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Linee guida stesura tesi laurea

Scienze e tecnologie della comunicazione

Struttura della tesi

Una tesi di laurea deve presentare la seguente struttura:

  • Frontespizio.
  • Indice.
  • Introduzione.
  • Corpo della tesi.
  • Conclusioni.
  • Eventuali allegati e appendici.
  • Bibliografia.

Frontespizio/copertina

Contiene, nell’ordine, il nome dell’Università, il Corso di studio, il titolo della tesi, il nome del relatore, il nome del laureando e l’anno accademico (il facsimile con il logo dell’Università di Ferrara è scaricabile dal sito).

Indice

Deve riportare i titoli esatti dei capitoli, dei paragrafi e degli eventuali sotto-paragrafi con l’indicazione dei numeri di pagina corrispondenti. Si consiglia di utilizzare una numerazione singola per i capitoli (1, 2, 3…) una doppia numerazione per i paragrafi (1.1, 1.2, 1.3…) e una tripla numerazione per i sotto-paragrafi (1.1.1, 1.1.2, 1.1.3…).

Introduzione

Breve presentazione del lavoro svolto in cui lo studente deve: (1) illustrare sinteticamente ma con chiarezza l’oggetto e gli obiettivi della tesi, precisando se necessario la metodologia e la bibliografia utilizzata; (2) descrivere la struttura dell’elaborato, riassumendo brevemente il contenuto dei capitoli. Si consiglia di scrivere l’introduzione in maniera il più possibile obbiettiva, evitando notazioni autobiografiche.

Corpo della tesi

Deve essere suddiviso in capitoli, in paragrafi ed eventualmente in sotto-paragrafi, numerati e dotati di un titolo. Si consiglia di mantenere un equilibrio nella suddivisione dell’elaborato, evitando paragrafi troppo brevi (inferiori alla lunghezza di una pagina) ma anche troppo estesi.

Conclusioni

Sono necessarie in una tesi di ricerca che si propone di dimostrare un’ipotesi, ma risultano spesso superflue e possono essere omesse – con l’assenso del relatore – quando si tratta di un lavoro puramente compilativo o descrittivo.

Eventuali appendici e allegati

Possono contenere cronologie, filmografie, interviste, documenti, tabelle, illustrazioni o altri materiali iconografici inerenti all’argomento della tesi.

Bibliografia

Elenco dei volumi e degli articoli su rivista utilizzati per la stesura della tesi ordinati alfabeticamente secondo l’iniziale del cognome dell’autore. Le riviste online e i siti internet consultati possono essere inseriti in una sitografia separata dalla bibliografia tradizionale.

Una tesi di laurea deve contenere un apparato di note e può essere arricchita da alcune illustrazioni:

Note

Le note devono essere a fondo pagina e numerate automaticamente. Possono includere: (1) i riferimenti bibliografici di una citazione presente nel testo; (2) precisazioni o considerazioni ritenute marginali rispetto al tema centrale del paragrafo e del capitolo.

Illustrazioni

Le eventuali illustrazioni possono essere raccolte in un’appendice o inserite nel corpo della tesi. Devono essere accompagnate da brevi didascalie che ne spiegano il contenuto oppure numerate progressivamente. Nel secondo caso a ogni immagine deve corrispondere un riferimento tra parentesi all’interno del testo. Si consiglia di inserire illustrazioni solo nei casi in cui risultino strettamente necessarie.

Consigli per la stesura della tesi

Nella stesura della tesi di laurea lo studente dovrà:

  • Pianificare il lavoro in tempo utile. La tesi non dovrebbe essere scritta “di corsa”: è uno dei momenti più caratterizzanti del percorso di studio e come tale merita adeguati tempi per la riflessione, la ricerca e la scrittura.
  • Adottare uno stile saggistico, ovvero obbiettivo e impersonale, evitando se possibile di usare la prima persona singolare.
  • Scrivere correttamente. La tesi è uno scritto formale e scientifico, in cui è opportuno mantenere un registro discorsivo adeguato. È buona norma evitare i periodi troppo lunghi, le ripetizioni, l’eccesso di incisi, il frequente uso del grassetto e delle sottolineature nel testo.
  • Attenersi rigorosamente all’argomento indicato dal titolo del capitolo e del paragrafo, evitando di andare fuori tema o di introdurre “divagazioni” su questioni marginalmente attinenti a esso (che possono essere eventualmente inserite nelle note).
  • Fare sempre riferimento esplicito agli autori dei testi consultati per la stesura della tesi, parafrasando o citando letteralmente quando è necessario le loro affermazioni con formule quali: “Come osserva Theodor Adorno…”, “Secondo Pier Paolo Pasolini…”, “Scrive a questo proposito Sigmund Freud…”.
  • Evitare di commettere plagio, incorporando nella tesi frasi anche brevi tratte da siti internet o da testi cartacei senza metterle fra virgolette e senza denunciarne la fonte all’interno del testo e nelle note.

Criteri redazionali

Impaginazione e formattazione del testo

  • Font: Times New Roman o affini.
  • Corpo del carattere: 12 per il testo e 10 per le note.
  • Misura dei margini destro-sinistro e inferiore-superiore: 2,5 cm circa.
  • Interlinea: 1,5 (singola per le note).
  • Allineamento del testo: modalità Giustificato (anche per le note).
  • Numerazione delle pagine in automatico.

Riferimenti bibliografici

  • Libri:

1) Nome e cognome dell’autore o degli autori (se due o più, separati da virgole);

2) titolo dell’opera (in corsivo);

3) nome della casa editrice;

4) luogo di pubblicazione;

6) data di pubblicazione.

Esempio:

Geza Alföldy, Storia sociale dell’antica Roma, Il Mulino, Bologna 1987.

