Progetto di monitoraggio e controllo della diffusione del covid-19 per Ferrara

Progetto di monitoraggio e controllo della diffusione del covid-19 per Ferrara
Il Transetto urbano della città di Ferrara: la rappresentazione della variazione morfologica di isolati e tipi edilizi dall'ambiente naturale al centro della città.

Il lavoro è localmente promosso e sviluppato dall’Ingegner Alessandro Bucci, docente del corso di Rigenerazione Urbana del dipartimento di Ingegneria, con la supervisione del prof. Gabriele Tagliaventi, coordinatore di Civicarch e impegnato nel monitoraggio geografico urbano nazionale e internazionale. 

 

Urbanistica, pianificazione e controllo del territorio: la sicurezza dei cittadini al centro del contributo del Laboratorio CIVICARCH del Dipartimento di Ingegneria.

Il Laboratorio è da anni inserito in una rete internazionale di Centri di Ricerca Universitari e di Enti Pubblici e privati oggi coinvolti dall’emergenza sanitaria. L’approccio scientifico ingegneristico è in questo progetto di ricerca applicato nel tenere a sistema aspetti tecnici-edilizi, ambientali, pianificatori, infrastrutturali, commerciali, economici nel senso più ampio del termine, inquadrando “dall'alto” il funzionamento delle città, in queste settimane così fortemente condizionato da problemi di salute pubblica.

Il carattere fortemente innovativo di questo progetto di ricerca sta nella capacità di mettere a sistema dati e analisi tipici del ramo sanitario con le discipline più strettamente connesse all’analisi urbanistica e al controllo e presidio del territorio, alla gestione dello spazio pubblico. Quest'ultimo da intendersi anche come ordine pubblico e sicurezza, e quindi coinvolgendo anche ambiti di protezione civile.

Esso parte dall’osservazione e il tracciamento della diffusione del contagio, intendendo con esso l’osservazione di tutte le variabili ritenute significative, e dalla sua successiva sovrapposizione ai database territoriali noti in ambito pianificatorio: infrastrutture nazionali, regionali, locali, modelli insediativi, densità abitativa, rete dei principali sistemi produttivi e loro connessione, rete del trasporto pubblico e privato, commercio, flussi dei pendolari giornalieri e saltuari, flussi economici.

Tipicamente la pianificazione strategica di cui il laboratorio si occupa è finalizzata alla “concentrazione” delle persone in un luogo, per “amplificare” i valori di densità abitativa locale (bassi per Ferrara) “catturando” il transito delle persone, turisti, lavoratori pendolari, cittadini di altri quartieri; questi studi sono finalizzati all’ottimizzazione del funzionamento di questi luoghi strategici, del trasporto pubblico, del commercio diffuso, delle attività.

Oggi ciò che l’emergenza Covid-19 richiede a chi si occupa di pianificazione, controllo e sicurezza dello spazio pubblico aperto come degli ambienti di lavoro, è il percorso inverso: l’obiettivo è il “disinnesco” del principio sopra esposto, per tenere lontane le persone (distanziamento sociale a scala macroscopica prima ancora che negli ambienti confinati). E’ del tutto evidente che le variabili e i luoghi sensibili sono i medesimi, e che le funzioni che regolano l’assembramento delle persone e le fluttuazioni giornaliere di densità sono quelle oggetto di questi studi.

L’osservazione della distribuzione geografica e topografica della diffusione del contagio che si sta registrando e la costruzione di mappe del contagio a scala regionale e locale dimostrano la correlazione con le variabili oggetto della ricerca, e le considerazioni che ne scaturiscono si rivelano di importanza strategica nella delicata gestione della così-detta fase numero 2, ovvero della graduale “riapertura”.

Il lavoro prosegue in contatto con il Comune di Ferrara, così pure come con i vertici di alcune categorie professionali tecniche provinciali, dagli Ordini alle Associazioni. Gli ambiti della ricerca coinvolgono la disciplina dei piani di emergenza, la sicurezza e la salute pubblica, la protezione civile.

La ricerca può determinare la definizione di un modello di diffusione del contagio di qualunque epidemia che si basi su principi comuni anche al Covid-19 e le basi per la redazione di un piano urbanistico per il loro contenimento e la gestione graduale del rientro alle condizioni ordinarie.

Sembra aver avuto forti lacune, nel nostro Paese come in tutta Europa, la cultura della modellazione quantitativa e qualitativa, le analisi cumulate di dati provenienti da ambiti eterogenei, i principi base della statistica e di previsione. Il progetto ha, fin dalle prime settimane, dimostrato e cercato di documentare l'importanza e il ruolo che devono avere, nel contenimento del contagio, chi si occupa di modelli insediativi, di città, di infrastrutture, di pianificazione; questo poiché, ricevuto l'input dal mondo medico-sanitario sulla pericolosità e sulla determinante questione "fisica" del contagio, occuparsi di come tenere lontane le persone e gestire il territorio è materia di altre figure professionali e strutture di governo centrali e locali. In tutto questo, ingegneri, fisici, matematici, tecnici del territorio, hanno un ruolo importante.  

Si tratta oggi di una situazione molto complessa, che in un certo senso stimola la capacità e l'approccio dell'ingegnere nel cercare di trovare soluzioni anche a carattere organizzativo a problemi complessi, scindendoli in più semplici e affrontabili, e fornendo soluzioni ripercorribili, su cui nel tempo, se le cose cambiano, è possibile agire con cognizione. Il lavoro prosegue con le strategie per la fase-2, riaffermando l’importanza di non dimenticare i principi che tutti coloro che si occupano di “sicurezza” ben conoscono, e che sono già descritti dalle Leggi e norme nazionali: si tratta dei concetti di Pericolo, Danno, Rischio, Prevenzione e Protezione. Un Pericolo (il virus) è capace di creare un Danno (malattia o morte). Il Rischio è dato dalla probabilità che si venga contagiati.  La Probabilità è proporzionale al numero di persone che si hanno vicino, in qualunque momento della giornata.

La fase-2 deve essere basata anche sulla massima riduzione possibile di questo Rischio con scelte di pianificazione territoriale e gestione dello spazio pubblico. La sicurezza non è da riferirsi in esclusiva agli ambienti di lavoro. Le epidemie non si combattono solo negli ospedali, ma soprattutto sul territorio. Non esiste rincorsa alle curve esponenziali di contagio sufficientemente efficace con i soli ricoveri.