Il progetto contemporaneo nel contesto storico

last modified May 03, 2010 12:47 PM
Gennaro Napoli, Architetto, Membro Commissione Funzionari Pubblici della Provincia di Torino

Parlare del progetto contemporaneo nel contesto storico, per introdurre una serie di interventi su lavori di restauro nel corso di un “convegno” che tratta di Restauro Recupero e Riqualificazione, potrebbe apparire cosa ardua. L’eventuale e probabilmente erronea dissonanza che potrebbe cogliersi tra le tematiche del restauro ed il “progetto contemporaneo” risiede in una ricorrente associazione che abbina la locuzione “progetto contemporaneo” alla realizzazione delle recenti architetture, siano essi elementi edilizi che di pianificazione o arredo urbano. Tale associazione acquista, per di più, maggior rilievo quando si pensa all’architettura contemporanea in relazione ai contesti storici.
 

Tuttavia, se si riflette con maggior attenzione, il “progetto contemporaneo” appare essere altra cosa. Se analizziamo dunque la locuzione “progetto contemporaneo”, dei due termini il secondo “contemporaneo” risulta indubbiamente chiaro: svolto e realizzato nel nostro stesso tempo. Qualche osservazione in più deve essere allora spesa per il termine “progetto”. Se con il termine progetto, in architettura, intendiamo il processo e la capacità di immaginare, prefigurare e rappresentare una serie di operazioni che, di fatto, possono intervenire sullo stato delle cose per modificarle secondo una predeterminata idea per il perseguimento di un predefinito obbiettivo, un progetto appunto, allora nel campo della progettazione dobbiamo ricomprendere anche quelle del restauro. Un intervento di restauro infatti, prima ancora di essere l’esecutività di una sommatoria di lavori, presuppone un’attenta attività di progettazione, vale a dire una circostanziata prefigurazione tale che possano essere controllati possibilmente tutti i processi di modifica dello stato dei luoghi, anche verificandone le dovute proiezioni nel tempo. Le attività preliminari un intervento di restauro sono espresse da un “progetto” e, quelle svolte dai colleghi che illustreranno i “casi studio” nell’ambito dell’odierno convegno, sono ovviamente “contemporanei” e calate in contesti storici.
 

Può allora essere individuata una peculiarità che invariabilmente accomuna i vari contemporanei progetti di restauro? Esiste un modus operandi che, indipendentemente dalle possibili opzioni e scelte individuali, ne caratterizzi l’iter progettuale? Probabilmente la risposta può essere affermativa. Un progetto di restauro ha per oggetto un edificio esistente, storicamente e architettonicamente connotato, che ha sovente valenza di bene culturale e pertanto tutelato dalla vigente normativa in materia. Il progetto di restauro deve quindi partire da una attenta analisi e conoscenza dell’edificio oggetto di intervento. La disciplina del restauro ha affinato una pratica dell’analisi certamente all’avanguardia. L’analisi storica, archivistica e iconografica, lo studio della diagnostica e dello stato del degrado, la verifica dei materiali e dell’evoluzione delle stratigrafie, la conoscenza degli interventi succedutosi nel tempo sono, per esempio, dati acquisiti per chiunque si predisponga a redigere un progetto di restauro. Questo modo di affrontare il progetto pone in primo piano l’oggetto dell’intervento al fine di non svilire o contraddire le caratteristiche storiche e architettoniche dell’edificio. Tale procedura è comunque perseguita, per prassi disciplinare consolidata, indipendentemente dai complessivi valori espressi dal singolo edificio. Solo in relazione ad una approfondita conoscenza del manufatto il progettista può delineare il campo dei possibili interventi che possono essere minimali e di mera conservazione, come nel caso dei restauri così detti archeologici, o possono prevedere più o meno ampie integrazioni fino alla possibilità di introdurre nuovi organismi architettonici.
 

In questa sede non si vuole esprimere alcun giudizio su cosa possa essere opportuno fare o non fare in ambito del restauro e probabilmente non è neanche corretto definire preconcette categorie di interventi più o meno possibili. In questa sede si vuole bensì evidenziare che solo attraverso una reale conoscenza dell’edificio oggetto dell’intervento si può acquisire la necessaria consapevolezza e sensibilità per operare le dovute scelte progettuali. Ma questo modus operandi, che risulta normale nel campo del restauro, avendo come oggetto di studio architetture preesistenti e storicamente connotate, dovrebbe costituire una modalità comunque valida in qualsiasi processo progettuale. Quello che cambia è l’oggetto dell’intervento, ossia l’oggetto rispetto al quale un progetto deve prefigurare delle modifiche allo stato dei luoghi. Poco importa se deve essere realizzato un nuovo centro commerciale alla periferia di una grande città o deve essere costruita una lussuosa villa in prossimità del mare. In ogni caso sarà un ambito urbano o un tratto di costa ad essere interessati dal nuovo intervento e, pertanto, in questi luoghi saranno apportate modifiche. La stessa sensibilità che si richiede e si presuma abbia chi redige un progetto di restauro, così come la stessa varietà di scelte, dall’opzione minimale fino alla più estesa progettualità, dovrebbero essere acquisite ed espresse anche dal progettista chiamato a redigere i progetti precedentemente presi ad esempio. L’esemplificazione di progetti e di interventi di restauro può offrire un valido contributo in tale senso e, contemporaneamente, può aiutate gli specialisti del settore a confrontarsi con una più ampia platea di attenzioni.
 

