia più sostenibile.  È questo l’obiettivo che si è posto il progetto BIOFACE (BIOmolecole dalla valorizzazione integrata di sottoprodotti agroalimentari per applicazioni sostenibili con finalità Fitosanitarie, Alimentari, ed EnergetiChe), collaborazione triennale tra l’Università di Ferrara e Centro Ricerche Produzioni Vegetali, con la collaborazione di nove aziende partner, tutte appartenenti al territorio emiliano.

Finalità del sodalizio, quello di estrarre biomolecole utili da sottoprodotti derivati dalla lavorazione della frutta, dell’uva, delle olive e delle colture orticole, nell’ottica di sostenere lo sviluppo rurale e favorire l’economia circolare.

Il Professor Gianni Sacchetti, del Dipartimento di Scienze della Vita e biotecnologie di Unife e coordinatore del gruppo di ricercatori impegnati nel progetto, spiega: “Il nostro obiettivo è consistito nel massimizzare l’ottenimento di risorse utili da materiali di scarto, con un focus sulla ecosostenibilità dei processi di trasformazione delle materie prime secondarie”. 

In primis, è stato messo a punto un metodo di estrazione di biomolecole che fosse efficiente e a basso impatto ambientale

Queste molecole, appartenenti alla categoria dei fenoli e dei terpeni, sono state successivamente testate per valutarne l’azione fitosanitaria e nutraceutica. Le biomasse residue ed esauste dai processi estrattivi, sono state invece caratterizzate per una loro ottimale valorizzazione nel comparto energetico.

in lab

Un'immagine dal laboratorio del Dipartimento di Scienze della Vita e biotecnologie di Unife

I risultati prodotti sono interessanti su tutti i fronti. 

“L’azione fitosanitaria, ovvero l’efficacia contro parassiti e patogeni delle colture, è risultata significativa nel contenimento delle infestazioni da Drosophila suzukii, temibile fitofago degli alberi da frutta – illustra il Prof. Sacchetti. La possibilità di impiegare un trattamento di derivazione naturale, prodotto senza l’uso di agenti chimici e a costi accessibili, rende molto interessante dal punto di vista aziendale l’utilizzo del sistema messo a punto da BIOFACE. I risultati ottenuti hanno stimolato l’interesse di aziende partner nel proseguire le valutazioni in campo, parzialmente ostacolate a causa della pandemia Covid-19”.

Per quanto riguarda il settore nutraceutico, sono state individuate molecole utili all’ingredientistica alimentare. “Tramite prove di bioaccessibilità, ottenute dalla simulazione del processo digestivo e valutazioni delle attività antiossidanti, è stato possibile individuare negli estratti da vinaccioli un’ottima fonte di polifenoli e flavonoidi. L’efficacia nutrizionale si è dimostrata essere identica a quella di comuni antiossidanti di sintesi”.

L’ultimo aspetto di cui si è occupato BIOFACE è quello della valorizzazione energetica.

“Le biomasse residue dalle estrazioni di molecole si prestano alla produzione di biocombuistibili. La proximate analysis, grazie a cui è possibile determinare caratteristiche fondamentali delle biomasse, è il metodo che rende possibile valutare quanta energia verrà prodotta dalla biomassa d’interesse. Questo modello di valutazione, declinabile come protocollo gestionale a livello aziendale, permette di ottimizzare l’efficienza della catena di produzione energetica”.

Le prospettive aperte da BIOFACE promettono un futuro, tramite nuove collaborazioni con Università, Istituti di Ricerca e aziende, per altri progetti finalizzati allo sviluppo rurale. 

 sacchetti

Il professor Gianni Sacchetti di Unife

A cura di AGNESE ERIKA GORRONI, studentessa del Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza