Storia
Fra il VII e l'VIII secolo, a causa delle continue invasioni barbariche che devastarono Voghenza, la sede vescovile venne spostata da Voghenza al Borgo San Giorgio, situato sulla riva destra del fiume Po, proprio in corrispondenza del castrum bizantino del VI secolo che si trovava sulla riva opposta. Questo primo insediamento abitativo di Ferrara è individuabile nel sito dell'antica cattedrale di San Giorgio fuori le mura.
Strappata dai Longobardi all'Esarcato d'Italia di cui faceva parte, quindi conquistata dai Franchi e donata al papa, divenne nel 984, su concessione di Papa Giovanni XV, feudo di Tedaldo di Canossa. In età romanica la città prese a svilupparsi maggiormente sull'altra riva del Po mettendo in ombra il Borgo San Giorgio e di conseguenza la sede vescovile venne spostata nel 1135 nell'attuale cattedrale di Ferrara esattamente nel centro della città. Furono questi gli anni delle prime manifestazioni dell'autonomia cittadina che vide la nascita di un piccolo governo comunale nel XII secolo. La città iniziava così a urbanizzare il proprio territorio grazie alla costruzione di numerosi monumenti come la cattedrale o il palazzo del Municipio, e la realizzazione di nuove strade a partire dall'asse delle prime vie, Ripagrande e della sua parallela "di servizio" Via Capo delle Volte, che costeggiavano la riva del Po.
Le guerre di Ferrara[modifica | modifica wikitesto]
Dopo essere stata al centro di continue lotte fra le famiglie guelfe degli Adelardi e dei Giocoli quelle ghibelline dei Salinguerra e Torelli, passò definitivamente alla parte guelfa grazie al matrimonio di Azzo VI d'Este con l'ultima erede degli Adelardi.[4] Ma l'instaurazione del ducato estense non durò a lungo: agli inizi del Trecento gli Este erano in conflitto con Bologna, Mantova e Verona e furono pertanto minacciati nel possedimento della stessa Ferrara. Azzo VIII d'Este chiese quindi aiuto a Venezia ottenendo rinforzi. Ma alla morte di Azzo VIII il trono passò al nipote Folco II d'Este e non al figlio Fresco d'Este, escluso dalla successione. Francesco, per arrivare al possedimento del trono, offrì il feudo di Ferrara a Clemente V con in cambio il riconoscimento del suo potere sulla città.
Le truppe pontificie occuparono così Ferrara in nome della chiesa insediandovi il marchese Francesco d'Este. Il 1308 sancì l'inizio della cosiddetta guerra di Ferrara, terminata nel 1309, dichiarata da Venezia allo Stato della Chiesa dal quale aveva ricevuto ordine della restituzione della fortezza di Castel Tedaldo di proprietà ferrarese e allora in mano ai veneziani. Come conseguenza alla dichiarazione di guerra i legati di Clemente V lanciarono la scomunica al doge di Venezia e a tutti coloro che avessero sostenuto l'occupazione della città. Nonostante la successiva vittoria dei ferraresi e dello Stato della Chiesa su Venezia, Ferrara visse alcuni anni difficili prima del totale insediamento degli Este avvenuto nel 1332.
La seconda e più famosa guerra di Ferrara si svolse dal 1482 al 1484. Promotore ne fu Girolamo Riario, nipote del papa Sisto IV e signore di Forlì ed Imola. Girolamo, che voleva espandere il proprio dominio, promosse un'alleanza tra lo Stato della Chiesa e la Repubblica di Venezia, nel tentativo di impossessarsi di Ferrara. Nonostante qualche successo militare, la pace di Bagnolo non comportò però le modifiche che Sisto IV e Girolamo Riario desideravano.
Gli Este nell'età medioevale e moderna[modifica | modifica wikitesto]
Sin dal loro ufficiale insediamento gli Este governarono indiscussi sulla città per quasi tre secoli rendendola capitale di un piccolo, ma culturalmente attivissimo, Stato regionale. Il periodo aureo della città fu la seconda metà del Quattrocento sotto il potere di Leonello, Borso, ed Ercole I d'Este, quando alla corte ducale convenivano personaggi come Piero della Francesca, Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Rogier van der Weyden, mentre si era sviluppata una scuola ferrarese in pittura, con capiscuola del calibro di Cosmè Tura, Ercole de' Roberti e Francesco del Cossa. Il 1492 fu l'anno della più importante crescita urbanistica, l'Addizione Erculea progettata da Biagio Rossetti su ordine di Ercole I, che ampliò verso nord la città con uno schema razionale di vie e palazzi, uno dei primissimi progetti urbanistici in una città europea. Nel Cinquecento vissero in città grandi artisti (Dosso Dossi, Tiziano, Giovanni Bellini) e letterati (Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso).
Non è da dimenticare l'importante presenza alla corte estense d'un musicista come Luzzasco Luzzaschi, che forse fu l'autore delle musiche di scena per l’Aminta del Tasso e per Il Pastor Fido del Guarini. Il complesso eccellente del Concerto delle donne (tre virtuose cantanti e strumentiste) era anche un asso nella manica diplomatico della corte estense, che invitava ai concerti riservatissimi soltanto nobili e diplomatici che riportavano nei propri paesi la fama della musica raffinata di Ferrara. Giacché si trattava di musica vocale (in genere di madrigali), assieme alla fama della musica veniva riaffermata l'eccellenza dei poeti d'ambiente ferrarese i cui testi erano musicati. Dopo l'acquisizione di Ferrara da parte dello Stato della Chiesa, e la dissoluzione del raffinato ambiente cortese, Girolamo Frescobaldi, allievo di Luzzaschi, fu accolto a Roma addirittura come organista in San Pietro. Particolarmente importante la vita intellettuale dello Studio ferrarese, dove lavorarono personalità del calibro di Guarino Veronese, Celio Calcagnini, Giambattista Giraldi Cinzio e Giovan Battista Pigna.
Ottocento e XX secolo[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1598, a causa della mancanza di figli legittimi del duca Alfonso II, il papa Clemente VIII si riappropriò del feudo e la città entrò bruscamente a far parte dello Stato Pontificio. Perdendo il suo status di capitale per divenire semplice città di confine, Ferrara andò incontro ad un inevitabile declino. (Emblematica la sorte della seicentesca Fortezza Pontificia smantellata a furor di popolo durante la Campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte del 1796, riedificata nell'Ottocento dagli austriaci e definitivamente demolita nel 1859, quando Ferrara entrò a far parte del Regno di Sardegna). Nell'Ottocento la città visse una ripresa economica grazie alla scoperta della vocazione agricola, mentre è più del secolo successivo la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico cittadino, culminato con l'inclusione della città nella lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1995.