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Racconti dall'estero | Rubia, studentessa di Biologia, da Monaco di Baviera

26/06/2020

Persone

Puntata numero 6/7 per il nostro viaggio virtuale in giro per il mondo, un viaggio tra le storie e le esperienze delle nostre studentesse e dei nostri studenti in mobilità all'estero, ai tempi del Covid-19, raccontate direttamente dalle loro voci, attraverso le interviste di una loro compagna con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Unife.

Vi presentiamo la preziosa testimonianza di Rubia Pedone, studentessa iscritta al terzo anno di Scienze biologiche e in mobilità Erasmus+Traineeship a Monaco di Baviera, in Germania.

L'intervista si riferisce alla situazione all'inizio del mese di maggio.

Ciao Rubia, cosa ti ha spinto a scegliere la città di Monaco per la tua esperienza di studio?

Per la mia mobilità ho scelto Monaco di Baviera, comunemente conosciuta tra i tedeschi come "la città più a Nord d'Italia". La quantità di italiani che solitamente passeggiano tra le strade di questa città non è indifferente, tale da darmi la sensazione inizialmente di non aver mai lasciato il mio Paese d'origine. Appena arrivata questa cosa mi ha disorientata poiché avevo deciso di uscire dall'Italia, per vivere quotidianamente il mondo della ricerca, spinta anche dal desiderio di conoscere meglio l'altra metà di me, dato che sono di origini metà italiane e metà tedesche. La lingua quindi non è mai stata un problema e, in parte, conoscevo già la cultura tedesca. Nonostante questo mi abbia sicuramente agevolata, ho avuto bisogno di un po' di tempo per abituarmi a nuovi ritmi, nuovi modi di fare, nuove prospettive, ma l’ho affrontata come parte della sfida ed ero molto entusiasta di poter mettermi in gioco. 

Il tuo entusiasmo è tangibile. Che significato ha per te questa esperienza?

Per me questa esperienza è necessaria sotto tantissimi punti di vista e sono ancora convinta di portarla avanti fino alla fine, nonostante le condizioni sfavorevoli legate all’emergenza del momento che stiamo vivendo. Oltre ad essere la mia prima esperienza all'estero per un prolungato periodo di tempo, ciò che ho imparato e sto imparando in laboratorio (ora attraverso meeting su zoom da casa con i colleghi) è insostituibile. Ascolto e imparo come pensano i ricercatori che mi seguono, apprendo altri metodi di approccio al lavoro, inizio a conoscere molteplici lingue e culture diverse grazie all'internazionalità dell'Istituto. Inoltre, una delle cose più importanti per me è la possibilità di accedere al mondo della ricerca e a tutte le sue sfumature possibili, potendo rendermi conto di quanti background culturali e impieghi diversi possano unire molteplici persone, tutte animate dalla curiosità, a lavorare su un unico progetto. 

Come hai affrontato questa emergenza il Paese in cui sei ospite? 

La Germania è il quarto paese con numero più alto di casi e la Baviera in particolare è la regione con le misure più restrittive [inizio maggio, ndr]. Nonostante ciò tutti hanno ancora il permesso di uscire singolarmente o con le persone con cui convivono per fare sport, la spesa e andare, se necessario, a lavorare. La scorsa settimana inoltre, hanno aperto i vari negozi ed è possibile utilizzare i mezzi di trasporto pubblico con le dovute precauzioni, cioè indossare la mascherina.

Che cosa prevede la tua mobilità a Monaco?

Attualmente sto facendo un Erasmus+Traineeship quindi non sono affiliata a nessuna università estera, ma solamente al mio posto di lavoro. L'istituto ha permesso a tutti i ricercatori di continuare a lavorare a un solo progetto (scelto individualmente dal ricercatore) e non iniziare nuovi esperimenti. Dato che io avrei dovuto iniziare un progetto da zero, per ora sono rimasta a casa in smart working (programmare un toolbox video analisi per esperimenti comportamentali su Python e leggere papers).  Per quanto mi riguarda, la mia vita non è cambiata molto, seguo le lezioni in digitale di Unife e posso sostenere gli esami online per tenermi al passo. Devo dire che personalmente, questa modalità d'esame mi è particolarmente favorevole poiché non sono costretta a tornare a casa e sacrificare un'esperienza significativa

Questa esperienza da te tanto desiderata è stata comunque positiva? Che emozioni ti ha permesso di vivere?

Mi ritengo estremamente privilegiata per poter vivere questa quarantena in queste condizioni. Inizialmente ero abbastanza spaventata, mi chiedevo cosa avrebbe quali cambiamenti avrebbe potuto portare questa situazione, ma devo dire che stare con se stessi così tanto tempo e non potersi incontrare con nessuno, oltre a un primo senso di solitudine, mi ha aiutato molto nel mio percorso di crescita personale e interiore.  Infine, spero vivamente che l’Italia stia affrontando questo periodo nel migliore dei modi e che tutti coloro che porto nel cuore stiano bene. 

Grazie per aver condiviso con noi le emozioni generate da questo bellissimo percorso, un abbraccio da parte di tutta la famiglia Unife!

Intervista a cura di SERENA NEGRI (studentessa della laurea in Economia) con la collaborazione di CARLOTTA COCCHI.

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