Medicina 2.0. La ricerca sulla CCSVI e i social media, Ferrara 3 maggio 2013

ultima modifica 28/04/2013 17:24

Venerdì 3 maggio, ore 16.30

Aula Magna - Economia

Via Voltapaletto 11 - Ferrara

Medicina 2.0. La ricerca sulla CCSVI e i social media

 

Alla tavola rotonda interverranno

Cristina D’Amico, giornalista del Corriere della Sera

Alessandro Delfanti, docente di Sociologia dei nuovi media

Gisella Pandolfo, pres. ass. CCSVI nella Sclerosi Multipla

Barbara Sessini, Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza – Università di Ferrara

Paolo Zamboni, Università di Ferrara

 

Moderano

Marco Bresadola e Michele Fabbri

 

Venerdì 3 maggio alle ore 16,30, presso l’Aula magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, via Voltapaletto 11, il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza del nostro ateneo organizza la tavola rotonda sul tema “Medicina 2.0. La ricerca sulla CCSVI e i social media”.

La “Cura Zamboni” per la CCSVI (Chronic cerebrospinal venous insufficiency, Insufficienza venosa cronica cerebrospinale) ha suscitato un grande interesse – oltre che per le importanti implicazioni mediche e terapeutiche – anche per il ruolo che il cosiddetto Web 2.0 (social media, blog, ecc) ha giocato nella condivisione di esperienze dei pazienti e nella formazione di un’opinione pubblica in grado di influenzare la ricerca.

Il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza ha realizzato una propria originale ricerca sul rapporto fra ricerca scientifica e social media nel “caso Zamboni”. Il tema, sollevato nel 2011 dalla rivista scientifica Nature in un commento dal titolo “The rise of people power”, è al centro di una vivace dibattito che coinvolge medici, pazienti, sociologi ed esperti della comunicazione.

Nel corso della tavola rotonda, Barbara Sessini presenterà i risultati della ricerca. Ne discuteranno: Cristina D’Amico, giornalista del Corriere della Sera, Alessandro Delfanti, docente di sociologia dei Nuovi media presso l’Università statale di Milano, Gisella Pandolfo, presidente dell’associazione CCSVI nella Sclerosi multipla e Paolo Zamboni. Moderano la discussione Marco Bresadola e Michele Fabbri.

“Dal punto di vista della comunicazione scientifica e del ruolo che in essa giocano i social media, il caso Zamboni segna indubbiamente una svolta rilevante, afferma Fabbri, condirettore del Master ed esperto di comunicazione scientifica. Con la ricerca che presentiamo siamo per la prima volta in grado di fornire una risposta alla questione sollevata da Nature su quanto una mobilitazione sui social network possa influenzare le priorità di ricerca. Lo studio dei flussi di comunicazione in Internet ci può far toccare con mano quanto la ‘medicina 2.0’ non sia più un’ipotesi o una pratica che coinvolge pochi tecnofili, ma sia una modalità di rapporto fra medico e paziente, fra medicina e cittadini che ha assunto un peso decisivo che si manifesta su scala globale, come nelle comunità di pazienti della CCSVI collegate in tutto il mondo.”

Secondo Bresadola, direttore del master e studioso di storia della medicina, “quello del rapporto tra new media e ricerca scientifica è uno dei temi più interessanti e complessi emersi negli ultimi anni grazie all’enorme sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e all’emergere della cosiddetta società della conoscenza. Il Master ferrarese ha tra le sue priorità didattiche e di ricerca quella di riflettere su questo tema e di formare esperti della comunicazione che siano in grado di raccogliere, interpretare e trasmettere in modo efficace e comprensibile i dati che provengono dal web.”