Progetto Alberti

ultima modifica 14/04/2010 17:38
2.2 Progetto Alberti: rilievo tridimensionale e banca dati 3D delle architetture di Leon Battista Alberti
Rilevare in un arco di tempo limitato la memoria geometrica di tutte le architetture riferite a Leon Battista Alberti con la medesima metodologia e strumentazione per generare una banca dati morfometrica interrogabile e navigabile anche via rete a supporto della ricerca, della conservazione e della divulgazione del patrimonio culturale può sembrare una finalità ambiziosa. Eppure, sulla scorta dei risultati prodotti in una sperimentazione sviluppata circa due anni fa sul campanile del Duomo di Ferrara, si è sviluppata e consolidata una fattiva ed intensa collaborazione tra la Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti di Mantova, il Centro Dipartimentale DIAPReM dell’Università di Ferrara e il Consorzio Ferrara Ricerche per tentare di dare concretezza nell’arco di alcuni anni all’ambizioso progetto. Il progetto, che ha avuto inizio nel 2005, è, quindi, prima di tutto una collaborazione scientifica che prevede l’uso di strumentazione laser scanner 3D per la costruzione di modelli tridimensionali di tutte le architetture albertiane. Completati i rilievi, verrà strutturata presso il Centro di Mantova una banca dati tridimensionale consultabile, aggiornabile ed implementabile. L’obiettivo della ricerca è quello di creare una banca dati informatizzata opportunamente organizzata a vari livelli, pensati innanzitutto per la valorizzazione, per la fruizione da parte di ricercatori, restauratori, appassionati d'arte, fino agli studenti. Nella banca dati digitale saranno raccolti, ad iniziare dai modelli tridimensionali ottenuti con il laser scanner 3D, i dati topografici, fotografici ad essi correlati.
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La banca dati informatizzata permetterà inoltre la consultazione integrata di tutti i dati raccolti, punto di partenza per la valorizzazione e soprattutto per la gestione manutentiva dei monumenti. Grazie al rapporto di collaborazione con gli enti proprietari dei beni il materiale acquisito sarà messo a disposizione degli studiosi e degli enti pubblici che lo vorranno consultare presso il Centro Studi Leon Battista Alberti ed andrà ad intergare e incrementare il 'Fondo albertiano'. Distanze e direzioni sono sempre gli elementi da ricercare, la differenza riguarda il tempo (rapido ed a volte rapidissimo) dell’operazione di misurazione e la quantità (sufficientemente precisa per il settore architettonico) dei dati metrici rilevati. Velocità e quantità risultano fondamentalmente le principali innovazioni che permettono al rilievo laser scanner terrestre 3D di porsi come una tecnologia utile per la descrizione morfologica e metrica di architetture e complessi monumentali. Le sperimentazioni prodotte dalla metà degli anni Novanta ad oggi mettono in luce un quadro di attività e di sviluppo del settore che, ancor con alcune ombre e difficoltà, introduce una nuova tecnologia a ricercare un proprio ambito prestazionale, correttamente integrato con tecniche e metodiche di rilevamento più consolidate ed affidabili. Le architetture attribuite e oggetto di rilievo sono: chiesa di Sant’Andrea e chiesa di  San Sebastiano a Mantova (interno ed esterno), chiesa della Santissima Annunziata a Firenze (interno ed esterno), chiesa di San Martino a Gangalandi a Lastra Signa (interno e zona absidale), campanile del Duomo di Ferrara (interno ed esterno), Tempio Malatestiano a Rimini (interno ed esterno), chiesa di Santa Maria Novella a Firenze (facciata e controfacciata), Palazzo Rucellai a Firenze (facciata e loggia) e il Tempietto del Santo Sepolcro nella Cappella Rucellai a Firenze (interno). La complessità e l’articolazione volumetrica degli ambiti di rilievo definita dalla variata tipologia delle architetture albertiana, ha indirizzato, quindi, la ricerca verso un’integrazione sinergica di diversi metodi di rilievo: 1) il metodo con laser scanner 3D, utilizzato per ottenere un modello tridimensionale metrico; 2) il metodo topografico, impiegato per la registrazione delle diverse scansioni, ed anche per la definizione di una rete di inquadramento complessiva; 3) il metodo fotografico unitamente a quello topografico adottato per la realizzazione di un supporto di immagini per il controllo dello stato attuale e delle parti decorative; 4) il metodo di rilievo diretto, applicato per eventuali zone non accessibili e per le verifiche di alcuni componenti. In merito al confronto metodologico, che in parte è alla base della motivazione della ricerca, un aspetto su cui porre l’accento e che può costituire una prima base di differenziazione di metodo e di procedura, riguarda la definizione di un 'capitale metrico' maggiormente democratico nel suo utilizzo nel tempo.
 
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