Cosa è il Centro di Ricerca

ISTITUZIONE DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA

PER LO STUDIO DELLE MALATTIE PARODONTALI E PERI-IMPLANTARI

Con Decreto Rettorale datato 26/01/1999, preso l’ Università degli Studi di Ferrara è stato istituito il Centro di Ricerca e Servizi denominato Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali. Nel 2013 il Centro è stato configurato come Centro Interdipartimentale sotto il nome di Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Malattie Parodontali e Peri-implantari.

Esso rappresenta un’ autonoma articolazione scientifica rispetto alla Sezione di Odontoiatria del Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico-Specialistiche. La creazione del Centro si giustifica per la reale necessità di gestire il servizio di Prevenzione, Diagnosi e Terapia delle Malattie Parodontali e, più specificamente, di ottimizzare e potenziare la attività di ricerca inerente agli aspetti diagnostici e terapeutici delle patologie delle strutture di supporto dentarie e implantari.

Ha sede preso la Sezione di Odontoiatria del Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico-Specialistiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

 

COSA SONO LE MALATTIE PARODONTALI?

Per Malattie Parodontali (MP) si intende una serie di affezioni affettivo-infiammatorie delle strutture anatomiche di sostegno del dente (parodonto). Le differenti entità patologiche, raggruppate sotto la definizione di MP, vengono distintamente classificate in relazione al tipo e all’ estensione del distretto anatomico coinvolto (gengivite/parodontite, localizzata/generalizzata), all’ epoca di insorgenza della lesione (parodontite prepuberale, giovanile, dell’ adulto), all’ entità della progressione (cronica, aggressiva), alla risposta al trattamento (ricorrente, refrattaria).

Fondamentalmente, il decorso delle varie forme di MP è caratterizzato da una cronica distruzione dei tessuti costituenti il parodonto quale esito della risposta infiammatoria scatenata dalla colonizzazione della placca batterica in sede sub-gengivale. Tale distruzione ha come esito la esfoliazione spontanea dell’ elemento dentario. La progressione della lesione è in stretta dipendenza dalle qualità microbiologiche della placca batterica e dalle caratteristiche della risposta dell’ ospite all’ insulto infettivo. La presenza di specie batteriche parodonto-patogene putative o di alterazioni quali-quantitative della risposta aspecifica ed immunitaria dell’ ospite possono precipitare il decorso della malattia, determinando caratteristiche di particolare severità e di rapida progressione delle lesioni.

Sono stati altresì identificati fattori di rischio, legati a determinanti ambientali e a patologie sistemiche, con comprovata associazione ezio-patogenetica con le MP. Tra questi meritano particolare menzione l’ abitudine al fumo di sigaretta, il diabete mellito (particolarmente se non in compenso farmacologico), l’ infezione da HIV (quando associata a rilevante compromissione del sistema immunitario), rare sindromi con difetti quantitativi e funzionali di macrofagi e PMN (es.: S. di Chediak-Higashi, S. di Down, S. di Papillon-Lefevre). Attualmente sono al vaglio altri fattori di rischio, associati ad aspetti genetici (i.e. polimorfismo genetico per particolari citochine coinvolte nel processo infiammatorio) o a condizioni sistemiche (i.e. osteoporosi, stress) del paziente affetto da MP.

 

CENNI DI EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE PARODONTALI

Studi di prevalenza sulla popolazione adulta (III-VI decade di vita) in paesi industrializzati, basati sulla valutazione clinica dei tessuti parodontali, sulla determinazione radiografica della perdita di osso alveolare di sostegno, o sulla combinazione delle due metodiche, hanno messo in rilievo che (Papapanou 1996):

a) la prevalenza e la severità della malattia aumentano con l’ età, con picco intorno ai 50-60 anni;

b) il sesso maschile è più suscettibile ad ammalare rispetto al sesso femminile;

c) il 9-51% presenta almeno un sito con profondità di sondaggio patologica;

d) il 60-74% presenta almeno un sito con perdita di attacco clinico compresa tra 2 e 6 mm;

e) il 14-18% rivela una perdita di oso alveolare di supporto radiograficamente diagnosticabile;

f) il 5-20% soffre di forma severa di parodontite distruttiva.

 

RILEVANZA DELLA MALATTIA PARODONTALE

COME PATOLOGIA ORALE INVALIDANTE

I dati epidemiologici attestano come le MP abbiano una diffusione pressoché ubiquitaria (anche se con specifiche predilezioni etniche e geografiche) e con una prevalenza che le pone in una posizione di rilievo tra le condizioni patologiche invalidante orali e non.

La perdita dell’ elemento dentario è la conseguenza ultima delle MP. Numerosi sono gli studi concernenti il contributo relativo delle MP quale motivo di estrazione dentaria e quale fattore di rischio per la perdita del dente.

Si è stimato che le MP sono responsabili del 30-35% di tutte le estrazioni dentarie, percentuale che tende ad aumentare considerevolmente (attorno al 50%) quando si considerano coorti di età superiore ai 45 anni. La parodontite cronica è infatti responsabile di una perdita media di elementi dentari variabile da 3,5 a 16 a seconda della coorte di età considerata (Papapanou 1996).

La perdita del dente comporta un deficit talvolta rilevante per le attività masticatorie fonetiche del paziente. Anche la menomazione estetica legata alla perdita dei tessuti di sostegno dell’ elemento dentario, prima ancora che alla sua completa esfoliazione, può creare una considerevole condizione di disagio psicologico per il paziente affetto da MP. Per il ripristino della funzionalità e dell’ estetica compromesse, il paziente deve spesso affrontare complesse e costose, in termini sia biologici che economici, riabilitazioni protesiche e/o implantari.

La prevenzione o la precoce intercettazione della malattia ovvero il ripristino terapeutico della integrità anatomica del parodonto consentono pertanto la conservazione dell’ elemento dentario con conseguente miglioramento della condizione psico-fisica del paziente.