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Ricerca e cancro | Task force Unife contro il mesotelioma pleurico maligno

01/10/2020

Scienza, cultura e ricerca

Ricerca e cancro | Task force Unife contro il mesotelioma pleurico maligno
Il team del Laboratorio Signal Transduction

Grazie alle sue eccezionali proprietà di resistenza al fuoco, isolamento termico ed elettrico e per la facilità di lavorazione, l’amianto (conosciuto anche come asbesto) è stato considerato per anni il “materiale perfetto” per le industrie di tutto il mondo.

Questo fino a metà degli anni ’80, quando si è scoperto che le fibre ottenute durante la sua lavorazione e macerazione possono essere facilmente inalate a causa della loro grandezza infinitesimale, andare a danneggiare le cellule della pleura (cellule mesoteliali) e causare l’insorgenza del mesotelioma pleurico maligno, un tumore dal decorso nefasto a livello della membrana che avvolge il polmone: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del mesotelioma si ferma poco al di sotto del 20 per cento e le terapie convenzionali (chirurgia, radioterapia e chemioterapia) risultano poco efficaci nel bloccarne la progressione.

All’Università di Ferrara esiste una vera e propria task force contro il mesotelioma rappresentata dai gruppi di ricerca coordinati dai Professori Paolo Pinton, Carlotta Giorgi, Mauro Tognon, Giorgio Cavallesco e Piera Boschetto del Dipartimento di Scienze Mediche.

Studiando i meccanismi molecolari alla base del mesotelioma, i docenti Pinton, Giorgi, Tognon e il ricercatore Simone Patergnani in collaborazione con i gruppi di ricerca americani dei Professori Michele Carbone e Haining Yang (Hawaii Cancer Center di Honolulu)  hanno individuato alcuni aspetti fondamentali dell’oscuro connubio tra amianto e mesotelioma.

I risultati di questo studio sono stati pubblicati oggi (1° ottobre 2020) sulla prestigiosa rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) dell’Accademia delle Scienze americane comprendente diversi premi Nobel nel comitato editoriale.

Il processo di sviluppo della malattia è lungo e passano in genere da 30 a 50 anni prima che compaia il cancro in seguito all’esposizione all’amianto. Le fibre inalate sono indistruttibili e a partire dal momento del primo contatto con le cellule della pleura creano una condizione di danno che permane per anni” spiega il Prof. Paolo Pinton.

“Durante questo lungo periodo, alcune cellule della pleura muoiono, mentre altre riescono a sopravvivere - prosegue Pinton - Queste ultime, però, sono costrette a vivere in una condizione di stress e infiammazione cronica che ne causa la trasformazione in cellule tumorali. La nostra ricerca è riuscita ad evidenziare come uno specifico mediatore dell’infiammazione (HMGB1) e un processo cellulare fondamentale per la sopravvivenza cellulare e alla risposta allo stress (autofagia) interagiscano durante questo processo di trasformazione. I nostri studi presentano anche un interessante risvolto terapeutico. Infatti, andando a bloccare l’attività di HMGB1 e del processo di autofagia siamo riusciti ad impedire la trasformazione delle cellule di mesotelio in cellule tumorali. I risultati della nostra ricerca ci rendono molto orgogliosi e possono essere le piattaforme su cui sviluppare una serie di terapie in grado non solo rallentare la progressione del mesotelioma, ma anche di prevenirne l’insorgenza.

Questo studio – conclude il Prof. Pinton - conferma che all’interno delle mura della nostra città sia possibile fare ricerca di eccellenza e di come i nostri laboratori di ricerca siano fortemente impegnati e attivi nella ricerca contro i tumori.

Tutti i docenti Unife coinvolti in questo studio (Pinton, Giorgi e Tognon) sono supportati con progetti individuali dalla fondazione AIRC per la ricerca sul cancro (per una cifra complessiva superiore ai 2 milioni di euro) e il ricercatore  Simone Patergnani è titolare di una prestigiosa borsa di studio della Fondazione Umberto Veronesi.