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Racconti dall'estero | Shinichi, studente di Fisica, da Tokyo

03/07/2020

Persone

Puntata numero 6 per il nostro viaggio virtuale in giro per il mondo, un viaggio tra le storie e le esperienze delle nostre studentesse e dei nostri studenti in mobilità all'estero, ai tempi del Covid-19, raccontate direttamente dalle loro voci, attraverso le interviste di una loro compagna con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Unife.

Vi presentiamo la preziosa testimonianza di Shinichi Okamura, studente del corso di laurea magistrale di fisica.

26/06/2020

Tokyo, Giappone

Ciao Shinichi, parlaci di te e del motivo per cui hai scelto il Giappone per il tuo percorso formativo all’estero. Dalle origini del tuo nome immagino che la scelta non sia stata casuale e ti dirò, mi hai incuriosita.

Sono Shinichi Okamura, studente magistrale di fisica dell’Università di Ferrara. A febbraio 2020 sono partito grazie al progetto Atlante per uno scambio con l’Università di Tokyo in Giappone per svolgere il mio progetto di tesi magistrale. In effetti non ti sei sbagliata, mio padre è giapponese e mia madre è italiana, e per tale motivo, ho sempre sentito il forte desiderio di vivere un’esperienza in Giappone per approfondire una parte delle mie origini. Infatti prima di questa avventura non ero mai stato da solo in questo paese, e vorrei ringraziare Unife ed il Professor Calabrese per avermi permesso di realizzare questo sogno.

Tokyo

Shinjuku: uno dei quartieri centrali e più famosi di Tokyo

Arrivare in una metropoli come Tokyo implica sicuramente un forte cambiamento delle proprie abitudini, come sei stato accolto dal tuo nuovo team? Hai riscontrato difficoltà con la lingua?

Passare da Ferrara, città in cui ho sempre vissuto, ad una grande metropoli come Tokyo è stato effettivamente un grande cambiamento. Nonostante il divario culturale presente tra Italia e Giappone che può spaventare a prima vista, il calore e la cordialità con cui il mio nuovo gruppo di ricerca e lo staff universitario mi ha accolto mi ha fatto sentire come a casa. Inoltre, essendo stato abituato fin da piccolo all’ascolto della lingua giapponese, parlata quotidianamente da mio padre, non mi sono trovato troppo spaesato e gradualmente sono riuscito ad abituarmi ai nuovi ritmi di vita.

Considerando il periodo di pandemia come hai vissuto emotivamente la tua esperienza? Sei riuscito a proseguire con i tuoi obiettivi o sei dovuto rientrare?

Sicuramente questa è stata per me un’esperienza irripetibile, in quanto mi ha permesso di scoprire alcuni lati del Giappone e della ricerca in questo paese che non avrei mai potuto vedere in circostanze “normali”. Nonostante le preoccupazioni iniziali, ho cercato di impegnarmi per portare a termine nel migliore dei modi questa esperienza. Alcuni degli studenti essendosi trovati nelle mie stesse circostanze non sono riusciti a partire oppure sono dovuti tornare indietro prematuramente. Personalmente, è stata una sfida che credo possa arricchire il mio bagaglio personale.

Ciliegi in fiore 2

Il periodo di fioritura dei ciliegi

Quali sono state le restrizioni imposte dal governo Giappone per fronteggiare al meglio questa pandemia? Hai riscontrato delle differenze rispetto alle scelte del nostro governo italiano?

