Evento

Anatomie della mente | Quinto appuntamento "Come inventarsi Dracula il Vampiro"

Conferenze e dibattiti

Quinto appuntamento del ciclo Anatomie della mente - Conferenze dei Giovedì di Psicologia, quest'anno giunto alla sua quindicesima edizione, a cura del Professor Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell'Università di Ferrara. 

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica della Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione di Unife e la Biblioteca Comunale Ariostea.

Anatomie della mente anche quest’anno si propone di esplorare paesaggi straordinari come la storia, la follia, la musica, la malattia, l’anima, il cinema, la poesia, la morte e la vita attraverso la lente della Psicologia. Sei nuove tappe del percorso di un viaggio con la psicologia e altre storie.

Programma

Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea (via Scienze, 17)

Come inventarsi Dracula il Vampiro.

Note Psicobiografiche su Bram Stoker.

  • Relatore: Professor Stefano Caracciolo

Abstract

Il termine “Vampyr” deriva dalle antiche lingue slave ed è passato in tutte le lingue del mondo a designare una creatura che dopo la morte continua a perseguitare i viventi uscendo dalla tomba durante la notte e succhiandone il sangue per nutrirsi. Secondo le tradizioni antiche (le prime segnalazioni di fenomeni di questo genere risalgono al 1558) l’unico modo di liberarsi di questi esseri maligni definiti anche ‘non-morti’ – da qui probabilmente il termine rumeno antico nosferatu – consiste nel bruciare il cadavere o trafiggerne il cuore con un paletto di legno.  Del tutto recenti e legate alla libera fantasia e alla sfrenata creatività di autori letterari e cinematografici sono invece le credenze sul potere anti-vampiro dell’aglio e del metallo, specialmente l’argento, anche se in alcuni paesi l’usanza di seppellire i morti con l’aglio era diffusa, a guisa di un disinfettante con l’intento di impedire il contagio di epidemie. La diffusione in età moderna di storie sui Vampiri parte da un breve racconto del medico – e segretario personale di Lord Byron - John William Polidori nel 1819, ma trova la sua assoluta apoteosi nel celebre ‘Dracula’ di Bram Stoker del 1897, l’opera letteraria che ha avuto in assoluto il maggior numero di trasposizioni cinematografiche: dall’inquietante e gotica versione ‘Nosferatu’ di Wilhelm Friedrich Murnau del 1922 al ’remake’ di Werner Herzog del 1979, fino al ‘Dracula di Bram Stoker’ di Francis Ford Coppola (1992) ed al recente ‘Dracula Untold’ di Gary Shore (2015).

Abraham Stoker, terzo di sette figli, nacque in Irlanda a Dublino nel 1847, si trasferì poi in Inghilterra dove morì a Londra nel 1912. Fino all’età di sette anni una condizione di salute precaria e rimasta ignota nelle sue cause lo costrinse a letto, del tutto incapace di assumere la stazione eretta e di camminare. La malattia e la mancanza assoluta di forze caratterizzarono a più riprese la sua futura produzione letteraria. La sua guarigione completa ed improvvisa fu definita un vero miracolo dai medici che lo avevano visitato, e coincise con un prodigioso recupero progressivo che lo condusse, negli anni successivi, a recuperare uno stato fisico eccellente fino a praticare atletica e sport con ottimi risultati, tanto da poter affermare: “Credo di poter dire che nella mia persona, io rappresento la sintesi dell’educazione universitaria: mens sana in corpore sano”. Frequentò con ottimi risultati il prestigioso Trinity College a Dublino dove ottenne la laurea in matematica con il massimo dei voti. I suoi interessi scientifici, pur fervidi e aggiornati, furono preziosi nella sua successiva carriera di giornalista e critico teatrale che intraprese trasferendosi in Inghilterra a Londra, dopo il matrimonio (1878). Negli anni successivi divenne prima segretario e poi amico intimo del grande attore inglese Henry Irving, di cui scrisse anche la biografia, ed iniziò una produzione letteraria di molti romanzi e racconti, raggiungendo infine la fama – ma non la ricchezza – con Dracula nel 1897. Negli ultimi anni le sue condizioni di salute peggiorarono rapidamente, con un rapido deterioramento cerebrale esordito con atassia, ritenuto dai medici contemporanei di probabile origine luetica, fino al decesso avvenuto nel 1912, poche settimane dopo la tragedia del Titanic, il cui affondamento appassionò l’opinione pubblica, Stoker compreso, nei suoi ultimi giorni di vita.

Il romanzo ‘Dracula’ trae le sue origini da un impressionante fatto di cronaca avvenuto nel 1892 negli USA: un sospetto caso di vampirismo colpì un’intera famiglia, la notizia fece il giro del mondo e ritagli di giornale sull’evento furono ritrovati fra i documenti di Stoker. La presunta non-morta Mercy Brown potrebbe aver ispirato il personaggio di Lucy Westenra. L’ispirazione finale venne da un soggiorno di Stoker in Scozia, in cui vide lo Slains Castle, modello che probabilmente ispirò il Castello di Dracula nei Carpazi. Nel contempo si documentò studiando libri su folklore e leggende della Transilvania e della Valacchia, e conobbe lo studioso ungherese Armin Vànvèry che gli suggerì di utilizzare la figura di Vlad Tepes, principe di Valacchia, noto come l’Impalatore e soprannominato Dracula che in rumeno antico vale come ‘figlio del drago’ o ‘ figlio del diavolo’. La struttura narrativa del romanzo è certamente originale ed insolita, sincopata e spezzata in un collage abilmente montato di lettere, brani di diario, ritagli di giornale e registrazioni fonografiche in cui i vari personaggi combattono l’arrivo in Inghilterra del Conte Dracula, conosciuto in Transilvania nei primi capitoli dal procuratore Jonathan Harker, inseguendolo a ritroso nel finale concitato mentre tenta di rifugiarsi nel suo castello nei Carpazi. La trama è ricca di riferimenti a tecniche assai moderne, come le teorie di Charcot sull’ipnotismo, i trattamenti psichiatrici manicomiali le trasfusioni di sangue per rianimare le vittime del morso dei vampiri, l’uso di registrazioni audio. Dal punto di vista psicologico, il Vampiro rappresenta un interessante collegamento tra diverse pulsioni, fuse fra loro in maniera perversa e raccapricciante: il Vampiro, infatti, mescola amore e odio, rappresentando una figura spaventosa e crudele a cavallo fra la vita e la morte non priva di un suo fascino erotico. Il suo desiderio insaziabile di sangue ne fa un veicolo di contagio perchè chi è morso dal Vampiro diventa Vampiro a sua volta, e lo trasforma quindi da mostro uscito dalla tomba in spirito maligno dotato di un orrendo fascino senza uguali ma anche di straordinari poteri, fra cui l’immortalità.

Stefano Caracciolo

Come partecipare 

Per partecipare all’iniziativa è necessario esibire il Green Pass, indossare la mascherina, sanificare le mani all’ingresso, sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea tramite termoscanner.

 

 

Materiali utili