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Accounting experience

Questa modalità di tesi è attiva a partire dall'a.a. 2021/22 (prima sessione di laurea utile: luglio 2022)

    Cosa è l’Accounting experience?

È un periodo di formazione professionale, della durata di 200 ore, svolto dagli studenti iscritti al III anno presso lo studio di un Dottore commercialista o di un Esperto contabile iscritto all’Ordine territoriale di Ferrara.

L’esperienza potrà concludersi con la redazione di una Relazione, utile ai fini della prova finale di laurea.

 

    I vantaggi riconosciuti al tirocinio professionale

Allo studente che svolga il tirocinio professionale conformemente alle condizioni indicate di seguito, sono riconosciuti:

A) 4 CFU del corso di Laurea Triennale in Economia relativi all’insegnamento di Tirocinio (4 CFU), per complessive 100 ore. Le condizioni per il riconoscimento di tali crediti formativi sono indicate nel paragrafo “Prerequisiti”;

B) la possibilità di finalizzare l’esperienza professionale, come “Accounting Experience”, alla redazione di una Relazione, che funge da elaborato della prova finale di laurea triennale, per le restanti 100 ore (per la redazione della Relazione, vedi il punto “Assetto dell’elaborato” nel paragrafo “Modalità organizzative”);

C) la riduzione da 18 a 12 mesi del periodo di praticantato che deve essere svolto dopo il conseguimento del titolo di laurea triennale per l’accesso all’esame abilitante per l’iscrizione nella Sezione B) dell’Albo dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili;

D) l’esonero dalla prima prova scritta dell’esame di Stato abilitante.

 

Prerequisiti per la scelta di questa prova finale

(chi può scegliere questa modalità?)

Il tirocinio professionale è rivolto agli studenti che ambiscono all’esercizio della professione di Esperto contabile.

Il tirocinio professionale deve essere inserito in piano come tirocinio curriculare o extra-curriculare e svolto in concomitanza con l’ultimo anno del corso di studio.

Possono svolgere il tirocinio professionale coloro che abbiano acquisito nel percorso formativo triennale, almeno i seguenti crediti formativi:

Almeno 24 CFU di ambito SECS-P/07 Economia aziendale.

Almeno 15 CFU negli ambiti: SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese; SECS-P/09 Finanza aziendale; SECS-P/10 Organizzazione aziendale; SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari.


*Il piano degli studi del corso di laurea triennale in Economia, nella sua parte fissa, prevede già l’acquisizione dei 24 CFU di SECS-P/07. Per quanto riguarda invece i 15 CFU restanti, nel biennio ne sono previsti obbligatoriamente 8; sarà quindi cura dello studente inserire al terzo anno un altro esame dei SSD indicati sopra al fine di completare i requisiti richiesti.

 

Come per tutte le modalità di laurea, è necessario completare il corso online su Risorse e servizi delle biblioteche Unife e trasmetterne via e-mail l’attestato di frequenza al docente individuato quale Relatore.

 

    Punti ottenibili e modalità di valutazione

Per la relazione dell’Accounting Experience possono essere assegnati da 0 a 4 punti

PUNTEGGIO COMPLESSIVO

Il punteggio massimo ottenibile nell’esame di laurea basato sull’Accounting Experience è di 6 punti: 4 punti per l'elaborato, più 2 aggiuntivi nei seguenti casi:

1 punto per partecipazione a progetto Erasmus, Erasmus Plus, Atlante, Erasmus Placement o programmi di mobilità equiparabili.

1 punto per studenti che si laureano in corso.

1 punto per tesi realizzata in lingua inglese.

LODE

La lode può essere assegnata su proposta del Relatore solo a studenti la cui media ponderata dei voti sia pari o superiore al 106.


    Tempi

(quando mi devo attivare e quando mi posso laureare?)

Entro la fine di novembre del III anno di corso, lo studente che intenda svolgere il tirocinio professionale deve inoltrare la richiesta al Referente del Dipartimento per l’Accounting Experience, compilando il Form di iscrizione.

Il Referente, sulla base del numero degli studi professionali disponibili, individuati annualmente dall’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Ferrara, stila una graduatoria per ordine cronologico di iscrizione, comunicando agli studenti l’accoglimento o meno della richiesta e lo studio professionale presso il quale potranno svolgere il praticantato.

Gli studenti che intendono finalizzare il tirocinio professionale anche alla redazione della Relazione finale di laurea triennale, dovranno comunicare tale volontà contestualmente all’iscrizione.

