NON SOLO CACCIATORI. Immagini e simboli dalla preistoria

Locandina piccola

 

 

NON SOLO CACCIATORI. Immagini e simboli dalla Preistoria

8 Marzo - 15 Maggio 2019  PROROGATA AL 30 GIUGNO 2019

 

 

ORARIO:

Tutti i giorni 10.00 - 18.00

Venerdì 10.00 - 17.00

 

DOVE:

Palazzo Turchi di Bagno

C.so Ercole I d'Este, 32 Ferrara

 

 

 

Locandina

 

Nella sala espositiva di Palazzo Turchi di Bagno del Sistema Museale di Ateneo, si svolgerà dall’8 marzo al 15 maggio la mostra “NON SOLO CACCIATORI. Immagini e simboli dalla Preistoria” curata da Federica Fontana, Antonio Guerreschi e Ursula Thun Hohenstein.

La mostra espone una selezione di oggetti riferibili alla sfera simbolico-artistica degli ultimi cacciatori-raccoglitori-pescatori preistorici. I reperti provengono da tre siti paleolitici principali  dell’Italia nord-orientale: Riparo Tagliente (Verona), in corso d’indagine da parte dell’Università di Ferrara da quasi 60 anni,  Riparo Villabruna (Belluno), esplorato dall’Ateneo ferrarese negli anni ‘90 del secolo scorso e Riparo Dalmeri (Trento), indagato dal MUSE di Trento fino al 2009. Le testimonianze esposte si riferiscono alle ultime fasi del Paleolitico e sono datate tra  circa 17.000 e 12.500 anni fa.

L’associazione di queste produzioni artistiche a soggetto sia naturalistico sia astratto, con l’impianto di strutture abitative e/o di sepolture, ne sottolinea il ruolo pervasivo nella quotidianità delle comunità passate, riflettendo un concetto di “arte” verosimilmente diverso da quello attuale.

La mostra, patrocinata dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e dal Comune di Ferrara, è organizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Verona, il Museo archeologico di Belluno, il MUSE di Trento, la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

Sono esposti, nella maggior parte dei casi per la prima volta, oltre 60 reperti provenienti da Riparo Tagliente e una selezione di oggetti da Riparo Villabruna e Riparo Dalmeri. Si tratta di elementi di ornamento personale e rappresentazioni figurative e astratte incise o dipinte su pietra e su osso che spesso rivelano l’elevata capacità tecnica e stilistica degli artisti preistorici. In esposizione anche i calchi delle sepolture di Riparo Tagliente e Riparo Villabruna e di una superficie di abitato di Riparo Tagliente provenienti dal Museo Piero Leonardi dell’Università di Ferrara.

Commenta Federica Fontana, professore associato di Preistoria e Protostoria e direttore delle ricerche di Riparo Tagliente:

“Oltre a mostrare la complessità, ricchezza e, se vogliamo, anche la “modernità” del fenomeno arte nel Paleolitico, gli oggetti in mostra esemplificano come alla fine di questo periodo sembri manifestarsi un cambiamento nelle espressioni del simbolismo delle ultime popolazioni di cacciatori-raccoglitori-pescatori preistorici, con il passaggio da forme rappresentative di carattere realistico verso immagini più stilizzate e schematizzate. A tale cambiamento, in area veneto-trentina, si accompagna un mutamento tecnico che porta dall’utilizzo dominante dell’incisione, attestata a Riparo Tagliente, verso quello della pittura realizzata con ocra di Riparo Villabruna e Riparo Dalmeri.”

Aggiunge il Prof. Antonio Guerreschi, già direttore delle ricerche a Riparo Tagliente “Non si tratta di un’arte statica e immutabile  ma di un fenomeno dinamico, profondamente radicato nei sistemi socio-culturali che si sviluppano nel tempo. Accanto alle immagini naturalistiche continuano ad avere uno sviluppo pressoché continuo le rappresentazioni di carattere geometrico-lineare, la cui interpretazione appare, se possibile, ancora più enigmatica.”

Conclude Ursula Thun Hohenstein, presidente SMA: “Questa mostra è un evento significativo per il nostro Ateneo. Per la prima volta il pubblico potrà ammirare reperti messi in luce nel corso di anni di ricerche condotte da più generazioni di studiosi che hanno ricoperto il ruolo di docenti presso l’Università di Ferrara, da Piero Leonardi, ad Alberto Broglio, Antonio Guerreschi, Benedetto Sala e Carlo Peretto.”