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Fellowship Unife - Museo Civico di Storia Naturale | Intervista al Dottor Ettore Fedele

20/12/2022

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Fellowship Unife - Museo Civico di Storia Naturale | Intervista al Dottor Ettore Fedele
Nella foto il Dottor Stefano Mazzotti, Direttore del Museo Civico di Storia naturale e il Dottor Ettore Fedele

È stata assegnata al Dottor Ettore Fedele la borsa di studio annuale intitolata a Edward Osborne Wilson, istituita dall’Università di Ferrara allo scopo di rafforzare la collaborazione scientifica con il Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara.

Abbiamo deciso di intervistarlo invitandolo a parlare del suo percorso di studi e degli scopi del suo progetto di dottorato.

 

Ciao Ettore. Parlaci un po’ di quello che è stato il tuo percorso di studi precedente.

Certo. Mi sono laureato nel 2013 in Economics & Management all’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sul commercio dell’avorio. Ho svolto poi un tirocinio per un paio di mesi in Sudafrica e successivamente mi sono iscritto a un Master sulla Gestione e la Conservazione delle Aree Protette alla Edinburgh Napier University per poi ritornare in Sudafrica e lavorare al Parco Nazionale Kruger dove ho potuto studiare le relazioni tra mega fauna e ambiente.

Perché hai deciso di prendere parte al bando di concorso?

Stavo terminando la tesi del mio dottorato in Inghilterra quando ho notato il bando di concorso. Mi è subito sembrato molto interessante, innanzitutto perché la borsa di studio era dedicata a Edward Wilson, scienziato che seguo da anni.  E inoltre perché sarebbe stata data l’opportunità al borsista vincente di poter sviluppare un proprio progetto, purché questo rientrasse ovviamente nelle tematiche del bando. Proprio per questo motivo ho voluto continuare il lavoro iniziato durante il mio dottorato di ricerca in Inghilterra, ovvero utilizzare tecniche genomiche per il riconoscimento delle specie e applicarle alla teoria della biogeografia delle isole di Wilson, che mira a studiare la biodiversità degli artropodi, animali invertebrati di cui fanno parte insetti, ragni, acari, crostacei, alle isole Eolie attraverso l’utilizzo del laboratorio di sequenziamento portatile. Quindi, in poche parole, studiare e analizzare la biodiversità di queste isole utilizzando gli strumenti e le conoscenze sviluppate durante il dottorato.

Spiegaci gli obiettivi e lo scopo di ricerca su cui verrà incentrato questo progetto di dottorato.

L’obiettivo principale è, come ho appena detto, quello di analizzare la biodiversità delle isole Eolie, il mio caso studio, utilizzando queste tecniche e la teoria di Wilson. Lo scopo finale sarebbe invece quello di sviluppare un sistema di laboratorio portatile per il monitoraggio della fauna e della biodiversità che possa essere utilizzato in qualsiasi ambiente e contesto.

Immagine del laboratorio portatile Bento Lab

Pensi che ci sia qualcosa di particolarmente importante da sottolineare nel campo in cui operi?

Sì. Credo sia importante sottolineare che fino ad ora, dal punto di vista tecnologico, ci siano stati molti progressi. Purtroppo però esistono ancora paesi che vengono appositamente esclusi dal poter utilizzare tali tecnologie a causa delle insufficienti risorse finanziarie e delle infrastrutture, come ad esempio i paesi dell’Africa Subsahariana. Si parla poi sempre più spesso dell’importanza di eseguire indagini genomiche, ma il vero e proprio problema è che non esistono abbastanza risorse strumentali. Ed è proprio per questo motivo che ho iniziato a sviluppare un sistema portatile, economico e semplice da utilizzare e che renderebbe possibile anche a questi Paesi di usufruire delle tecniche genomiche per l’identificazione delle specie.

Quali possono essere i vantaggi pratici di questo laboratorio portatile su cui stai lavorando?

Questo dipende sicuramente dal contesto in cui si opera, ma per una persona che si occupa della gestione di un’area protetta, sapere ad esempio quali specie siano presenti al suo interno, in maniera rapida e soprattutto economica. Il laboratorio portatile è stato realizzato proprio per poter essere utilizzato da chiunque, anche da persone che non hanno un background in genetica.

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A cura di Lisa Zagato, tirocinante Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale