Centro Storico Ferrara

last modified Jun 11, 2010 10:41 AM
2.15 Centro storico di Ferrara Individuazione degli abusi edilizi tramite confronto morfometrico

Avere una “carta d’identità” di un contesto urbano, di un edificio, di una condizione ambientale, definita su supporti digitali, garantisce molti aspetti del processo progettuale, di gestione e valorizzazione. Tuttavia è importante che le informazioni, soprattutto quelle geometriche, possano essere correlate spazialmente e temporalmente all’interno di una banca dati 3D navigabile ed aggiornabile. L’esempio del Comune di Ferrara permette di comprendere come, attraverso il confronto dei dati, è possibile predisporre un metodo per l’individuazione degli abusi edilizi.
Oggi il tempo è una variabile importante di ogni fase tecnica. Il tempo incide non solo nel rapporto intercorrente tra la fase di progettazione e quella di realizzazione, per dare continuità e credibilità ad una scelta, ma concorre in maniera determinante anche nella definizione (per qualità ed impegno) di ogni fase di indagine e di predisposizione dei supporti conoscitivi necessari al progetto ed alla sua gestione. L’evoluzione della tecnologia di scansione laser per il rilievo automatico della geometria rappresenta l’elemento innovatore che consente di introdurre il dato metrico morfologico ad alta densità informativa come supporto essenziale per la costruzione di banche dati tridimensionali, capaci di costituire nel tempo un utile archivio della memoria geometrica di parti di città o di territorio. Il “tempo” diviene, quindi, non solo un elemento della struttura del dato geometrico durante la fase di acquisizione (il “tempo di volo” del raggio laser garantisce l’accuratezza e la precisione) ma anche una parte fondamentale del processo di generazione e di controllo. Il fatto di poter rilevare decine o centinaia di migliaia di punti al secondo permette di poter concretamente generare in “tempi utili” modelli di conoscenza della realtà fisica, ma configura anche, allo stesso “tempo”, la possibilità operativa di realizzare facilmente controlli e verifiche necessari all’aggiornamento della banca dati. Una verifica che può essere: - da un lato, immediata (ovvero nella “frazione di tempo” di una scansione) in quanto queste tecnologie offrono la possibilità di “visualizzare il rilievo” mentre si compie e quindi di direzionare la lettura e l’indagine direttamente sul campo; - dall’altro, traslata di poche ore dopo l’atto di referenziazione ed integrazione dei nuovi dati, in modo da poter operare un confronto numerico sulle geometrie di aggetti, involucri, mancanze, volumi di occupazione dei suoli, insegne, ecc.

 

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Forme dell’abuso
L’abusivismo edilizio in Italia ha assunto proporzioni elevate al punto che non è paragonabile con le principali realtà della Comunità europea. Lo “stile abuso edilizio” pervade a tal punto il processo di trasformazione del territorio che diventa un atteggiamento, un comportamento, un modello di interpretazione altrettanto concreto e quotidiano come quello “concessionato” e coerente con i regolamenti e le strumentazioni urbanistiche. E se da un lato la “prassi dei condoni edilizi scadenziati” (per risolvere esigenze finanziarie dello Stato) non ha assolutamente facilitato a sradicare la mala pianta, dall’altro anche le difficoltà per rende flessibile e soprattutto comprensibile il “disegno del territorio” non hanno contribuito a far maturare nei cittadini una visione etica e civica della risorsa ambientale in cui vivono. E non sono bastate le denuncie critiche e le inchieste di un Cederna, i report di Legambiente, le molteplici levate di scudi ad ogni legge per un nuovo “ultimo condono” a far operare un cambiamento. Un forte deterrente può essere identificato nella costruzione di strumenti e metodi efficaci nel monitoraggio e nel controllo territoriale. Strumenti e modelli che devono essere opportunamente sperimentanti e poi adottati a livello regionale per ridurre anche la mole di contenziosi e ricorsi intercorrenti tra pubblico e privato. Quest’ultimo aspetto, infatti, non è di poco conto: la complessità dell’azione legale induce spesso alla rinuncia anticipata o, forse è meglio dire, alla perdita di obiettivo, che quindi porta nel tempo ad accrescere il grado complessivo di entropia.
Il contesto di sperimentazione oggetto d’indagine, in accordo con il Comune di Ferrara, ha riguardato un isolato, all’interno delle mura cittadine, delimitato dalle vie XX Settembre, Quartieri, Beatrice D’Este e Gambone. Le strade hanno differente importanza sia in termini di flusso di circolazione per quantità di traffico che per dimensione.
Il risultato ottenuto dalle operazioni precedentemente elencate ha reso possibile l’integrazione di questo tipo di rilievo 3D digitale con un’interfaccia web. Le tecnologie deò Centro dipartimentale DIAPReM hanno dato la possibilità, confrontandosi con l’ufficio SIT (sistema informatico territoriale) del Comune di Ferrara, di ipotizzare la costruzione di una interfaccia web per il controllo e monitoraggio degli abusi edilizi sul territorio urbano. Sulla base dei dati GIS messi a disposizione da parte del Comune, è stata costruita una nuova interfaccia capace sia di visualizzare la base di dati georiferita, sia la corrispettiva nuvola di punti.

 

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La nuvola di punti è stata posizionata, tramite un processo di rototraslazione di tipo conforme, in coincidenza dei dati georiferiti in UTM*. In questo modo i dati 3D scanner diventano una copertura aggiuntiva. Il modello può essere visualizzato in scale grafiche prefissate che vanno dalla scala 1:200  fino a 1:2.
Per valutare le capacità di integrazione di un rilievo realizzato in un tempo successivo contenente delle variazioni volumetriche, si è ipotizzato una traslazione lungo l’asse z di un “clone della nuvola”, in modo da poter analizzare sulla medesima zona le differenze altimetriche. Tutto ciò è stato sperimentato per simulare un monitoraggio dell’isolato nel tempo  con più campagne di rilievo. In questa condizione e con l’uso degli strumenti sulla barra delle applicazioni dell’interfaccia è possibile, tramite un calcolo del numero di punti su una determinata parte del costruito, valutare eventuali aumenti di volumetrie.Per effettuare una verifica si sono ipotizzate due modalità: la prima di tipo generale che permette il calcolo automatico su aree definite delle altezze massime delle coperture, memorizzando la differenza tra le due; una seconda puntuale che determina in un intorno definibile dall’utente la differenza in altezza.La precisione di questa seconda modalità è molto elevata, determinando l’eventuale abuso con precisioni prossime al centimetro.