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Crowdfunding | Con la "Run against Covid" si concludono le campagne a sostegno dei progetti Unife

09/02/2021

Scienza, cultura e ricerca

Rush finale per le campagne di crowdfunding a sostegno della ricerca dell’Università di Ferrara contro il Covid-19.

Si chiudono infatti a fine maggio le campagne di supporto ai progetti legati al Covid-19, coordinati dai docenti Daria Bortolotti, Gaia Colombo e Savino Spadaro. 

Grazie al sostegno e alla generosità di numerose donatrici e donatori, tra privati cittadini, aziende di diversi settori, associazioni e grazie anche a diverse realtà di Ferrara e Provincia che hanno contribuito alla raccolta fondi, i tre progetti Unife hanno quasi raggiunto i goal economici proposti.

E per concludere “idealmente” il successo delle campagne di crowdfunding, ma anche per continuare a sostenere la ricerca “passo dopo passo”, mercoledì 3 giugno a partire dalle ore 20.30 si terrà la “Run against Covid”, organizzata da Unife e dalla società FEshion Eventi e Coupon.

Si potrà passeggiare o correre in modo non competitivo per le strade di Ferrara, per sostenere il progetto “Una terapia antivirus” della Prof.ssa Gaia Colombo.

Il percorso

Visto che non è possibile correre insieme come un tempo, la Run prevede che ognuno parta da casa propria o dal punto che desidera per percorrere 5 km del percorso che preferisce, per poi “screenshottarlo” e condividerlo con l’hasthag #runagainstcovid.

Partecipazione e quota di iscrizione

Per partecipare è possibile prenotarsi al 349 5878324 o scrivendo a prenotazioni@feshioneventi.it.

La quota d’iscrizione di 12 euro per contribuire alla ricerca include anche una maglietta griffata. Al netto dei costi vivi dell’organizzazione tutto il ricavato sarà devoluto alla campagna “Una terapia antivirus”.

Partecipa all’evento, e fai correre la ricerca contro il COVID-19!

 

I progetti di crowdfunding

Nuovi test diagnostici per individuare le persone positive al SARS-CoV-2

Il progetto del Dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche ed Agrarie di Unife ha l'obiettivo di definire i migliori sistemi di identificazione delle persone positive al virus SARS-Cov-2.

Ad oggi la diagnostica permette di stabilire la positività all’infezione con il tampone nasofaringeo, ma dati scientifici dimostrano come soggetti negativizzati e in assenza di sintomi respiratori presentino il virus in altri distretti corporei" spiega Daria Bortolotti, ricercatrice in Microbiologia alla guida del team di ricerca.
"Grazie a questo progetto sarà possibile individuare i distretti corporei in cui il virus SARS-CoV-2 si ‘annida’, per definire i migliori sistemi di identificazione dei soggetti positivi all’infezione, ad esempio anche tampone rettale, analisi delle feci ed analisi delle urine. Questo consentirà di rilevare con maggiore accuratezza l’infezione in soggetti con sintomi non prettamente caratteristici del Covid-19, ma che potrebbero presentare una positività ‘latente’ al virus”.

Del gruppo fanno parte anche Roberta Rizzo, Valentina Gentili, Sabrina Rizzo, Giovanna Schiuma, Juana Maria Sanz Molina, Anna Fantinati del Dipartimento di Scienze Chimiche, farmaceutiche ed Agrarie, Angelina Passaro del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna e  Chiara Marina Semprini del Dipartimento di Scienze Mediche.

Una spray nasale per ridurre la contagiosità

Il progetto del Dipartimento di Scienze della vita e Biotecnologie si concentra su un strumento terapeutico innovativo.

“Nella lotta al SARS-CoV-2 oggi manca ancora uno strumento terapeutico per il trattamento precoce dei soggetti positivi, inclusi pre e asintomatici" afferma Gaia Colombo, Professoressa associata di Tecnologia farmaceutica a capo del gruppo di ricerca.
"Obiettivo di questo progetto è costruire un prototipo di medicinale nasale/inalatorio anti SARS-CoV-2 con sostanze antivirali già a disposizione per colpire il virus nel primo sito di infezione. Il prodotto avrà sia una funzione terapeutica (elevata efficacia e bassa tossicità), sia una funzione profilattica (riduzione della contagiosità dei positivi)”.

A lavorare al progetto anche Sabrina Banella del Dipartimento di Scienze della vita e Biotecnologie, Fabrizio Bortolotti, collaboratore tecnico esterno, mentre partner esterni sono PlumeStars e il Policlinico Sant’Orsola di Bologna.

Supporto psicologico ai pazienti: migliorare la qualità della vita in terapia intensiva

Il progetto del  Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna si occupa della ridefinizione del mondo e delle abitudini della terapia intensiva.

Con l’emergenza sanitaria legata all’infezione da Sars-Cov-2, è stato imposto l’assoluto isolamento dei malati Covid all’interno dei reparti di terapia intensiva e la quasi completa esclusione dei familiari dal percorso di malattia, in un contesto in cui gli aspetti umani potrebbero giocare un ruolo fondamentale rispetto a quelli prettamente terapeutici" afferma Savino Spadaro, Professore associato del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna, alla guida del team di ricerca.
"Il progetto prevede la presenza di uno psicologo qualificato per monitorare i livelli di ansia, depressione e stress, individuando tempestivamente i casi di fragilità per tempestivi interventi specifici, e offrendo contestualmente un sostegno ai familiari e al personale sanitario. Gli spazi saranno dotati di device per le videochiamate, per accorciare le distanze e di dispositivi che rendano più caldo ed emotivo l’ambiente: strumenti per la diffusione di musica, attenuazione delle luci artificiali, ripristino dell’orientamento spazio-temporale”.

Fanno parte di questo team di ricerca anche Gaetano Scaramuzzo, Anna Romanello, Silvia Bortolazzi,  Medici Anestesisti-rianimatori, Chiara Nardo, Psicologa ed Elisa Brunetti, Infermiera. 

Primo goal economico raggiunto in sole sei settimane

Un primo grande risultato è stato raggiunto dopo sole sei settimane dal lancio dei progetti: tutti i team di ricerca avevano già superato il primo goal delle rispettive campagne.

La promozione delle campagne ha raggiunto in maniera capillare tutto il territorio nazionale, come testimoniato dall’estrema eterogeneità geografica dei donatori, coinvolgendo aziende di diversi settori, associazioni e tanti privati cittadini.

Come partecipare alla raccolta fondi di Unife

Puoi dare il tuo contributo alla raccolta fondi donando sul portale unifeel.it con carta di credito, ma anche acquistando i prodotti a marchio #unifenomenale all’Unife Store, online o in piazza del Municipio 11  a Ferrara (parte del costo sarà destinato alla ricerca anti Covid), o attraverso il sistema PagoPA

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