Il Complesso Monastico di San Giorgio a Ferrara

last modified Dec 10, 2010 10:42 AM

La fondazione della chiesa di San Giorgio potrebbe risalire già all’anno 657, data in cui la città di Ferrara divenne sede episcopale. La tradizione ricorda infatti che intorno a tale anno San Maurelio, Vescovo di Voghenza, trovò rifugio tra le mura di San Giorgio e vi trasferì la sua diocesi. La prima cattedrale di Ferrara fu dunque un edificio extraurbano posto alla confluenza dei due rami del Po: il Volano ed il Primaro. Nel 1135 venne consacrato il nuovo duomo ferrarese attualmente collocato nel centro cittadino: con la traslazione delle reliquie di San Giorgio concessa dal Papa Innocenzo II. In S. Giorgio, oramai semplice parrocchia, rimase il corpo del martire Maurelio ed un Collegio di Canonici Regolari guidati da un Priore. Ad essi, riformati nel 1338 da Papa Benedetto XII in “Canonici Regolari dell’Ordine di Sant’Agostino”, seguirono nel 1372 i “Canonici Lateranensi”. L’ordine monastico degli “Olivetani” entrò ufficialmente in possesso della chiesa solamente nel 1415 dopo un periodo di profonda crisi per il monastero e per il territorio circostante causato anche dalla grave epidemia di peste che piegò la città nel 1383. Il 26 maggio del 1415 avvenne la presa di possesso giuridica della chiesa e di tutti i beni relativi. Il Marchese Niccolò III, che aveva personalmente voluto l’arrivo degli Olivetani in Ferrara, consegnò loro un luogo oramai abbandonato e fatiscente che necessitava di ampie opere di ristrutturazione. Solamente nel 1473 si diede inizio ai lavori di vera e propria riedificazione del complesso monastico con la chiamata di alcune importanti figure tra cui l’architetto Biagio Rossetti. Il 18 novembre 1476, con licenza del Vicario del Vescovo Bartolomeo della Rovere Patriarca di Gerusalemme, la chiesa fu nuovamente consacrata ai Santi Giorgio, Maurelio e Lorenzo. Nel 1485 terminarono ufficialmente i lavori per la costruzione della torre campanaria, unica parte di tutto il complesso che la critica attribuisce integralmente al famoso architetto. Il forte terremoto che colpì nel 1570 tutto il territorio ferrarese, non risparmiò il Polesine di S. Giorgio: particolarmente ferita fu la parte orientale della chiesa. In tale occasione l’architetto ferrarese Alberto Schiatti fu incaricato di provvedere alla costruzione di una nuova abside, del coro ligneo, della pavimentazione e dell’altare maggiore. Negli anni 1708-1709, la chiesa fu quasi demolita sotto i colpi di cannone provenienti dalle truppe pontificie che, dai baluardi dell’Amore, di Sant’Antonio, di San Giorgio e della Montagna, cercavano di difendere la città dall’esercito prussiano insediato proprio nel monastero. In seguito a questi eventi venne ristrutturato il campanile e venne accorciata la navata di circa dieci piedi, cioè di un’intera campata. Ritornata la pace infatti l’Abate Bottoni, chiamò gli architetti Francesco Mazzarelli e Giacomo Bottoni  che curarono il restauro del monastero, il prospetto di accesso al convento ed ingrandirono la piazza del mercato antistante. La nuova facciata, rifatta nel 1722 su disegno dello scultore Andrea Ferreri, è ancora oggi ornata da un bassorilievo marmoreo raffigurante S.Giorgio a cavallo che trafigge il drago. Attualmente il monastero è retto dai padri dell’Ordine Olivetano. Questo interessante luogo di Ferrara è diventato un ambito di sperimentazione applicativa per testare e valutare metodiche innovative di acquisizione di forme e caratteri dell’architettura storica. Lo spazio pubblico, definito da architetture e quinte urbane costituisce un complesso ed articolato banco di prova per le tecniche di rilievo tridimensionale più innovative. La sperimentazione sviluppata a Ferrara, nel luogo urbano disegnato dal complesso monastico di San Giorgio Fuori le mura, permette di comprendere i passaggi metodologici e applicativi della tecnica di rilievo 3D sviluppata con tecnologia Cyrax System (modello 2500) e software CGP e Cyclone. Rilevare attraverso un sistema avanzato permette di gestire il progetto di rilievo in una seconda fase (seguente quella di acquisizione) e di utilizzare tali dati su base digitale per raggiungere con precisione metrica e qualità morfologica il disegno dei fronti, il dettaglio architettonico e i particolari decorativi delle facciate.

 

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