 

    Modalità organizzative/istruzioni relative alla Relazione finale di laurea

-       Relatore e Correlatore

Il Relatore della Relazione finale di tirocinio professionale, utile ai fini dell’esame finale di laurea, è il Referente del Dipartimento per l’Accounting Experience; il professionista dello studio professionale presso il quale si svolge il tirocinio funge, invece, da correlatore.

-       Argomento

La Relazione deve vertere su un argomento affrontato durante l’esperienza di tirocinio, scelto dallo studente ma concordato con il professionista ospitante che funge da correlatore. Ai fini della redazione di tale Relazione, lo studente dovrà utilizzare le competenze e le conoscenze acquisite nel percorso formativo triennale, unitamente a quelle maturate durante l’esperienza professionale. A una breve trattazione teorica dell’argomento prescelto dovrà, pertanto, seguire la rielaborazione di un caso affrontato durante il tirocinio professionale.

-       Assetto dell’elaborato

La Relazione finale di tirocinio professionale, valida come elaborato finale per l’esame di laurea, consiste in un elaborato scritto della lunghezza compresa tra 15 e 25 pagine, inclusa la bibliografia. Seguono alcune indicazioni utili a strutturare la Relazione in esame. Eventuali variazioni rispetto alla struttura e ai contenuti di seguito indicati, vanno concordati con il docente Relatore.

 

  1. A. Struttura e formattazione

La Tesi è un documento scritto della lunghezza compresa tra le 15 e le 25 pagine, inclusi indice e bibliografia (il frontespizio escluso)

Layout di pagina

Margine superiore 2 cm; margine inferiore 2 cm; margine destro 2 cm; margine sinistro 2 cm.

Paragrafo

Interlinea 1,5 righe; rientro prima riga 1,25 cm.

Carattere

Font: Times New Roman; dimensione 12 punti.

Numeri di pagina

Pagine numerate progressivamente (preferibilmente posizione in basso e allineamento centrato).

Allineamento del corpo e delle note a piè di pagina

Giustificato.

Riferimenti bibliografici in nota a piè di pagina

Secondo lo stile suggerito nel paragrafo qui di seguito dedicato alla bibliografia.

 

  1. B. Articolazione e contenuti

La Tesi si articola in alcune parti fondamentali qui di seguito illustrate.

Frontespizio. Il frontespizio è la copertina del documento, nella quale sono riportate le seguenti indicazioni: il Titolo dell’elaborato, nome e cognome del Relatore (e dell’eventuale Correlatore); nome e cognome della/o studentessa/studente. Per il modello di frontespizio clicca qui.

Indice. L’indice è il sommario dell’elaborato. Nell’indice vanno riportati i titoli delle sezioni e delle eventuali sottosezioni in cui si articola l’elaborato (numerati progressivamente) con i relativi numeri di pagina.

1. Introduzione. L’introduzione è il paragrafo di apertura dell’elaborato. L’introduzione, in genere, viene scritta alla fine del lavoro, quando si ha ben presente l’articolazione finale dell’elaborato, le difficoltà incontrate nel corso dell’elaborazione e i suoi possibili sviluppi futuri. In particolare, l’introduzione si suddivide idealmente in due parti. La prima specifica l’oggetto dell’elaborato. L’oggetto è il tema circoscritto che si intende sviluppare nell’elaborato. Nel delineare l’oggetto della tesi, è importante definire in modo chiaro i confini entro i quali si intende sviluppare l’elaborato. La seconda parte, invece, è dedicata alla struttura dell’elaborato. In questa sezione devono essere delineati molto sinteticamente i contenuti di ciascuna sezione dell’elaborato, così da far emergere il percorso logico seguito nello sviluppo dell’elaborato.

2. Quesito e obiettivo. Il quesito è la specifica domanda cui l’elaborazione concettuale o empirica che si intende sviluppare vuole dare risposta. Il quesito deve essere scientificamente significativo e non banale. Per non essere banale, il quesito va formulato in modo da indurre la necessità di un’elaborazione strutturata (concettuale o empirica) per potervi trovare risposta. L’obiettivo è invece il fine che ci si prefigge di raggiungere con l’elaborato. Il fine perseguito, naturalmente, deve permettere di trovare risposta al quesito. L’obiettivo deve essere delineato con chiarezza.

