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Biodiversità | Anguille di Comacchio. Tra tradizione e salvaguardia di una specie a rischio di estinzione

07/08/2021

Scienza, cultura e ricerca

Biodiversità | Anguille di Comacchio. Tra tradizione e salvaguardia di una specie a rischio di estinzione
Un'immagine dell'ultima giornata di liberazione delle anguille, nel dicembre 2020

Non solo a tavola, come da tradizione. A Comacchio l'anguilla è anche protagonista di LIFEEL, il progetto di ricerca internazionale appena finanziato dalla Comunità Europea con lo scopo di salvare la specie dal rischio di estinzione.

Stime ufficiali hanno evidenziato che dal periodo antecedente agli anni ‘80 a oggi la popolazione di anguille europea, Anguilla anguilla, è diminuita del 99%. Non solo il Italia, ma in tutte le aree che rappresentano degli habitat per la specie” spiega Giuseppe Castaldelli, professore del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie dell’Università di Ferrara e responsabile del progetto per Unife.

Per questo l’anguilla è stata inserita nel 2013 nelle lista rossa della “International Union for Conservation of Nature (IUCN)”, definita come “Critically Endangered”, cioè ad elevato rischio di estinzione in natura.

“Il nostro scopo è intervenire sulla più rilevanti minacce che affliggono l’anguilla - questo il nome scientifico della specie: la frammentazione del reticolo idrografico e la pressione di pesca sui riproduttori per il consumo umano e sui giovani per l’acquacoltura. Non da ultimo, vogliamo combattere la disinformazione attorno a questo tema, tanto importante per l’equilibrio ambientale” aggiunge Castaldelli. 

LIFEEL è il primo progetto di conservazione dell’anguilla concepito a scala di bacino del Fiume Po e di Pianura Padana, che mira a diventare replicabile e trasferibile in tutto l’areale europeo. Puntando alla conservazione di una delle specie più misteriose ed emblematiche non solo per il Po e l’Italia ma per tutta Europa, il progetto partecipa al programma di sostegno al patrimonio di biodiversità del bacino del Fiume Po.

Il professor Giuseppe Castaldelli

Il professor Giuseppe Castaldelli

La liberazione delle anguille

L'ultimo rilascio in mare di alcuni dei "migliori" esemplari di anguilla è avvenuto lo scorso dicembre. Un’azione messa in campo già da tre anni dal Parco del Delta del Po in base ai risultati prodotti dal gruppo del Professor Castaldelli, che è stata propedeutica e fondante del progetto Life Eel, da poco finanziato. 

L’appuntamento annuale ha il duplice obiettivo di promuovere il successo riproduttivo della specie e allo stesso tempo sensibilizzare il grande pubblico sul rischio di scomparsa delle specie migratrici e in particolare dell’anguilla.

Accanto ai fattori di rischio legati all’azione dell’uomo, infatti, le sorprendenti abitudini di questi animali rendono particolarmente ardito il processo riproduttivo:

L’unico luogo al mondo dove le anguille sono in grado di riprodursi è il Mar dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico nord-occidentale. Gli esemplari che vivono nel Delta del Po, quindi, devono compiere un lungo viaggio in quel periodo dell'anno per raggiungere la porzione di oceano compresa tra le isole Antille e le Azzorre” approfondisce Giuseppe Castaldelli.

Poiché le condizioni ambientali nel bacino idrografico del Delta Del Po fanno sì che crescano degli esemplari femmine particolarmente performanti dal punto di vista riproduttivo, garantire che un numero sufficiente di questi esemplari raggiunga la meta è un'azione fondamentale per il successo riproduttivo e, di conseguenza, per la tutela la specie.

“Aumentare la migrazione riproduttiva di anguille qualità eccellente e certificata è una strategia per contrastare i vari fenomeni che hanno portato alla rarefazione della specie, tra cui la pesca illegale, soprattutto degli stadi giovanili (ceche), commercializzate illegalmente per l’acquacoltura al di fuori dell’Europa, pratica proibita dal Regolamento europeo di protezione della specie” illustra il professore. 

La liberazione delle anguille ai Lidi di Comacchio

La liberazione delle anguille ai Lidi di Comacchio

Gli interventi sugli habitat

A partire dal 2021, e fino al 2024, i partner di LIFEEL sono concentrati su due tipi di interventi a livello ambientale. 

In primo luogo, sul ripristino dell'accesso ad aree “vocate” per la specie. Aree, cioè, in cui si accrescono gli esemplari giovani di anguilla, definiti ceche e ragani, in ambienti di acqua dolce, in modo da favorire il completamento del ciclo vitale e il raggiungimento della  maturazione sessuale.

“Dai dati risulta che, soprattutto nella porzione terminale del bacino del Po è fondamentale realizzare scale di risalita specifiche per gli stadi giovanili. LIFEEL progetterà e realizzerà 10 strutture specifiche per giovanili di anguilla sui fiumi Panaro, Secchia e in tre rami del Delta del Po, riaprendo alla migrazione a monte un tratto fluviale di oltre 1.000 km lineari. In Grecia la costruzione di una scala per pesci sul fiume Nestos” spiega il professor Castaldelli.

Il secondo intervento riguarda l'impatto letale delle turbine degli impianti idroelettrici sulle anguille in discesa nei corsi d'acqua, con la realizzazione di un sistema di barriera fotoelettrica dimostrativa e l'instaurazione nell'area di progetto di linee guida per i produttori idroelettrici.

“Progettermo e monitoreremo, nei pressi della centrale idroelettrica di Creva, sul fiume Tresa,  l'installazione dimostrativa di un dispositivo di dissuasione per impedire l'ingresso nelle turbine di anguille argentine in migrazione. Contestualmente prepareremo le prime linee guida per la conformità delle strutture idroelettriche con migrazione a valle delle anguille argentine” per il bacino del Po, coinvolgendo le aziende idroelettriche” conclude il professore.

Tutti i partner del progetto LIFEEL

Il progetto “LIFEEL” è stato finanziato nell’ambito del programma comunitario per la tutela dell'ambiente e della biodiversità LIFE. 

Assieme al Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara e alla Regione Lombardia, capofila del progetto, partecipano l’istituto greco Hellenic Agricultural Organization “Demeter” - Fisheries Research Institute (Grecia), l’azienda GRAIA srl (Italia), l’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità - Delta del Po (Italia), Ente Parco Delta del Po Veneto (Italia), Parco Lombardo della Valle del Ticino (Italia), la Regione Emilia-Romagna, la Direzione Agricoltura, Caccia e Pesca (Italia), l’Università di Bologna con il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (Italia).

Per saperne di più:

A cura di CHIARA FAZIO