Lavorare sulla storia

last modified May 03, 2010 11:53 AM
Werner Tscholl, Architetto

Uno degli incarichi più interessanti per un architetto è la ristrutturazione di costruzioni esistenti. Interessante perché si lavora direttamente sulla storia: da una parte c'è il vincolo dell'esistente, dall'altra lo stimolo che esso esercita sulla fantasia. La sfida è di trovare una sintesi ove il rapporto tra il vecchio e il nuovo rifletta un necessario reciproco rispetto, ma anche di mirare ad una maggiore qualità del luogo, nel senso di continuare a costruire e raccontare la storia nello "stile" e con i mezzi del presente, però in una lingua affine a ciò che si prosegue.  I progetti si fondano sulla volontà di rendere percepibile con chiarezza la coesistenza dei diversi livelli : il manufatto antico e l’intervento contemporaneo, esperienze differenti, anche per le emozioni che trasmettono , inserendo la radicale distinzione - ma anche la necessaria complementarità - tra antico e nuovo, una duplice strategia: da un lato, rimovendo le superfetazioni e gli interventi casuali degli ultimi decenni al fine di recuperare e conservare i nuclei storici ; dall'altro, rispondendo alle nuove necessita funzionali tramite volumi inseriti o affiancati. 

- L’esistente non viene mai toccato , il manufatto storico rimane inalterato con tutte le tracce degli interventi passati per garantire che anche generazioni future trovino le stesse emozioni che abbiamo trovato anche noi prima del nostro intervento. 

- La nuova architettura cerca di inserire un secondo livello emotivo , del nostro tempo, per garantire che sia possibile un incontro di abitanti o visitatori con la vicenda talvolta millenaria del luogo  attraverso le sue numerose stratificazioni, con soluzioni concepite come reversibili, rimovibili in ogni momento, senza connessione con l’esistente , che siano in grado di  portare tutte le nuove esigenze, non solo strutturali e funzionali ma anche di impiantistica.  L’impiego di materiali palesemente attuali ma non di fattura pregiata, quali acciaio zincato, cemento grezzo, vetro, legno non trattato, essente da concessioni al bel dettaglio consente  un miglior accordo con le vibrazioni dell'irregolare tessitura delle superfici dell'antico.


Casa Knoll, Colsano, 1999 
Sotto le vecchie mura soffocate dall'edera, era nascosto un granaio medioevale, sul quale doveva nascere una casa. L'abitare necessita di luce e aria, di una vista aperta, ma allo stesso tempo richiede protezione e sicurezza. Le uniche aperture nelle vecchie mura erano due piccolissime finestre; inoltre la parte più grande dell'edificio era costruita sul pendio retrostante. Si doveva cosi risolvere il problema di conciliare i due obiettivi contrastanti : l'abitare moderno, pieno di luce, e il recupero dell'edificio storico con i suoi interni bui.  Abbiamo cercato di raccontare una storia semplice, allo stesso tempo poetica e razionale: lasciar nascere qualcosa di nuovo all'interno del vecchio. Abbiamo fatto cadere la luce all'interno della costruzione, togliendo il tetto non originario, facendo poi crescere liberamente un "nuovo albero", una struttura lignea allineata con gli altri alberi che circondano l'edificio; chiudendo gli spazi tra questi nuovi rami con il vetro si è potuto così definire lo spazio rinnovato dell'abitare, al tempo antico e moderno.