3. Letteratura di riferimento. In questa sezione viene illustrata la letteratura che può costituire un riferimento teorico rispetto all’elaborazione concettuale o empirica proposta. L’obiettivo è sintetizzare le teorie più rilevanti, o i principali modelli di riferimento, o le principali evidenze prodotte in letterature, a partire dalle quali è possibile contestualizzare, supportare e argomentare l’elaborazione proposta. A partire dal tema o titolo assegnato dal Relatore, la/o studentessa/studente identifica in autonomia o con il supporto del Relatore la letteratura di riferimento che può costituire il framework teorico dell’elaborato.

4. Metodologia. La metodologia è l’approccio che si intende adottare per raggiungere l’obiettivo e rispondere al quesito. L’approccio può̀ essere deduttivo (l’obiettivo viene perseguito attraverso l’esame critico della letteratura esistente), induttivo (l’obiettivo viene perseguito mediante un’indagine empirica o un’elaborazione concettuale), deduttivo-induttivo (l’obiettivo viene perseguito mediante l’esame critico della letteratura e un’indagine empirica o un’elaborazione concettuale).

5. Risultati e discussione. In questa sezione sono riportati, in modo ordinato e sistematico, gli esiti dell’elaborazione. Tali esiti vanno poi interpretati in funzione del quesito specificato nella sezione dedicata, e discussi alla luce del framework teorico delineato nella sezione dedicata alla letteratura di riferimento.

6. Conclusioni. Le conclusioni riprendono in sintesi i passaggi più̀ rilevanti dell’elaborazione proposta, ripercorrendo in modo molto sintetico il percorso logico seguito. Nelle conclusioni va inoltre specificato se l’obiettivo prefissato è stato raggiunto e risposto in modo puntuale al quesito definiti nella sezione dedicata. Nelle conclusioni vanno inoltre messe in evidenza le criticità̀ emerse nell’elaborazione, i limiti dei risultati proposti, ed eventuali sviluppi futuri. Questa sezione richiede un importante sforzo di chiarezza: le conclusioni devono essere infatti quanto più̀ scorrevoli e dirette.

Bibliografia. La bibliografia è l’elenco in ordine alfabetico e di pubblicazione di tutti i riferimenti bibliografici riportati nel testo. I riferimenti bibliografici rafforzano scientificamente il lavoro di tesi, suffragando le riflessioni proposte. In corrispondenza della citazione nel testo troveremo un segnaposto del tipo: “Pini (2013) afferma che…” o “Si può affermare che … (Pini, 2013)”. Nel caso di citazione testuale è necessario aggiungere anche la/e pagina/e da cui la proposizione riportata è stata tratta): “Si può affermare che «…» (Pini, 2013, p. 9)”. Nel riportare i riferimenti in bibliografia è opportuno seguire uno specifico schema a seconda della tipologia di contributo che si intende citare. Esistono schemi o stili diversi, ma tutti riportano le informazioni indispensabili per identificare la fonte. Si riportano qui di seguito alcuni esempi, ma si raccomanda di discutere con il relatore lo stile bibliografico da seguire.

  • per le monografie: 1) cognome per esteso e inziale puntata del nome dell’autore; 2) anno di pubblicazione tra parentesi; 3) titolo del volume (di norma in corsivo); 4) casa editrice; 5) città della casa editrice. Un esempio: Pini P. (2013), Lavoro, contrattazione, Europa. Ediesse, Roma.
  • per gli articoli in rivista: 1) cognome per esteso e inziale puntata del nome dell’autore; 2) anno di pubblicazione tra parentesi; 3) titolo dell’articolo; 4) nome della rivista (di norma in corsivo); 5) numero della rivista, del fascicolo, e delle pagine. Un esempio: Antonioli D., Pini P. (2013), Contrattazione, dinamica salariale e produttività: ripensare obiettivi e metodi. Quaderni di Rassegna Sindacale. Lavori, vol. 14, n. 2, pp. 39–93.
  • per i contributi in curatela (si tratta di volumi a più autori di cui uno o più di essi ne hanno curato la pubblicazione): 1) cognome per esteso e inziale puntata del nome dell’autore; 2) anno di pubblicazione tra parentesi; 3) titolo del contributo (può essere un piccolo saggio oppure un capitolo); 4) la preposizione “in”; 5) cognome per esteso e inziale del nome del curatore; 6) tra parentesi la dicitura (a cura di); 7) titolo della curatela (di norma in corsivo); 8) casa editrice; 9) città della casa editrice; 10) numero delle pagine. Un esempio: Paci N. (2014), La crisi del lavoro. Deregolamentazione e disuguaglianze, in Comito V., Paci N., Travaglini G. (a cura di), Un paese in bilico. Ediesse, Roma, pp. 1–10.
  • per working paper (wp) o simili (si tratta di testi pubblicati da enti e istituzioni in una versione preliminare in attesa di essere eventualmente revisionati per la pubblicazione su volume o rivista): 1) cognome per esteso e iniziale puntata del nome dell’autore; 2) anno di pubblicazione tra parentesi; 3) titolo del wp; 4) denominazione collana dei wp e identificativo del wp (solitamente un numero o una serie di numeri); 5) istituzione che ha pubblicato il wp; 6) città di edizione dei wp. Un esempio: Antonioli D., Antonietti R., Pini P. (2014), Flexible Pay Systems and Labour Productivity: Evidence from Emilia-Romagna Manufacturing Firms. Quaderni DEM, vol. 3, n. 14, Università di Ferrara, Ferrara.
  • per le informazioni o i dati reperiti da sito internet: 1) titolare del sito o blog; 2) anno di riferimento dei contenuti tra parentesi (pubblicazione o aggiornamento); 3) denominazione del sito o blog; 4) titolo dell’eventuale pagina o documento interno al sito; 5) l’indirizzo della pagina web consultata; 6) il giorno di consultazione. Ad esempio: Università degli Studi di Ferrara (2021), Laurea triennale in Economia, Laureandi, Laurearsi, http://www.unife.it/economia/economia/laurearsi/laurearsi, 03/06/2021.
  • per le banche dati: spesso le banche dati propongono un proprio riferimento citazionale. Nel caso questo non sia riportato, si fa solitamente riferimento ai metadati, al sito internet da cui sono stati reperiti i dati, al working paper, o all’articolo su rivista che descrivono la banca dati e l’eventuale metodologia.