 

Profilo dell'Autore

Laurea in architettura conseguita con la votazione di 110/lode il 5 marzo 1981 presso l’Università Federico II° di Napoli;

• esame di abilitazione professionale sostenuto con successo a Napoli alla II sessione 1981;

• iscritto dal 5 novembre 1982 all’Ordine degli Architetti, della provincia di Napoli poi trasferito all’Ordine degli Architetti della provincia di Torino al n° 6886;  

dal novembre 1982 al dicembre 1983 convenzionato ex legge 219/81 presso la Soprintendenza ai Beni Architettonici Ambientali Artistici e Storici di Salerno e Avellino;

• principali incarichi svolti: - Ravello (SA) – allestimento del museo della cripta del Duomo, - Montella (AV) – allestimento del museo del convento di San Francesco a Folloni, - Ariano Irpino (AV) – allestimento mostra “Saluti da Ariano” - Bagnoli Irpino (AV) – allestimento mostra “Il coro ligneo di Bagnoli”   dal dicembre 1983 al maggio 1988 libero professionista in Napoli;

• collaboratore presso gli studi professionali degli architetti: - M. Pica Ciamarra  - R. Dalisi - G. de Franscicis - Izzo & Gubitosi - G. Squillante - A. De Angelis

• principali lavori pubblici svolti in proprio: - Avellino (loc. Valle) – progetto e DL restauro del campanile della chiesa di Santa          Maria Assunta  - Eboli (SA) – progetto del restauro del convento di San Francesco - Pozzuoli (NA) e Area Flegrea – progetto Pitagora, censimento e rilievo del patrimonio archeologico - Teano (CE) – rilievo dell’anfiteatro romano   dal maggio 1988 al giugno 1997 funzionario architetto direttore presso la Soprintendenza ai Beni Architettonici Ambientali Artistici e Storici di Salerno;

• principali incarichi svolti: - Avellino – progetto e DL del restauro e recupero funzionale dell’ex Carcere Borbonico - Avellino – progetto e DL del restauro della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli - San Potito Ultra (AV) – progetto e DL del restauro della chiesa parrocchiale dal giugno 1997 trasferito presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio del Piemonte; 

• principali incarichi svolti:  Responsabile Unico del Procedimento per: - Venaria Reale, reggia e giardini fondi lotto 1998/2000         fondi lotto 2001/2003    - Racconigi, castello e parco  fondi lotto 1998/2000         fondi lotto 2001/2003         fondi CRT     - Torino, Palazzo Reale (coll.)  fondi legge 270/97   - Torino, Polo Reale   fondi lotto 2007/2009   - Torino, Villa della Regina  fondi lotto 2004/2006   -      fondi lotto 2007/2009   - Asti, Archivio di Stato  fondi lotto 2001/2003   - Valstrona (VB), ponte medioevale fondi E.F. 2003    - Saluzzo (CN), Abbazia di Staffarda fondi E.F. 2006     RUP, progetto e DL per: - Torino, Palazzo Chiablese - progetti vari      fondi E.F. 2002         fondi E.F. 2003         fondi E.F. 2004         fondi E.F. 2005          fondi E.F. 2006    fondi E.F. 2007    fondi E.F. 2008    fondi E.F. 2009    - Ornavasso (VB), santuario Madonna della Guardia - consolidamento e restauro      fondi E.F. 2001         fondi E.F. 2003    - Stroppo (CN), ex Lazzaretto - consolidamento, restauro e recupero funzionale      fondi E.F. 2001         fondi E.F. 2002    - Centallo (CN), chiesa di S. Maria ad Nives - consolidamento e restauro       fondi E.F. 2002         fondi E.F. 2003     Progetto e DL per: - Torino, Palazzo Chiablese - restauro dello scalone, androne e cortile      fondi San Paolo    - Torino, Palazzo Chiablese - progetti vari  fondi lotto 2004/2006   - Fenestrelle (TO) Forte San Carlo - restauro e recupero della Porta Reale fondi lotto 2001/ San Paolo

Progetto per: - Cuneo, santuario Madonna degli Angeli - ricostruzione e restauro della cupola      fondi comune Cuneo/Regione   - Cuneo, santuario Madonna degli Angeli - restauro santuario e cappella ‘400      fondi ministero BAC/CRCuneo  principali mansioni rivestite per la Soprintendenza BAP del Piemonte  - ott. 1999/sett. 2005  Coordinatore Ufficio Beni Ambientali  - dal luglio 2002   Direttore del Palazzo Chiablese  - dal febbraio 2004   Coordinatore Ufficio Tecnico Amministrativo - dal maggio 2009   Coordinatore Ufficio RUP per la Direzione Regionale   dall’ottobre 2005 consigliere presso l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Torino;

• dal marzo 2006 coordinatore responsabile per l’OAT della commissione “L’architetto professionista nel pubblico impiego".