Per cominciare.

Abbiamo parlato di periodizzazione e affrontato il primo dei grandi temi che caratterizzano l'età moderna: l'espansione degli europei nel mondo.

1. Per quanto riguarda la periodizzazione, cioè la divisione del passato in epoche o periodi denominati diversamente, si ricordi che ogni periodizzazione ha un significato strumentale e pratico, ed è dipendente dal modo di pensare dell'epoca nella quale viene introdotta. Il concetto di Medioevo è introdotto dagli umanisti per delimitare un'epoca collocata in mezzo tra la classicità e la rinascita della classicità. Il senso della definizione di Medioevo è dunque polemico e negativo. La nozione di età moderna è anch'essa di origine polemica: moderno è contrapposto ad antico, arcaico, da superare. Il moderno è positivo, ciò che lo precede è negativo. La nozione di età contemporanea è mobile. Ma contemporaneo non è solo ciò che è vicino nel tempo (questa è la definizione usata per distinguere le competenze dei vari storici: il modernista si fermerà all'Ottocento; il contemporaneista giungerà sino ai giorni nostri): lo è anche ciò che è passato da molti decenni, ma influisce ancora su di noi e sul mondo nel quale viviamo. Il nazionalismo, ad esempio, si è sviluppato tra Sette e Ottocento, ma è ancora un atteggiamento mentale vivissimo e capace di produrre effetti. Un grande filosofo italiano, Benedetto Croce, scrisse che in realtà ogni storia è storia contemporanea: voleva dire che quando ci si mette a riflettere sul passato o su un frammento di passato, non per semplice curiosità erudita, ma per capire. lo si fa partendo da preoccupazioni, interessi,  passioni attuali, che  inevitabilmente orientano il nostro modo di porre il problema e di pensare.

2. Uno dei fili conduttori dell'età moderna è la marcia degli europei alla esplorazione prima e alla dominazione diretta o indiretta, poi, di gran parte del mondo. All'inizio del Quattrocento il centro del mondo era la Cina e l'area più ricca del globo era l'Asia. Alla fine dell'Ottocento il centro e l'area più ricca del mondo era l'Europa, soprattutto quella occidentale. Come è potuto avvenire?

Nel corso del Quattrocento portoghesi e castigliani, in seguito inglesi, francesi, olandesi hanno esplorato le rotte oceaniche cercando di trovare un collegamente diretto, marittimo, con l'Asia e le sue ricchezze. Così facendo non solo hanno stabilito il contatto con l'Asia, ma hanno anche trovato i continenti americani e stabilito la loro presenza sulle coste dell'Africa.  E se in Asia e in Africa la presenza europea è stata marginale dal punto di vista demografico, nei continenti americani il contatto con civiltà debolissime di fronte all'urto microbico degli europei ha portato all'annientamento di queste e al popolamento delle terre scoperte con immigrati dall'Europa, con schiavi importati dall'Africa e con il frutto delle mescolanze di europei, indigeni e schiavi africani: le Americhe si sono trasformate in continenti meticci e con popolazioni nuove.

I modelli di colonizzazione sono stati diversi. I primi arrivati, portoghesi e castigliani, hanno occupato e dominato le aree più popolate e più ricche delle Americhe. Francesi, inglesi e olandesi hanno o rosicchiato nel tempo alcune delle conquiste spagnole, o indirizzato la loro colonizzazione nelle aree meno ricche e meno popolate, soprattutto nell'America del nord. Il dominio delle zone minerarie delle Americhe ha consentito a paesi poco popolati e non particolarmente avanzati, come la Castiglia e il Portogallo, di condurre una politica di potenza (la Spagna) e di ostentare magnificenza (il Portogallo) ben al di là dei loro mezzi effettivi.

Anche se la conquista diretta ed effettiva di tutte le Americhe e dell'Africa nonché di grandissima parte del'Asia è avvenuta nell'Ottocento e addirittura nel primo Novecento, le premesse per la supremazia dell'Europa nel mondo sono state poste nell'età moderna.