Ultimi cacciatori-raccoglitori e primi agricoltori-allevatori

In questa vetrina trovano spazio le tematiche relative agli ultimi cacciatori-raccoglitori (Mesolitico) ed ai primi agricoltori ed allevatori (Neolitico).

Relativamente al Mesolitico sono esposti soprattutto oggetti della cultura materiale, fra cui alcune collezioni di manufatti in pietra di piccolissime dimensioni e di forma standardizzata (microliti) provenienti da vari giacimenti italiani e nordafricani, ed oggetti in osso e corno, fra i quali spicca un modello di arpione in palco di cervo dal riparo di Romagnano, presso Trento.

Seguono le testimonianze relative al Neolitico, periodo durante il quale si assiste all'insorgere delle attività agricole e pastorali dapprima nel Vicino Oriente (X millennio dal presente) e successivamente in Europa, accompagnate da mutamenti che investono la sfera tecnologica, socio-culturale ed ideologica.

Questo periodo è illustrato da una rassegna di forme ceramiche di provenienza europea, suddivise cronologicamente e per grandi aree geografiche, alla quale sono associati strumenti caratteristici di pietra levigata.

Per quanto riguarda l'Italia settentrionale, sono messi evidenza i ritrovamenti dei giacimenti di Fimon Molino Casarotto, del quale sono esposte alcune forme ceramiche (vasi a bocca quadrata) che contraddistinguono il Neolitico dell'Italia settentrionale durante buona parte del IV millennio dal presente ed una serie di manufatti in pietra scheggiata e levigata (ascia) e di Riparo Gaban, località in provincia di Trento nota, fra l'altro, per il ritrovamento del gruppo più cospicuo di raffigurazioni "artistiche" (fra cui alcune statuette antropomorfe) di tutto il Neolitico dell'Italia settentrionale.

Modello di arpione in palco di cervo (Romagnano, Trento)
Modello di arpione in palco di cervo (Romagnano, Trento)


Arpione

Modello di arpione rinvenuto nella parte sommitale della sequenza mesolitica (Castelnoviano) del Riparo di Romagnano Loc III. Il Riparo di Romagnano si apre lungo la valle dell'Adige (Trento) e costituisce uno dei principali giacimenti mesolitici dell'Italia settentrionale.

L'arpione in palco di cervo, lungo circa 167 millimetri, è costituito da due ordini di denti disposti ad intervalli regolari in posizione alterna e presenta base arrotondata e due tacche basali opposte. Gli arpioni, i cui primi esemplari compaiono, in Europa, durante la fase finale del Paleolitico superiore, sono armi da getto, la cui particolarità è quella di staccarsi dall'asta di sostegno, alla quale restano fissate tramite una corda, nel momento in cui raggiungono la preda.

Modelli di vasi a bocca quadrata (Molino Casarotto, Vicenza)
Modelli di vasi a bocca quadrata (Molino Casarotto, Vicenza)

Vasi a bocca quadrata

Tipo di vasi, dall'imboccatura di forma quadrata, diffusi durante IV millennio a.C. nell'Italia settentrionale, dove danno il nome ad una caratteristica cultura del pieno Neolitico (Cultura dei vasi a bocca quadrata).

L'abitato perilacustre di Molino Casarotto, dal quale provengono i vasi illustrati nell'immagine, è situato ai piedi dei Colli Berici, in prossimità di un ramo estinto del lago Fimon. Esso costituisce una delle più rilevanti testimonianze di accampamenti neolitici in zona umida di tutta l'Italia settentrionale.

Modello di ascia levigata (Molino Casarotta, Vicenza)
Modello di ascia levigata (Molino Casarotta, Vicenza)

Ascia levigata

La confezione di asce levigate, benché documentata in alcune aree a partire dal Mesolitico, è caratteristica delle culture neolitiche, nell'ambito delle quali si diffonde in relazione all'intensa attività di disboscamento e lavorazione del legno che si sviluppa in questa fase.

La tecnica della levigazione, in grado di rendere i margini attivi delle asce più resistenti ed efficaci, consiste nello strofinare il blocco di materiale da lavorare, dopo averlo sbozzato, su un altro blocco di roccia, preferibilmente di arenaria. Nella maggior parte dei casi, le asce levigate che si rinvengono nell'Europa occidentale durante il Neolitico sono state ricavate a partire da "pietre verdi", quali ofioliti o giadeiti.

Modello di statuetta antropomorfa (Riparo Gaban, Trento)
Modello di statuetta antropomorfa (Riparo Gaban, Trento)

Statuetta antropomorfa

L'insediamento di Riparo Gaban, caratterizzato da un'importante serie stratigrafica che ne documenta l'occupazione durante il Mesolitico recente ed il Neolitico, ha restituito una ricca documentazione di oggetti d'arte, fra cui questa statuetta umana stilizzata, proveniente dai livelli del primo Neolitico.

La statuetta, che riproduce una figura femminile modellata da una placchetta ossea, richiama manifestazioni analoghe del Neolitico balcanico. La testa è piccola e caratterizzata da una lunga capigliatura; sul busto è raffigurato un collare a cui è appeso un pendaglio e sulla vita una cintura. La parte intermedia reca l'immagine di una vulva sormontata da un motivo alberiforme la cui presenza indicherebbe il legame della statuetta con il "culto agrario".