Uno stesso segnaposto può comparire nel testo più di una volta, tutte le volte che si fa riferimento a quel contributo. Nella bibliografia, invece, ciascun riferimento comparirà una e una sola volta in ordine alfabetico e di pubblicazione.

Contenuti aggiuntivi (tabelle, figure). Le tabelle e le figure devono essere numerate progressivamente. Accanto al numero progressivo deve essere riportato una didascalia che evochi i contenuti. In calce deve essere riportata la fonte. Se la tabella o figura è stata ripresa da una pubblicazione, è necessario riportare gli estremi del riferimento bibliografico. Se la tabella è stata sì tratta da una pubblicazione, ma è stata anche oggetto di una rielaborazione personale (in termini sostanziali, non formali), allora gli estremi della pubblicazione sono di norma preceduti dalla dicitura “Elaborazione su”. Lo stesso vale nei casi in cui la tabella o figura sono la rielaborazione di dati reperiti presso una certa fonte. Se la tabella o figura è originale (completamente frutto di un’elaborazione personale), non deve essere riportata la fonte.

 

 

  1. C. Note finali
  • Struttura. Se utile, la/o studentessa/studente può concordare con il Relatore una diversa o più dettagliata articolazione delle sezioni e dei loro contenuti che potrebbe rivelarsi più adeguata alle specificità del tema o della disciplina di riferimento.
  • Citazioni. I contenuti non originali (citati) devono essere chiaramente distinguibili dai contenuti originali (la cosiddetta “farina del proprio sacco”). Le citazioni testuali (riportare un pensiero con le stesse parole utilizzate dall’autore) sono ammesse. In questo caso, però, dovranno essere evidenziate (la citazione testuale va racchiusa tra virgolette «» o “”) e si dovrà̀ indicare in nota la fonte o riferimento bibliografico. Quando il testo originale viene modificato o tagliato, le variazioni vanno racchiuse tra parentesi quadre [ ]. Nel caso di omissione di una parte di una citazione testuale si userà̀ il simbolo [...]. Nel caso in cui si riporti il pensiero di un autore senza però utilizzarne le medesime parole – quindi rielaborando il concetto (non parafrasandolo) – è necessario riportare in nota, così come per le citazioni testuali, la fonte.
  • Plagio. I contenuti dell’elaborato privi di riferimento bibliografico saranno considerati originali, perché sarà stata/o la studentessa/studente ad averli implicitamente dichiarati tali omettendo di specificarne altra fonte. Si ricorda che l’omissione dei riferimenti alle fonti di contenuti non originali si configura come plagio, per il quale sono previste sanzioni.
  • Originalità. Non è tuttavia sufficiente citare meticolosamente le fonti. Il lettore si aspetterà che molti dei contenuti proposti nel documento siano originali o rielaborati in misura sostanziale. L’elaborato non può quindi essere il prodotto di un semplice “taglia-e-cuci” di contenuti citati.