Rilievo Museo Geologico Capellini

ultima modifica 08/01/2010 13:35
Rilievo morfometrico per la digitalizzazione di tipi paleontologici del Museo Geologico G. Capellini dell’Università di Bologna

a_05.jpgIl Museo Geologico Giovanni Capellini offre un ampio panorama di ricche collezioni di importanza storica e scientifica in virtù della presenza di numerosi e diversi tipi paleontologici. Per incoraggiare sia la ricerca e la conoscenza scientifica degli studiosi di tutto il mondo sia la divulgazione didattica delle collezioni alle varie tipologie di visitatori e utenti del museo, i responsabili delle collezioni museali hanno deciso di sfruttare tutte le potenzialità offerte dalle odierne tecnologie digitali. Infatti in occasione del centenario del montaggio di uno dei suoi reperti paleontologici di maggior pregio, un esemplare del Diplodocus carnegiei, (1909- 2009), di circa 26 metri di lunghezza, restaurato e rimontato secondo le più moderne conoscenze anatomiche e fisiologiche, il Museo Geologico ha deciso di organizzare un evento espositivo e didattico al fine di favorire la diffusione del sapere scientifico in campo geologico e paleontologico, inclusa la  paleontologia dei vertebrati. Questo argomento é stato oggetto di un congresso internazionale che si é svolto parallelamente alla mostra. nelle giornate del 28-29 settembre 2009. Partendo dall’esigenza di facilitare l’accesso, la divulgazione e lo studio scientifico dei dati morfometrici  relativi ai tipi paleontologici conservati al Museo, in collaborazione con il centro DIAPReM è stato avviato un progetto di ricerca basato sulla digitalizzazione di alcuni fra i reperti più significativi presenti all’interno del patrimonio museale.

La  ricerca, che vede il centro DIAPReM del Dipartimento di Architettura come soggetto attivo per l’esecuzione di questo percorso, è iniziata nel 2007 ed è volta alla definizione di procedure di digitalizzazione comparativa di olotipi paleontologici più frequentemente richiesti per uso scientifico tassonomico. La ricerca, che imposta anche la verifica dei processi di acquisizone 3D con diverse tecnologie di range camera,  è finalizzata inoltre a sviluppare l’interesse di pubblicizzare l’imponente patrimonio di olotipi antichi (Settecento e Ottocento), per favorire la fruizione multimediale animata on line e on site di alcune decine dei reperti più spettacolari conservati nel museo e atti a illustrare al largo pubblico origine, evoluzione e modalità della vita sulla Terra e sue relazioni coi processi geologici. Particolare interesse riveste anche il grande reperto del Diplodoco conservato nella sala del Museo (soggetto a restauro e nuova più coerente collocazione). Nello sviluppo della ricerca sono stati testati nel rapporto di efficienza finalizzata all’obiettivo scanner 3D a tempo di volo (per il Diplodoco), interferometri, scanner a triangolazione ottica, sviluppando anche le procedure di registrazione, modellazione e ottimizzazione dei dati e dei processi per decine di reperti di diversa tipologia, dimensione e collocazione. La ricerca è condotta in collaborazione con il Prof. Gian Battista Vai dell’Università di Bologna. 

 

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