Monolito di Tlaltecuhtli

last modified Dec 10, 2010 09:48 AM
Formazione e sviluppo di metodologie innovative per il rilievo, l’analisi e il progetto di conservazione e recupero. Bagni di Montezuma al castello di Chapultepec (Los Baños de Moctezuma: realizzazione di una banca dati digitale delle morfologie metriche acquisite con tecnologia di rilievo 3D), Città del Messico. Applicazione di tecnologie innovative per il rilievo e l’analisi architettonico–urbanistica finalizzati a progetti di conservazione e recupero monumentale in collaborazione con l’Instituto Nacional de Antropología e Historia

Nel mese di agosto del 2007 è comiciata la collaborazione tra il Centro DIAPReM dell’Università degli Studi di Ferrara (Responsabile scientifico Marcello Balzani) e l’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) del Messico, attraverso due esperienze di lavoro che hanno permesso l’applicazione integrata di tecnologie innovative per il rilievo tridimensionale dei monumenti storici ed archeologici finalizzato a diversi progetti di conservazione e restauro a cura dell’INAH, ovvero: 1) i Bagni di Moctezuma; 2) il molonito di Tlatecuhtli e, 3) lo studio dello spazio urbano tra il Templo Mayor, il Seminario, la Catedral y Ajaracas che sarà realizzato nel corso di quest’anno. Inoltre è cominciato il percorso di formazione del personale dell’Istituto nell’utilizzo di queste tecnologie.La scoperta del monolito risale all’ottobre del 2006 ad opera degli archeologi dell’INAH, nella zona antistante l’area archeologica del Templo Mayor. Si tratta di una impressionante lapide quadrangolare di 3,57 metri nella direzione nord-sud, 4 metri nella direzione est-ovest ed uno spessore massimo di 38 cm. La faccia superiore di questo monumento d’andesita di lambrolita è scolpita in rilievo, in parte stuccata e policroma con presenza di tracce di coloriture rosse, ocra, bianche, azzurre e nere. Nella comparazione morfometrica fra i tre più grandi monoliti ritrovati finora in Messico appare chiaro come il Monolito di Tlaltecuhtli risulti prevalere dimensionalmente anche rispetto alla Piedra del Sol e al Coyolxauhqui.

 

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Attualmente è possibile affermare che il monolito non è mai stato esposto alla vista dei fedeli che frequentavano il sacro recinto, poiché era collocato sotto un pavimento di lastre di pietra unite con calcina. Tale pavimentazione sembra corrispondere alla tappa VI del Templo Mayor – Regno d´Ahuítzotl, 1486-1502 d.C. – o alla tappa VII – Regno di Moctezuma II, 1502-1520 d.C. Eduardo Matos Moctezuma e Leonardo López Luján, ricercatori dell´INAH, sono giunti alla conclusione che il monumento rappresenti Tlaltecuhtli (“Signore/Signora della Terra”), un’entità soprannaturale che originò con il suo corpo il cielo e l’aldilà. Il monolito raffigura un corpo completo; con le ginocchia flesse e piegate verso i fianchi, mentre le braccia sono rivolte verso l’alto.In questo caso la divinità è di sesso femminile, come indica l’indumento a forma di corta gonna. Concretamente, i crani presenti in corrispondenza dei gomiti e delle ginocchia vincolano la dea con la morte; il rostro è affiancato da prominenti orecchi, decorati con fioriti paraorecchie circolari da cui pendono pannelli di tela; gli elementi a forma di bandiere sulla testa richiamano al sacrificio.

 

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Come le divinità della morte, “Tlaltecuhtli assume un doppio ruolo del cosmo. Da una parte ha funzione generatrice, tanto nel ciclo vegetale come nel concepimento e nascita dell’essere umano; e dall’altra parte è una divoratrice insaziabile di sangue e cadaveri. Infatti non solo mangia le creature mondane che abitano sulla superficie della terra, ma inghiotte il sole ogni sera, rigurgitandolo ogni alba” (Matos y López Luján, p. 26).
Per quanto riguarda la funzione del monolito, si ritiene che molto probabilmente la scultura di Tlaltecuhtli nasconda sotto il suo corpo la tomba del re mexica o tlatoani Ahuítzotl (1486-1502 d.C.). Sono attualmente in corso gli studi e le indagini archelogiche necessari per comprovare o confutare tale ipotesi.

 

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Nell’agosto 2007, in una giornata di lavoro di 10 ore circa e con una squadra di 3 persone, dell’INAH e del Centro DIAPReM, è stato realizzato il rilievo mediante laser scanner 3D del monolito ed è stato ottenuto un modello a nuvola di punti di circa 29 milioni di coordinate che ha successivamente consentito di estrarre piante e sezioni; il rilievo 3D ha altresì consentito di registrare la posizione originale del monumento e di ottenere un modello tridimensionale sotto forma di mesh. Il monolito sarà l’elemento vincolante per la restituzione volumetrica dell’antica Casa de las Ajaracas, appena oltre la soglia della zona archeologica del Templo Mayor.

 

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