Quando sono arrivato a febbraio, nonostante la situazione sembrasse sotto controllo, vi erano già sanificatori in quasi tutti i luoghi i pubblici e la grande maggioranza delle persone per strada indossava la mascherina (anche se in Giappone viene normalmente indossata per motivi igienici non strettamente legati al Covid-19). Anche il concetto di “distanza di sicurezza” è già presente all’interno della cultura nipponica: il famoso esempio dell’inchino al posto della stretta di mano occidentale. Personalmente ho deciso di tenermi costantemente aggiornato sulla situazione in Italia ed è stato molto interessante vedere come i due Paesi hanno gestito diversamente lemergenza. A differenza dellItalia in cui è stato dichiarato un lockdown totale, il governo giapponese ha annunciato uno stato di emergenza, in cui veniva fortemente suggerito di restare a casa ed evitare i luoghi affollati. È stata imposta la chiusura di alcuni grandi magazzini e alcune restrizioni sugli orari lavorativi. Sono rimasto davvero stupito nel vedere come, nella città con la più alta densità di popolazione mondiale, i quartieri più affollati si siano improvvisamente svuotatiA posteriori, credo che entrambi i Paesi abbiano qualcosa da imparare l’uno, dall’altro. Per questo motivo credo che vivere qui, in questo periodo di emergenza, sia stato molto istruttivo per me.

Shiniki mask

A causa dello stato d’emergenza, il tuo progetto di tesi, per il quale avevi deciso di intraprendere questa esperienza, ha subito delle variazioni? L’università ospitante come si è comportata? Ti ha supportato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi?

Sono venuto in Giappone per svolgere il mio progetto di tesi, e quindi ho collaborato con un centro di ricerca di fisica sperimentale. Prima della dichiarazione dello stato di emergenza mi era concesso di accedere al laboratorio tutti i giorni. Durante il periodo iniziale sono riuscito a creare un bel legame con i nuovi colleghi e mi sentivo inserito all’interno del gruppo di ricerca. Una volta annunciato lo stato di emergenza i laboratori sono stati chiusi e ho dovuto iniziare a studiare da casa. Ammetto che è stato difficile trovare un equilibro per poter essere produttivo. Grazie al sostegno del Professor Sakemi, docente dell’Università di Tokyo, e del mio supervisor Nagahama, ho continuato il mio progetto riuscendo ad ottenere ottimi risultati. Abbiamo programmato dei meeting settimanali con il team su ZOOM in cui venivano condivisi gli update dell’esperimento, e inoltre il mio supervisore mi dedicava, ogni settimana, dei meeting per aiutarmi privatamente con il mio progetto. Mi hanno anche spedito alcune mascherine ed un computer portatile per posta per evitare ulteriori spostamenti. Li ringrazio davvero per la premura che hanno avuto nei miei confronti.

Come stai vivendo le tue giornate a Tokyo? Hai avuto la possibilità di conoscere persone nuove e di visitare la città?

La mia giornata tipo si svolge prevalentemente nel dormitorio in cui alloggio. Dal punto di vista dello studio mi occupo di alcune simulazioni a computer e dell’approfondimento delle tematiche relative all’esperimento. Dedico del tempo anche allattività sportiva, come la corsa o lallenamento presso alcune palestre allaperto”. La cosa che apprezzo di più, nonostante le difficoltà, è stata la possibilità di creare molti legami di amicizia. Alloggiando in uno studentato, ho avuto la fortuna di conoscere molti altri ragazzi giapponesi ed europei, nella mia stessa situazione. Questo è stato un punto di forza della mia esperienza; se sono riuscito a vivere con serenità questo periodo di tensioni è anche grazie a loro. Ora che lo stato di emergenza è stato sollevato sto iniziando a visitare i quartieri più famosi della città e a mangiare le specialità della cucina giapponese. Nelle prossime settimane avrò probabilmente la possibilità di tornare nuovamente nel laboratorio per ultimare il mio progetto. Spero di potermi vivere al meglio gli ultimi due mesi di questa intensa ma bellissima esperienza.

Ciliegi in fiore

Un'altra immagine di ciliegi in fiore

Grazie per aver condiviso con noi le emozioni generate da questo tuo affascinate percorso in oriente, un abbraccio da parte di tutta la famiglia Unife!

Intervista a cura di SERENA NEGRI (studentessa della laurea in Economia) con la collaborazione di CARLOTTA COCCHI.

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