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Myllenium Award | Una borsa di studio per Jacopo Naidi, studente Unife, per i suoi progetti di impresa

04/08/2020

Persone

“Si può dire che la mia vita cominci all’età di 19 anni, quando decido di fare rappresentanza studentesca e per due anni ho l’opportunità di dedicarmi agli altri: durante i due mandati porto gli studenti a scoprire cosa si muove fuori dalla scuola, mettendoli in contatto con associazioni e imprese del territorio… Già dal primo anno di Giurisprudenza capisco che per quanto sia innamorato del diritto, la mia vita ha bisogno anche di stimoli ulteriori: comincio a sentir parlare di Startup. Mi documento, studio. Giovani e innovazione, mi piace”...

Inizia a raccontarsi così Jacopo Naidi, studente di Giurisprudenza di Unife e fondatore e coordinatore dell’Associazione Culturale Phoenix Factory, nella lettera motivazionale che gli ha permesso di vincere una borsa di studio per frequentare un master alla Luiss Business School nell’ambito del premio "Myllennium Award", sezione "My Job", assegnato dalla Fondazione Barletta.

Obiettivo del premio, rivolto ai "Millennials", i giovani nati tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, è valorizzarne le eccellenze in termini di creatività e innovazione. 

Abbiamo raggiunto Jacopo per farci raccontare la sua esperienza.

Startup, giovani e innovazione. Come è nato il tuo interesse per queste tematiche e quando hai iniziato ad occupartene?

Fin dal primo anno di Università, l’aspetto che più mi entusiasmava dell’ambiente studentesco era conoscere persone di corsi di studio diversi dal mio; un’opportunità incredibile quella dell’incontro, che andava sfruttata al meglio. Ho quindi scoperto le StartUp come strumento di creazione e di sintesi di percorsi universitari differenti, come l’unico vero appiglio che consentisse a noi studenti di sfruttare le maturande competenze in qualcosa di concreto. Il mio primo progetto di StartUp l’ho quindi creato a 20 anni con un gruppo di studenti e studentesse Unife: in pochi mesi il progetto venne selezionato tra le migliori 30 iniziative dell’anno durante la competizione StartCup Emilia-Romagna, e risultò tra i 20 progetti selezionati su base regionale per il percorso di pre-accelerazione UpIdea, sostenuto da Luiss Enlabs. Per quanto vi siano stati dei riconoscimenti importanti, il progetto non è andato nella direzione giusta. Da questo fallimento ho imparato non solo il valore degli errori, ma anche la capacità di rialzarsi. 

Parlaci del progetto Phoenix Factory. Perché hai deciso di fondare un’Associazione culturale?

L’idea di un’Associazione culturale nasce con il proposito di trasmettere a studenti e studentesse universitari le competenze necessarie a cooperare tra loro, competenze di cui ho sentito la mancanza durante il percorso di StartUp: che queste abilità vengano poi sfruttate da loro per realizzare un reale progetto culturale o di impresa, oppure siano più semplicemente utili nei lavori di gruppo proposti dal proprio corso di studio, non ha importanza per Phoenix Factory. Obiettivo dell’Associazione è infatti preparare i giovani perché sappiano inseguire le proprie ambizioni, operando nel mondo del lavoro, capaci di confrontarsi e di cooperare con persone di background professionali differenti. Attualmente l’Associazione, grazie anche al supporto di Unife, ha formato oltre 1000 studenti sui temi del management, del marketing e delle soft-skills: il proposito per il 2021 è di insistere sulla strada tracciata dall’“Academy”, lanciando un nuovo percorso specifico sulle nuove tecnologie.

Hai già qualche progetto futuro a cui stai lavorando?

Durante questo semestre come Phoenix Factory abbiamo inaugurato la figura degli “Ambassadors”, giovani attivi nella valorizzazione delle imprese innovative della propria provincia perché appositamente formati alla missione. Per farla breve, a problema sottoposto gli Ambassador sanno individuare collettivamente l'impresa innovativa della propria terra da proporre a soluzione. Attualmente sono stati selezionati tra i partecipanti all'Academy 50 giovani talenti, di oltre 20 differenti province: a questi l'opportunità da un lato di mantenere un legame con il proprio territorio - anche se studiano in una città differente, dall’altro avvicinarsi a quelle che sono le innovazioni nel proprio settore d’interesse lavorativo. Come prossimo progetto vorrei coinvolgere, in collaborazione con l'Università20 imprese di 20 settori differenti, offrendo loro l’opportunità di ricorrere all’innovazione del Paese attraverso la mediazione dei nostri giovani Ambassadors. La risposta alle difficoltà socio-economiche che sta attraversando l’Italia è importante che arrivi proprio dal mondo dell’innovazione e, in particolare, dai giovani. Abbiamo tutti gli strumenti per offrirla.

Intervista a cura di CARLOTTA COCCHI