Fontana Ranuccio
Il sito di Fontana Ranuccio è uno dei principali giacimenti paleontologici del bacino pleistocenico di Anagni. Il bacino di Anagni, comprendeva un’area di 20 km2 e aveva al suo centro uno spesso strato di argille e limi. I margini del bacino, a varie riprese, sono stati popolati da una ricca fauna di uccelli e mammiferi, fra cui l’uomo. Nel 1976 l’estrazione di pozzolana in una cava a Ovest di Anagni metteva in luce i resti di un considerevole giacimento preistorico. A partire dall’anno successivo, l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana nella persona del prof. A.G. Segre condusse campagne di scavo regolari e interdisciplinari. Nel 1983 la cava venne fermata e il giacimento vincolato. Dal 2007 le ricerche, in regime di concessione dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, sono dirette dal dott. F. Parenti e dal 206 in collaborazione con S.Grimaldi; il cantiere è sede di una scuola di scavo archeologico e paleontologico.
La serie stratigrafica di F.Ranuccio è costituita dalla seconda fase di attività del complesso vulcanico laziale. Si riconoscono tre gruppi su uno spessore totale di 12 m. Lo strato archeologico e fossilifero, datato a 458 ka, contiene una flora caucasica con Buxus cf. sempervirens, Alnus glutinosa, Zelkova crenata e abbondanti resti paleontologici; questa associazione faunistica è compatibile con lo stadio isotopico 11 e costituisce l’Unità Faunistica di riferimento del periodo Galeriano superiore del Pleistocene medio italiano.
I resti paleoantropologici finora rinvenuti consistono in quattro denti, due incisivi e due molari inferiori (destro e sinistro), appartenenti probabilmente a Homo heidelbergensis.
Infine, una abbondante collezione di industria litica e su osso è stata rinvenuta; appartengono a quattro gruppi:
- Manufatti di selce grigia, marrone o nerastra, perlopiù scarti di lavorazione, ma che annovera anche dei semplici strumenti, come raschiatoi e denticolati;
- Bifacciali di selce o lava, attribuibili alla seconda fase dell’Acheuleano laziale.
- Uno strumentario osseo grossolano, ottenuto in genere da grandi diafisi di ossa lunghe di elefante da epifisi di metapodi di bovino.
- Strumenti ossei scheggiati e ritoccati tra i quali spicca il bifacciale che è il logo dell’Istituto.