  • Articoli su periodici e riviste:

1) nome e cognome dell’autore;

2) titolo dell’articolo (in corsivo);

3) nome della rivista (fra virgolette);

4) numero di serie;

5) anno;

6) numero delle pagine in cui compare l’articolo (preceduto dall’indicazione pp.).

Esempio:

Furio Brugnolo, Le terzine della Maestà di Simone Martini e la prima diffusione della Commedia, “Medioevo romanzo”, n. 12, 1987, pp. 136-154.

  • Saggi in volumi collettivi:

1) nome e cognome dell’autore;

2) titolo del saggio (in corsivo);

3) in;

3) nome e cognome del curatore o dei curatori seguito da (a cura di);

4) titolo dell’opera collettiva;

6) editore, luogo e anno di pubblicazione.

7) indicazione delle pagine in cui compare il saggio.

Esempio:

Peter Hertner, Il capitale tedesco nell’industria elettrica italiana nella prima guerra mondiale, in Bruno Bezza (a cura di), Energia e sviluppo. L’industria elettrica italiana e la società Edison, Einaudi, Torino 1986, pp. 259-300.

  • Documenti tratti dal WWW (URL)

1) Nome e cognome dell’autore o degli autori (se indicato);

2) titolo del documento (in corsivo);

3) anno di pubblicazione (se indicato);

4) URL.

Esempio:

Paul Prescod, Paul Prescod’s DSSSL Tutorial, 1997, http://itrc.uwterloo.ca/~papresco/dsssl/tutorial.html.

Note bibliografiche

Sono facoltative se lo studente riporta un’informazione desunta da un testo cartaceo o da una fonte online consultati per la stesura della tesi, obbligatorie se riassume con parole proprie o cita letteralmente l’opinione di un autore in bibliografia. In particolare le citazioni letterali presenti nell’elaborato devono essere sempre accompagnate da note bibliografiche con l’esatto rifermento al numero di pagina del volume o della rivista da cui sono tratte.

Se lo stesso testo è citato più volte nella tesi, deve essere indicato in forma estesa soltanto nella prima nota in cui compare (Esempio: Geza Alföldy, Storia sociale dell’antica Roma, Il Mulino, Bologna 1987, p. 85). Nelle note seguenti è invece preferibile utilizzare una forma abbreviata (Esempio: Geza Alföldy, op. cit., p. 107). Se lo stesso testo è citato in due note immediatamente successive, nella seconda è sufficiente la dicitura “Ivi” o “Ibidem” o “Ibid.” seguita dal numero di pagina (Esempio: Ibid., p. 223).

Le note bibliografiche possono essere sostituite dall’indicazione sintetica tra parentesi all’interno del testo del cognome dell’autore e dell’anno di pubblicazione, seguita eventualmente dal numero di pagina. Esempio: (Alföldy 1987: 85). In tal caso i riferimenti completi dell’opera citata compaiono soltanto nella bibliografia, che deve essere redatta secondo il sistema autore-data (indicando tra parentesi l’anno di pubblicazione accanto al nome dell’autore). Esempio: Geza Alföldy (1987), Storia sociale dell’antica Roma, Il Mulino, Bologna.

Citazioni

Le citazioni devono essere integrate al testo mediante formule introduttive che specifichino chiaramente il nome dell’autore (vedi Consigli per la stesura della tesi).

Se le citazioni sono brevi (inferiori alle cinque righe) devono essere racchiuse fra virgolette e inserite senza soluzione di continuità nel corpo del testo (Esempio: Come sottolinea Michel Chion, «il film respira una gravità nobile e senza ostentazione che non è certo il tono del cinema medio».5 Infatti l’autore…). Se invece sono lunghe (superiori alle cinque righe) è preferibile separarle dal testo utilizzando i seguenti criteri: (1) spazio prima e dopo; (2) carattere 10; (3) interlinea singola. In tal caso non è più necessario utilizzare le virgolette.

Altri suggerimenti per la redazione

  • Il corsivo deve essere impiegato per i titoli di tutte le opere citate nel testo e nelle note (libri, film, opere pittoriche, brani musicali, ecc.) e per i termini stranieri di uso non comune.
  • Le virgolette possono essere alte (“ ”) o caporali (« »). Si consiglia di usare i caporali per le citazioni e le virgolette alte per i titoli di quotidiani e riviste (“La Repubblica”, “New York Times”, “Bianco & Nero”, ecc.) o per contrassegnare un’espressione ritenuta inesatta o inappropriata.
  • Il trattino corto (senza spaziatura prima e dopo) deve essere usato per unire due cifre (Esempio: pp. 56-58) o due parole (Esempio: tecnico-scientifico), mentre il trattino lungo (preceduto e seguito da uno spazio) è consentito soltanto per indicare un inciso (Esempio: I tre maggiori esponenti della fantascienza classica – Asimov, Heinlein e Clarke – erano chiamati The Big Three).
  • Il grassetto è consigliato per i titoli dei capitoli e dei paragrafi, mentre deve essere usato solo eccezionalmente per evidenziare parole o frasi ritenute importanti (si sconsiglia invece in entrambi i casi l’uso del sottolineato).
  • Gli elenchi puntati o numerati non devono mai sostituire un’esposizione discorsiva e unitaria dell’argomento trattato e possono essere usati solo se risultano strettamente necessari.
    • Le abbreviazioni più comuni sono: cap. o capp. (capitolo o capitoli), vol. o voll. (volume o volumi), fig. o figg. (figura o figure), n. o nn. (numero o numeri), p. o pp. (pagina o pagine), par. (paragrafo), tab. (tabella), ecc. (eccetera).