Notizia

Neurologia | Mattina e pomeriggio i picchi di perdita di memoria: cronobiologia dell'amnesia globale transitoria

26/01/2022

Scienza, cultura e ricerca

Perdere improvvisamente la capacità di ricordare. Non la propria identità ma, transitoriamente, dove ci si trova, cosa si stia facendo e perché, con la conseguente sensazione di forte disorientamento e confusione. È ciò che accade durante gli episodi di amnesia globale transitoria, una condizione neurologica di cui ancora non si conoscono le cause precise e che quindi è difficile da prevenire e curare.

Un recente studio condotto dal gruppo del professor Roberto Manfredini, del Dipartimento di Scienze Mediche di Unife, in collaborazione con i colleghi tedeschi dell’Università di Heidelberg e Mannheim e giapponesi dell’Università di Osaka, ha indagato la relazione tra la cronobiologia e la comparsa dell’amnesia globale transitoria. Obiettivo del team, rafforzare le conoscenze sulle cause della malattia, per poter meglio ipotizzare nuove strategie d'intervento.

“Grazie a questo studio abbiamo evidenziato come vi sia una precisa ritmicità nel manifestarsi dell’amnesia globale transitoria. Abbiamo raccolto e analizzato i dati provenienti da due grandi coorti di pazienti, per un totale di 667 persone ricoverate per amnesia globale transitoria in Germania e in Giappone. Abbiamo evidenziato come - indipendentemente dalla nazionalità, dall’età e dal genere - una percentuale significativa degli episodi si verifichi soprattutto di mattina, tra le 10 e le 11, e nel tardo pomeriggio, tra le 16 e le 17” illustra Manfredini.

Il professor Manfredini, spiega che questi risultati potrebbero rafforzare la tesi secondo cui l’amnesia globale transitoria sia legata a condizioni di stress:

“Centrale potrebbe essere il ruolo del cortisolo, un ormone che in condizioni di normalità segue un andamento circadiano, con livelli di picco poco prima del risveglio e che cala durante il sonno o l’inattività prolungata. Un pattern che cambia decisamente in condizioni di stress acuto o cronico, e che è alla base di tutta una serie di effetti a livello del sistema nervoso centrale".

Un altro aspetto da considerare riguarda il rapporto tra ritmi circadiani e memoria

“Per avere una misura di quanto la memoria sia influenzata dai ritmi circadiani basti pensare a chi svolge lavoro su turni o all'effetto del jet lag. E’ noto infatti che queste condizioni possono causare deficit cognitivi, determinando cambiamenti morfologici nel lobo temporale del cervello che possono avere un ruolo nello sviluppo di malattie neurologiche. O ancora, è noto che l'interruzione dei ritmi circadiani può aumentare il rischio di disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer” specifica il professore.

“Da questo punto di vista, quindi, si può ipotizzare che anche nel caso dell’amnesia globale transitoria una serie di fattori possano interagire in uno scenario complesso di circostanze e condizioni che, per il semplice motivo di presentare un picco nella identica fascia oraria, conferiscono ad individui –magari predisposti- un determinato cronorischio” conclude Manfredini.

Cronobiologia a Unife: Roberto Manfredini nominato esperto mondiale

Roberto Manfredini, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze Mediche di Unife e Direttore della Clinica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, è stato riconosciuto "World Expert in Circadian rhythm" su Expertscape, una delle più importanti piattaforme di ranking delle discipline medico-scientifiche.

Il Professor Manfredini si dedica da decenni al tema della Cronobiologia clinica, disciplina insignita nel 2017 del Premio Nobel a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, scopritori dei meccanismi molecolari dell’orologio biologico e dei ritmi circadiani, ed è stato antesignano delle ricerche in tema di Cronopatologia, ovvero della variabilità ritmica dell’insorgenza delle patologie acute a carico dei vari organi e apparati.

Per questo argomento, è stato per anni invitato presso la Summer School dell’Università di Heidelberg (Germania). E’ partner scientifico della Università del Michigan, Ann Arbor, USA e di quella di Cordoba, Spagna, autore di circa 500 pubblicazioni indicizzate, di numerosi capitoli di libri e trattati scientifici, oltre che di un libro divulgativo sui temi della Cronobiologia ‘Un tempo per ogni cosa. Vivere in armonia con il proprio orologio biologico’ (edito nel 2019 da Piemme Mondadori e ristampato nel 2021 da Pickwick). 

Roberto Manfredini 2021 - 1.JPG

Il curriculum del Professor Manfredini

Laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Ferrara, specializzato in Endocrinologia presso l’Università di Modena, in Medicina interna presso l’Università di Parma e in Cardiologia presso l’Università di Ferrara, il Professor Manfredini ha conseguito il Dottorato di ricerca (PhD) in Biomedicina presso l’Università di Cordoba, in Spagna, ed è Fellow of the European Federation of Internal Medicine (FEFIM).

Attualmente è Professore Ordinario di Medicina interna e Direttore della Clinica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, e presso l’Università di Ferrara è docente di Medicina interna in numerosi Corsi di Laurea, membro del collegio dei docenti del Dottorato in terapie Avanzate e Farmacologia Sperimentale e co-fondatore del Centro Universitario di Studi sulla Medicina di Genere.

Inserito nella lista dei Top Italian Scientists (TIS) per le Clinical sciences, è revisore per conto del MUR (VQR, REPRISE), valutatore esterno per upgrade di carriera per conto del Mayo Clinic College of Medicine and Science, Rochester, MN (USA), valutatore di ranking internazionale delle Università (QS Reputation Survey, THE’s Global Academic Reputation Survey).

È membro dell’International Expert Panel, Task Force on Takotsubo cardiomyopathy, che ha redatto il Documento di Consenso pubblicato sull’organo ufficiale della Società Europea di Cardiologia, dove per la prima volta è stata inserita anche la Cronobiologia.

Per saperne di più

Lo studio Chronobiology of transient global amnesia è stato pubblicato su Journal of Neurology, rivista fondata nel 1891e censita nel primo quartile Web of Science per la disciplina Clinical neurology.

Il gruppo di autrici e autori dello studio, che fa capo a Kristina Szabo e Roberto Manfredini, comprende Carolin Hoyer , Kyoko Higashida, Fabio Fabbian, Alfredo De Giorgi, Vesile Sandikci, Anne Ebert, Michael Platten e Shuhei Okazaki. 

A cura di CHIARA FAZIO