Il workshop a Unife. La lettera del Ministro Fioramonti
Scienza, cultura e ricerca

Stato dell’arte della Medicina di Genere in Italia e sfide Europee 2019”. Questo il tema del workshop internazionale, che si è tenuto a Ferrara il 6 e 7 dicembre, organizzato dal Centro Universitario per gli Studi sulla Medicina di Genere dell’Università di Ferrara.
Tra Lectio Magistralis e relazioni l’iniziativa ha messo in luce aspetti della medicina di genere legati alle varie patologie, ma anche all’attenzione alle identità sessuali e di genere “non solo eterosessuali” e alle conseguenze sanitarie della violenza di genere.
Per l’occasione sono anche stati presentati in anteprima la “Guida alla Medicina di Genere in Italia 2019”, ottenuta dal censimento di enti e organizzazioni pubblici e privati coinvolti negli ultimi 10 anni nella diffusione della medicina di genere e la "Raccolta di documenti di consenso" (Consensus Paper) su diversi argomenti riguardanti la medicina di genere.
In occasione del workshop Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti ha indirizzato una lettera al Centro Unife. A leggerla, in sua rappresentanza la Senatrice Paola Boldrini, promotrice nel 2016 della proposta di Legge “Disposizioni per favorire l'applicazione e la diffusione della medicina di genere”, diventata Legge Nazionale nel 2018, primo esempio a livello europeo.
Sempre nel 2018, anche con il supporto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nasce il Centro dell’Università di Ferrara, primo su questa tematica in Italia, con importanti collaborazioni a livello nazionale ed internazionale, citato dal Ministro stesso, come esempio.
...“Nelle università, e oggi ne abbiamo un chiaro esempio nell’Ateneo di Ferrara promotore di questo workshop, da tempo si è dissuasa la tendenza a pensare di approntare cattedre specifiche sul tema, optando invece per una ben più efficace riorganizzazione delle schede del percorso didattico; la direzione intrapresa è quindi quella dell’applicazione della medicina di genere come sapere trasversale per comprendere appieno conseguenze e caratteristiche delle differenze sessuali e di genere nel percorso di diagnosi e cura.
Queste encomiabili volontà di ormai numerosi e numerose docenti, vanno ora messe ‘a sistema’ nei programmi di insegnamento prevedendo anche percorsi formativi di supporto. Stesso discorso deve valere per il consistente numero di professioniste e professionisti della salute e cura tutt’ora attivi - oltre 600mila in Italia - per i quali va messa in conto una massiccia azione di aggiornamento delle conoscenze che non hanno appreso durante il percorso universitario precedente”...