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Racconti dall'estero | Davide e Teresa dalla Romania e dalla Danimarca

30/04/2020

Persone

Davide e Teresa hanno scelto di vivere un’esperienza di studio e di vita all’estero con programmi di mobilità internazionale.  L’arrivo della pandemia da Covid-19 li ha colti in quel momento. 

Inizia con loro il nostro viaggio virtuale in giro per il mondo, un viaggio tra le storie e le esperienze delle nostre studentesse e dei nostri studenti, raccontate direttamente da loro.

Teresa Capoani è una studentessa del sesto anno di Medicina e Chirurgia, attualmente in Erasmus all’Università di Medicina e Farmacia "Iuliu Hatieganu"(UMF) a Cluj-Napoca in Romania.

Davide Uberti, studente del primo anno del Corso di Laurea Doppio Titolo in ‘Green Economy and Sustainability’ è in Danimarca da otto mesi, a Esbjerg, dove sta frequentando il corso di ‘Environmental and Resource Management’ presso la SDU, University of Southern Denmark.

Ecco cosa ci hanno raccontato. 

Unife: Com’è stato l’impatto al tuo arrivo? 

Teresa. Il mio Erasmus è iniziato a ottobre 2019. Quando sono arrivata, mi sono trovata immersa in un contesto internazionale, con studenti provenienti da ogni parte del mondo. L’università di medicina è ben organizzata e accanto alle lezioni teoriche ha una importante parte pratica di tirocinio. La città di Cluj-Napoca mi ha davvero sorpreso, sia per la bellezza architettonica, sia perché è molto attiva, a portata degli studenti, che sono molto benvoluti dai suoi cittadini. Sarei dovuta rientrare in Italia a fine marzo ma sono rimasta bloccata qui per la sospensione dei voli per l’Italia.

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Una foto scattata da Teresa sulla città di Cluj-Napoca

Davide: Sono arrivato ad agosto 2019 con tanta curiosità. L’impatto con una realtà diversa non è stato semplice: nei primi due mesi ho dovuto modificare le mie abitudini di studio, oltre che migliorare la comprensione della lingua inglese. Dopo aver risolto questi problemi, però, posso dire di essere soddisfatto di come sia continuata la mia avventura.

Unife: Cosa significa proseguire il tuo programma di mobilità internazionale durante il Covid-19?

Teresa: L’emergenza del Covid-19 è una situazione che ha cambiato la vita di ciascuno di noi. Le misure preventive prese anche qui per contenere la sua diffusione purtroppo ci hanno costretto a rimanere nel dormitorio da cui possiamo uscire solo per le necessità primarie, come fare la spesa o andare in farmacia. Proseguire l'Erasmus non avendo più la possibilità di frequentare l'università, di parlare inglese, di vivere la città, certamente toglie molto all'esperienza. Tuttavia, questa nuova situazione di isolamento forzato, dopo un primo momento di sconforto, mi ha portata a riflettere sui miei obiettivi universitari e pertanto ho continuato a impegnarmi nello studio e nella stesura della tesi. Abbiamo la possibilità di lavorare e seguire i corsi online, anche se con maggiore difficoltà, in quanto dovremo recuperare i tirocini abilitanti in maniera telematica.

Davide: L’arrivo di questa pandemia ha fatto sorgere preoccupazionistress mentale. Il periodo più arduo è stato intorno alla metà di marzo, quando le notizie che leggevo e che provenivano da amici e familiari si facevano sempre più tristi e dolorose. L’essere lontano e vivere la situazione dall’estero mi ha fatto sentire ancora più impotente. Nonostante questo, ho deciso di restare in Danimarca per cercare di proseguire e finire un’esperienza che, fino ad oggi, ha cambiato la mia persona, il mio modo di vivere e pensare. 

Unife: Com’è la situazione nel Paese in cui ti trovi?

Teresa: La Romania da metà marzo ha dichiarato lo stato di emergenza, stesse regole dell’Italia (uscire solo per necessità e con una autocertificazione). Prima di questa data, aveva già adottato delle misure preventive, come il periodo di quarantena per chi proveniva dall’Italia di 14 giorni, la chiusura dell’università dal 16 marzo e il blocco dei voli. Grazie a queste azioni per ora nella mia città non ci sono molti casi. Le università hanno dovuto riorganizzarsi e sono diventate più digitali. Questo inizialmente ha richiesto un po' di tempo e quindi ho avuto rallentamento negli esami e nella stesura della tesi sperimentale. Spero di avere un prolungamento della borsa fino a quando potrò ritornare in Italia ad abbracciare i miei genitori che mi stanno aspettando.

Davide: Anche in Danimarca il virus è arrivato, anche se con meno intensità. L’università, così come in Italia, è proseguita con lezioni ed esami online. Anche qui le persone sono in quarantena da ormai più di un mese, ma ora la situazione sembra sia in miglioramento. 

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Il centro di Esbjerg innevata ripreso da Davide

Unife: Come si svolge oggi la tua giornata tipo?

Teresa: Durante la giornata studio e proseguo nella stesura della tesi e nella preparazione degli ultimi esami, quindi la mia routine quotidiana da studentessa non è cambiata molto. Ho trovato un modo molto utile per preparare gli esami, prima del Covid-19 mi incontravo con i colleghi a ripetere e studiare insieme, ora utilizzo Skype, è un bel modo per sentirsi e farsi forza. Vivo nel dormitorio di medicina insieme ad altri ragazzi, questo è positivo perché ci facciamo compagnia in casa. Si cerca di vedere il lato positivo ma ci sono momenti in cui é difficile essere lontani dalla propria famiglia in un momento di emergenza mondiale. 

Davide: Ho dovuto modificare, come tutti, le mie abitudini quotidiane. Oggi la mia giornata tipo è composta, oltre che da studio o lezioni, da tanta lettura, film o serie tv, ma anche da esercizi di corpo libero in stanza per praticare sport. Questa pandemia sta mettendo a dura prova il mondo intero. Una volta sconfitto questo nemico, spero che la società e i valori che fino a ieri la rappresentavano cambieranno, così come lo stile di vita di ognuno di noi.


Anche noi in qualità di studenti, nel nostro piccolo e con i nostri mezzi, possiamo essere un esempio di guida nel costruire un futuro migliore. Un saluto e un in bocca al lupo a tutte le studentesse e studenti Unife!

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