Scuola agraria nel castello Fürstenburg, Burgusio,  1999 
Ubicato nella parte alta della Val Venosta, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera, il Fürstenburg risale al 1278, come residenza dei vescovi di Coira. Trasformato e ampliato in maniera sostanziale nella seconda metà del Quattrocento e , successivamente, nella seconda meta del Cinquecento, il castello ha visto avvicendarsi, tra le sue mura, prelati e principi e poi, dalla fine dell'Ottocento, frati e borghesi; nel 1952, infine, la provincia di Bolzano vi ha insediato una scuola di agraria.
II Fürstenburg è dunque un complesso tanto stratificato quanto radicato nel territorio ad esso circostante un dato, quest'ultimo, che caratterizza anche la scuola agraria e che rende ragione della decisione presa all'indomani deI crollo della torre, avvenuto nel settembre 1996, di procedere non solo alla sua immediata ricostruzione ma anche di predisporre un progetto di intervento complessivo sul castello, per  conservare in esso la sede della scuola, rispondendo alle esigenze didattiche e di servizio - classi modernamente attrezzate, nuovi ambienti di lavoro per gli insegnanti, spazi comuni di soggiorno e svago, cucina, mensa e camere per il convitto, abitazione per il custode..

Reichenberg, Tubre, 2001 
Una torre rotonda , con pareti in pietra spesse due metri , circondata dai ruderi di poderose mura , è tutto ciò che rimane del castello di Reichenberg , residenza nobiliare costruita intorno al 1150, in posizione strategica lungo l’antica via che collegava la Val Venosta con l’Engadina .  Il compito era di inserire all’interno della torre una piccola casa per vacanze , un rifugio. Una volta completato il restauro delle murature in pietra della torre , nello spazio interno – 5 m di diametro – è stato realizzato un castello in acciaio , indipendente dalle pareti, i cui quattro pilastri  angolari reggono tutti i nuovi elementi – solai intermedi , scale e piano di copertura – celando altresì gli impianti idraulici ed elettrici. L’ingresso alla “casa “, posto a 7.7 m dal suolo , avviene tramite una scala metallica , inserita in una torretta circolare , collegata al mastio tramite una breve passerella..

 

Castel Firmiano Bolzano, 2006 - Museo della montagna Firmian di Reinhold Messner    

Castel Firmiano sorge su un’altura a sud-ovest di Bolzano, punto di riferimento per chi, in qualsiasi direzione, percorra la rete stradale di fondovalle.  L’intervento contemporaneo funge, per così dire, da “ponte” tra la rovina e il nuovo uso da museo, diventando palcoscenico per il Museo della montagna di Reinhold Messner . Le strutture inserite nelle cavità cilindriche delle torri sono accuratamente staccati dalle pareti perimetrali, montate in modo del tutto reversibile , tramite solamente bulloni.  Gli elementi d’acciaio della struttura, non verniciati ma soltanto lucidati a cera, assorbono la luce sino a “scomparire”, diventando “ombra” facendo ancor più risaltare le tessiture delle pareti di pietra, evidenziate dall’illuminazione radente. In qualche modo analogo è il risultato ottenuto all’esterno, ove le travi e i pannelli in lamiera stirata utilizzati sia per i camminamenti e le passerelle sia come elementi di rivestimento dei volumi di nuova costruzione, lasciati arrugginire naturalmente, ben si accordano con le tonalità di colore della pietra.
 

Profilo dell'Autore

Nato a Laces  (BZ) nel 1955 Si laurea in architettura nel 1981 a Firenze.

Nel 1983 fonda lo studio  Tscholl Werner Architekt  a Morter , BZ 

- 1993 Galleria Prisma , Bolzano ,  mostra personale 

- 1999 Premio Architettura Cittá di Oderzo casa Knoll 

- 2002 Partecipazione alla Biennale d’Architettura  NEXT  a Venezia   con  Lonely Living , e con il progetto Novoli la nuova architettura a Firenze 

- 2003 Galleria Progetto contemporaneo ,  Ceggia ,  mostra personale 

- 2004 mostre personali a Mantova , Gorizia e Dessa Galery a Ljubljana  

- 2005  Ritratto televisivo RAI Bolzano  

- 2006  Premio internazionale Dedalo Minasse ( segnalazione ) 

- 2006  Premio Architettura Cittá di Oderzo  

- 2007  mostra personale a  Rovigo 

- 2008  Premio internazionale Dedalo Minosse ( segnalazione ) – Castel Firmiano

- 2009  segnalazione medaglia d’oro – Castel Firmiano 

Le sue opere sono pubblicate su riviste italiane ed estere.