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Architettura | Ripensare le scuole come luoghi di esperienze

22/07/2020

Scienza, cultura e ricerca

Architettura | Ripensare le scuole come luoghi di esperienze

Ci sono luoghi, come le case in cui si è abitato o i posti in cui si sono passate le vacanze più belle, che non si dimenticano. Tra questi, sicuramente, ci sono le scuole dove si sono trascorsi gli anni degli studi. 

Parte proprio dalla centralità degli edifici scolastici nell’esperienza di vita e di formazione di ciascuna persona, il progetto di ricerca condotto da un gruppo di studenti del Dipartimento di Architettura di Unife, guidati dai professori Emanuele Piaia, Marco Filippucci e Francesco Pasquale, in collaborazione con la cooperativa sociale CADIAI.

“Gli spazi di cui si compongono gli edifici scolastici sono ben più di semplici contenitori: sono capaci di influire sulle esperienze e sull’acquisizione di conoscenze. In essi, architettura e pedagogia inclusiva possono trovare un terreno fertile di confronto” spiega il professore Emanuele Piaia.

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Dalla teoria alla pratica. Il caso-studio pubblicato su Paesaggio Urbano

Da questo presupposto ha preso il via lo studio per la rivalorizzazione degli spazi di un edificio scolastico di Bologna, sulla base dei modelli promossi dalla moderna pedagogia.

Il lavoro, incentrato sulla possibilità di integrare le funzionalità della scuola con la realtà del territorio in cui si trova, è stato pubblicato sul numero di maggio della rivista di urban design Paesaggio Urbano.

“Nonostante l’alta qualità di istruzione in Italia, in particolare fino al termine della scuola primaria, l’idea di una scuola decontestualizzata rispetto alla realtà in cui si trova è presente in molti di noi”, continua Piaia. “In buona misura tale concezione dipende dalla nostra percezione di un sistema di istruzione non pienamente rispondente ai bisogni attuali e separato, almeno in parte, dal mondo in cui vivono gli alunni. Questa opinione è rafforzata dall’immagine di edifici scolastici spesso inadeguati, molto simili a quelli che popolavamo decine di anni fa, quando occupavamo i banchi di scuola”.

Particolare del progetto del progetto pubblicato su Paesaggio Urbano

Particolare del progetto pubblicato su Paesaggio Urbano

Proprio questo è uno degli aspetti toccati dal lavoro svolto durante un workshop cui hanno preso parte tredici studenti nell’ambito della laurea magistrale  in Architettura di Unife. Il gruppo è stato supportato da una pedagogista e da una rappresentante della cooperativa sociale CAIDAI, fondata a Bologna nel 1974, che realizza servizi alla persona di tipo educativo e socio-sanitario.

“In questo progetto gli spazi non sono più considerati semplici ambienti funzionali o esteticamente ricercati, ma  occasioni di esperienze, con una dimensione immateriale che è decisiva e contribuisce a rendere il servizio un luogo di relazione e di vita” spiega Piaia.

 Un aspetto centrale in questo senso è il ruolo fondamentale rivestito dal legame tra la scuola e il territorio. Piaia spiega che “i servizi possono operare in rete con le realtà che li circondano. Realtà civiche, associative, sportive, parrocchiali, etc. che compongono la comunità educante”. 

Spazi indoor, outdoor e integrazione con il territorio

La riprogettazione si articola secondo tre linee direttive portanti: il ripensamento degli spazi interni (spazi indoor), la fruizione degli spazi esterni (spazi outdoor) e l’integrazione col territorio (outdoor integration).

Come risultato del ripensamento degli spazi interni è emerso un rapporto che descrive alcune caratteristiche fondamentali che dovrebbero avere i luoghi all’interno degli edifici scolastici, come la flessibilità per diversi tipi di didattica, la possibilità di attività laboratoriali, la sostenibilità e l’uso del verde e della tecnologia ad integrazione della didattica.

Per quanto riguarda le altre linee direttive, il lavoro è stato declinato sullo studio di un caso concreto che riguarda un edificio nella periferia di Bologna all’interno di un quartiere sorto a partire dagli anni ’70. L’edificio era nato come scuola salesiana all’interno di un complesso parrocchiale e attualmente si trova in stato di abbandono.

L'edificio scolastico oggetto di studio

L'edificio scolastico oggetto di studio

La riprogettazione ha comportato una rivalutazione degli spazi scolastici esterni che non sono più visti come semplici aree accessorie, ma come un elemento fondamentale del processo di apprendimento.

“In questa prospettiva tutto ciò che sta all'esterno della scuola travalica il ruolo di spazio pertinenziale di servizio dell'edificio, diventando una preziosa occasione di incremento del valore ambientale ed estensione dei luoghi dell'apprendimento, filtro tra l'intimità dell'interno della scuola e lo spazio pubblico del mondo.”


Lo studio dell’integrazione tra scuola e territorio, infine, si è basato sulla connessione tra gli spazi attraverso le loro funzioni. Questo ha portato a valorizzare elementi ritenuti di ostacolo fino a quel momento.

“I confini sono diventati così opportunità di collegamento volti a generare nuovi luoghi per l’incontro, l’apprendimento e il gioco intesi come elementi saliente dell’educare.”

Collegando le diverse realtà presenti, ossia scuola, parrocchia, palestra e centro sociale, con dei «fili colorati» tematici (educazione civica, natura, sport, alimentazione) si è cercato di promuovere l’interazione tra diversi interlocutori.

“I soggetti del contesto sono anziani, parrocchia, bambini, centro sportivo e residenti, tutti legati da rapporti potenziali che il progetto ha analizzato cercando di promuovere sinergie volte a creare anche nuovi valori educativi e sociali.”

La speranza in fondo a questo prezioso lavoro di ripensamento, che è anche l’obiettivo dichiarato, è che gli ambienti della vita quotidiana, a partire da quella scolastica, sui quali si può innestare una rete di relazioni, possano infine passare da semplici spazi a “luoghi densi di significato”.



Per saperne di più:

- Il numero della rivista Paesaggio Urbano

- l'articolo in formato pdf

A cura di DAVIDE D'ELIA (Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara)